Mistero Eucaristico
7-5-2005
1) Una breve riflessione sul mistero eucaristico
2) Come siamo inseriti in questo corpo mistico: dobbiamo valutare le conseguenze
3) La comunione è un dono che Dio edifica nel suo corpo per mezzo del suo Spirito
4) Lo Spirito Santo attraverso il sacramento dell'Eucaristia crea comunione a tutti i livelli
5) Dio si mette nelle nostre mani, perché anche noi diventiamo come lui
6) Più una persona è eucaristica, più diventerà un tramite, un ambasciatore
7) Ha voluto estendere la sua presenza attraverso il suo corpo mistico
8) La persona eucaristica è una persona che si lascia spezzare, si lascia mangiare
9) Chi incontra me, vede me o incontra Gesù Cristo?
10) L'Eucaristia è veramente il centro di tutta la vita del cristiano
Una nostra breve riflessione per continuare sul mistero eucaristico, alla luce degli scritti del Santo Padre Giovanni Paolo II e la riflessione che stiano portando avanti da molti mesi ormai.
Siamo giunti verso il termine della celebrazione concreta dell'Eucaristia, abbiamo avuto molti spunti per riflettere su alcuni punti importanti dell'Eucaristia, ma forse è il tempo di pensare al fatto che l'Eucaristia si fa vita e come abbiamo visto prima che cosa significa l'Eucaristia in se stessa, quale relazione abbia con il corpo mistico che è la Chiesa.
Come noi siamo inseriti in questo corpo mistico.
Ora sicuramente dobbiamo valutare le conseguenze di tutto questo.
Voi sapete che il concetto di conseguenza è uno di quelli che le persone non vogliono accettare facilmente.
Eppure a ogni azione corrisponde una conseguenza; beh! l'assumere dentro di noi l'Eucaristia, quindi diventare una cosa sola con Gesù Cristo, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo, ha dentro di sé una portata enorme, anche sul piano delle conseguenze, perché la presenza di Gesù fa sì che noi dobbiamo tendere verso la realizzazione di una perfetta comunione.
Ora la perfetta comunione non è possibile semplicemente partendo da un nostro sforzo personale.
Anche la comunione è un dono che Dio edifica nel suo corpo per mezzo del suo Spirito.
Voi sicuramente sapete che ogni sacramento cui partecipiamo e di cui beneficiamo, assicura a ciascuno di noi una potente effusione di Spirito Santo.
Qualunque sacramento, eminentemente anche per l'Eucaristia, assicura un'abbondante discesa di Spirito Santo, perché una delle caratteristiche principali dell'azione dello Spirito Santo è quella di creare la comunione, lo Spirito Santo crea comunione.
In realtà sappiamo che lo Spirito Santo vivifica, trasforma con il miracolo della transustanziazione il pane e il vino che diventano Corpo sangue anima e divinità del Signore Gesù, per cui si dice che quella è la presenza per antonomasia, presenza reale e sostanziale, ma è anche vero che il compito dello Spirito Santo oltre che creare quel sacramento dopo l'imposizione delle mani, è quello di creare la comunione.
Anzi potremmo dire che lo Spirito Santo attraverso questo sacramento crea la comunione, questa comunione è a tutti i livelli: la comunione tra di noi, la comunione con Gesù Cristo, la comunione in Dio Padre.
Ora questa comunione parte misteriosamente dal momento in cui noi assumiamo dentro di noi l'Eucaristia, ma naturalmente non si conclude lì o meglio non dovrebbe concludersi lì.
Purtroppo in molti casi la comunione rimane menomata proprio perché si ritiene che il partecipare alla celebrazione eucaristica sia un fatto individuale e personale, non è così.
É per così dire, il punto di arrivo ed è nello stesso tempo il punto di partenza.
Il punto di arrivo perché è il punto in cui arriviamo a osare di sentirci in comunione con Dio, ma è nello stesso tempo il punto di partenza, perché ci spinge a una comunione che sia autentica, non solo ricevuta, ma anche costruita da parte nostra.
Ecco perché al temine della celebrazione eucaristica, dopo la preghiera finale, c'è la benedizione poi c'è il congedo: andate la messa è finita o con altre formule simili, che non vuol dire è finita la comunione.
Vuol dire che adesso è finito il mistero della celebrazione, però adesso inizia la comunione.
Quindi il popolo di Dio che ha ricevuto dentro di sé la presenza vera, reale e sostanziale di Dio che si è fatto carne, è invitato a concretizzare nella vita ciò che ha accettato nella fede.
Allora questo significa la realizzazione del corpo mistico.
Dio si mette nelle nostre mani, perché anche noi diventiamo come Lui.
L'altra volta vi ricordavo come i Padri della Chiesa ci dicevano che, dal punto di vista spirituale, l'Eucaristia è "quell'alimento che non solo viene assimilato, ma ci assimila" nel senso che ci trasforma, ci cambia.
Ecco l'azione dello Spirito Santo all'interno del sacramento eucaristico è proprio questa: creare una comunione così profonda tra noi e Gesù Cristo, da realizzare nella nostra vita l'autentica immagine di Gesù Cristo dentro di noi.
Più una persona è autenticamente eucaristica, più quella persona diventerà un tramite, un tabernacolo, un ambasciatore, ma chi incontra quella persona fa un'esperienza di Gesù Cristo.
Ora credo che, tra le sante, cose dobbiamo veramente verificare e valutare a quale grado di comunione noi stiamo tendendo con questo mistero dell'Eucaristia, che poi è lo sviluppo del mistero dell'Incarnazione.
Dio ha voluto esser come noi, non solo per quei trent'anni e basta, ha voluto essere con noi per sempre, in maniera misteriosa, ma reale.
E per di più ha voluto estendere la sua presenza misteriosa e reale attraverso la presenza del suo corpo mistico che siamo noi.
Quindi è una buona cosa aver sentito dentro di sé la chiamata di Dio a seguirlo nell'apostolato, come quella della catechesi, ma non dobbiamo mai dimenticare che questo tipo di apostolato non può essere semplicemente la trasmissione di conoscenze che abbiamo acquisita nel corso degli anni, ma deve essere assolutamente una comunicazione della vita, la vita di Dio che deve essere in noi.
Quindi anche sotto l'aspetto catechetico che vi contraddistingue in questa sede, è necessario proprio farsi questa domanda:
1°- sto diventando Eucaristia per il mio prossimo cioè un grande ringraziamento a Dio Padre?
Sto assