Fare comunione
30-4-2005
1) Siamo soliti considerare la chiamata come un particolare tipo di vocazione
2) L'Eucaristia è l'unico alimento che non viene assimilato, ma ci assimila
3) Diventare delle persone eucaristiche
4) Il sacerdozio comune dei fedeli consiste nel ricapitolare tutti in Cristo
5) La comunione eucaristica è una chiamata: venite alla messa!
6) La persona eucaristica sente un grande ringraziamento verso Dio Padre
7) Chi libererà l'umanità dal peso che si trascina dietro?
8) Fare Eucaristia significa farsi pane spezzato per il prossimo, anche con la rinuncia e la sofferenza offerta
9) Questa è la chiamata: fai Eucaristia, fai comunione con il corpo di Cristo, con la potenza del suo Spirito, per amore di Dio Padre
10) Tutto quello che vivo lo dedico a Dio Padre
Noi pensiamo che la chiamata di Dio giunga fino a noi in modi diversi, importanti, impegnativi, tant'è vero che siamo soliti considerare la chiamata come un particolare tipo di vocazione, dimentichiamo che ogni volta che una campana suona e siamo invitati a partecipare alla mensa del Signore è una chiamata del Signore.
Ogni volta che parteci-piamo alla mensa dell'Eucaristia, noi stiamo partecipando, stiamo rispondendo a una sua chiamata; ora questo partecipare alla mensa eucaristica, visto che è una risposta importante e fondamentale, una risposta strutturante, cioè vuol dire che la Chiesa fa l'Eucaristia ma l'Eucaristia fa la Chiesa.
Oppure, come dicevano i santi padri, l'Eucaristia è l'unico alimento che non viene assimilato, ma che invece ci assimila, non nel senso bio-logico, ma nel senso etimologico cioè ci rende simili a ciò di cui ci stiamo cibando.
Allora significa che partecipare alla mensa eucaristica è sicuramente una chiamata da parte di Dio ed è una risposta da parte del suo popolo, una risposta a questo tempo strutturante, questo tempo in cui siamo trasformati in ciò di cui assumiamo, in ciò che facciamo la comunione.
Assumendo il corpo di Cristo, noi rispondiamo alla chiamata di Dio, a essere con Dio una cosa sola.
Allora l'ultima volta parlavamo proprio di questo fatto, chiamati a completare nella nostra carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, e avevamo concluso che a Cristo non mancò nessun tipo di patimento che noi dobbiamo aggiungere a quello che gli fu manchevole.
Si tratta invece di assumere la nostra responsabilità, la nostra coscienza, consapevolezza, ma anche il desiderio, la volontà.
Quindi veramente un cambiamento completo di vedere le cose, nel diventare delle persone eucaristiche.
Persona eucaristica vuol dire persona di grande ringraziamento, una persona che non è rinchiusa in sé stessa, una persona che è rivolta verso Colui che ha creato tutte le cose.
Se in senso generale Eucaristia vuol dire grande ringraziamento, vuol dire buon ringraziamento, allora una persona eucaristica è una persona che ha un grande stile di accorgersi dell'altro.
Ora Gesù è Eucaristia, Egli è il grande ringraziamento che a nome di tutta l'umanità Lui ha fatto a Dio Padre: ringraziamento della chiamata all'esistenza e poi riconsegna a Dio Padre di tutto quello che è il creato, con il potere sacerdotale.
Ogni volta che noi ci cibiamo dell'Eucaristia o meglio partecipiamo alla mensa eucaristica, diventiamo con Gesù Cristo una sola cosa, siamo chiamati, questa è la vocazione in quel particolare momento, a diventare grande ringraziamento, a non dimenticare che ciò che è in Gesù Cristo e che è di Gesù Cristo, per mezzo del Battesimo e della mensa eucaristica, fluisce fino in noi, partecipiamo di quella che è la divinità.
Sappiamo che se Gesù è sacerdote, re e profeta tutti i battezzati sono sacerdoti re e profeti, cosa significa il sacerdozio comune dei fedeli?
Non certo quello di celebrare i sacramenti, che quello si chiama sacerdozio ordinato, ma il sacerdozio comune, quello dei fedeli, quello di tutti i battezzati consiste nel ricapitolare tutto in Cristo a gloria di Dio Padre.
Il compito del fedele è quello non di estraniarsi nel mondo, ma è quello di inserirsi ben bene nelle strutture del mondo, certo non per essere assimilato alle cose del mondo, ma per assimilare le cose del mondo alla mentalità di Dio.
quindi quale tipo di comunione noi stiamo cercando di realizzare?
Stiamo cercando di realizzare la comunione con, per, in Gesù Cristo, siamo facilitati e sostenuti in questo, perché potendo partecipare alla mensa eucaristica, abbiamo Gesù Cristo stesso che viene dentro di noi a sorreggerci, a plasmarci, a darci una nuova mentalità ecc. con il suo Spirito, ma siamo anche inseriti nel mondo, per questo Gesù ci ha messo in guardia e ci messo nell'attenzione dicendoci: guardate che voi siete nel mondo, ma non siete del mondo.
Ora noi assistiamo a tanti cristiani che hanno una doppia comunione, ossia dentro l'edificio chiesa fanno una comunione eucaristica, fuori dell'edificio chiesa fanno le comunioni con il mondo, quindi assumono dentro di sé tutte le strutture, tutte le visuali, tutte le mentalità del mondo.
Mentre la comunione eucaristica è esclusiva: o sei del mondo o sei di Gesù Cristo.
È una chiamata, non abbiamo mai considerato che questa chiamata non è semplicemente un diritto, è una chiamata, venite!
Venite alla mensa! Cibatevi, fate con me una cosa sola.
E in tutto questo si inserisce chiaramente la conseguenza: l'essere in Gesù Cristo, per Gesù Cristo, con Gesù Cristo una cosa sola significa sentirsi parte di Lui, sentirsi in una relazione speciale con Dio, riconosciuto, sentito, vissuto come padre.
Allora in questo ambito, in questo filone riusciamo anche a intuire il valore della sofferenza, il valore della rinuncia, il valore della povertà, il valore della castità, il valore del martirio, il valore della morte, il valore del sangue, il valore della Croce, riusciamo a intuire tutto questo perché?
Perché si realizza quello che da Dio era stato sempre richiesto sin dall'Antico Testamento: io sono il Signore Dio tuo, non avrai altri dei al di fuori di me.
Quindi la persona eucaristica è la persona che sente un grande ringraziamento, un grande trasporto, un grande legame, una grande inclinazione verso Dio, che è vissuto primariamente come padre e quindi un grande ringraziamento, una gratitudine, una simpatia, è difficile esprimere veramente che cosa significhi,
1°- per il dono della tua propria esistenza;
2°- per il significato della tua propria esistenza, ossia che cosa ci faccio in questo mondo, qual'è il significato del mio vivere qui;
poi per tutto ciò che esiste, perché sono doni ed è provvidenza di Dio Padre e per tutte le cose che attraverso ciò che esiste, possono essere realizzate per fare del bene.
Allora la persona autenticamente eucaristica è una persona che diventa così legata a Dio Padre da voler riassumere, o come dice la Scrittura, ricapitolare, rimettere tutto con a capo Gesù Cristo, tutto tutto, come dice san Paolo nella lettera ai Romani: la creazione stessa geme come nelle doglie del parto, attendendo la sua propria liberazione ad opera della rivelazione dei figli di Dio.
Se i figli di Dio non si rivelano mai come figli di Dio, la creazione continuerà a essere prigioniera di leggi che la opprimono e quando dico creazione dico sicuramente la natura, ma dico anche tutti gli esseri creati, tutti gli uomini.
Allora chi libererà l'umanità dal peso che si trascina dietro? La rivelazione dei figli di Dio.
Tutti coloro che essendo una cosa sola con Gesù Cristo, per Gesù Cristo, in Gesù Cristo, diventano persone eucaristiche, diventano come Gesù Cristo e quindi la presenza di Gesù Cristo fluisce di generazione in generazione, si estende fino ai confini della terra, questo è il corpo mistico, il corpo di Cristo.
Vedete, il corpo di Cristo sacramento Eucaristia che diventa corpo mistico, corpo misterioso, ma reale di Gesù che abita, vive, si muove, agisce per mezzo del suo Spirito nel suo popolo.
Ora tutto questo avviene se ci sono persone che rispondono a questa chiamata: venite alla mensa, fate questo in memoria di me, che non significa semplicemente fate questo rito, ripetete questo; noi non siamo come i protestanti che facciamo la memoria di quello che successe il giovedì santo; noi non stiamo semplicemente ripetendo i gesti di Gesù, noi stiamo realizzando l'Eucaristia.
Questo vuol dire che: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue; ognuno di quelli che partecipano all'Eucaristia ha questa chiamata, di vedere quel pane spezzato e di dire: questo è anche il mio corpo, perché nel corpo spezzato di Gesù Cristo c'è il corpo di tutti coloro che si sono messi a essere con Gesù Cristo una cosa sola.
Allora fare autenticamente Eucaristia non significa mettersi nell'ottica di dire: bene, dove è passato Gesù Cristo, passo anch'io, significa farsi pane spezzato per il prossimo e questo non vuole forse anche includere il valore della rinuncia di sé stessi? Il valore della sofferenza offerta?
Ora so che noi viviamo in un epoca in cui è difficile parlare di tutto questo, però so anche che non esiste essere umano sulla terra che sia esente da sofferenza, è vero?
Si può vivere la sofferenza o la si può subire; subire la sofferenza significa smentire la nostra vocazione cristiana; vivere la sofferenza significa imparare ad accettarla, tanto la situazione perfetta sarà solo in Paradiso, siete d'accordo?
Allora ricordiamoci questo: come mai Gesù Cristo che è in Paradiso, se appare, appare con i segni della crocifissione, perché?
Perché la sofferenza passa, ma l'aver sofferto no.
Quindi nessuno dimentichi questo: la sofferenza nella tua vita passa, ma non passerà mai il tuo aver sofferto, né dal tuo punto di vista, ma neanche nel cuore di Dio e Lui sa se la tua sofferenza è stata subita o offerta e quando parlo di sofferenza parlo di ogni genere di sofferenza, non solo quella fisica di un tumore, anche quella psicologica di sopportare pazientemente una persona molesta, anche la sofferenza morale, di dover lottare conti-nuamente con dei turbamenti, con delle tentazioni; sofferenza vuol dire sofferenza di ogni genere.
Allora questa è la chiamata: fai Eucaristia, fai comunione con il corpo di Cristo, ricevi da Lui la potenza del suo Spirito che ti rende capace di dire Abbà, Padre e di dirlo anche quando tu sei nel tuo personale orto degli ulivi, quello tutto tuo, tutto speciale, preparato per te, quello è il momento in cui tu dirai Abbà, è quello il momento in cui tu realizzerai la pienezza della tua Eucaristia, che inizia e finisce davanti al sacerdote che ti dà l'ostia consacrata, alla quale tu rispondi amen, si questo è il corpo di Cristo e anche il mio corpo che si spezza per amore di Dio Padre.
Finché non si è capace di affrontare le difficoltà e le sofferenze, puoi fare 10 comunioni al giorno, ma non hai fatto Eucaristia.
E non hai risposto alla chiamata di Dio di essere con il Padre un sorriso del Padre nel mondo, ecco chi è la persona eucaristica, è quella che ricapitola tutto in Cristo, cosa vuol dire?
Tutto quello che vivo lo dedico a Dio Padre, tutto quello che faccio lo dedico a Lui; poi non è che non mi goda quello che sto facendo, perché io posso anche andarmi a mangiare una pizza e la bontà della pizza la dedico a Dio Padre, è vero?
Perché ricapitolare tutto vuol dire tutto, tutto tutto; quindi essere capaci di ricapitolare e ridonare riconsegnare a Dio Padre tutto quello che viviamo.
Questo è il potere sacerdotale di Cristo che fa parte di ogni battezzato: riconsacrare tutto a Dio Padre, essere il sorriso di Dio nel mondo, perché qualunque cosa tu faccia possa essere la testimonianza viva che vivi per il Signore e sei del Signore sia che dorma sia che tu sia sveglio: Sia lodato Gesù Cristo.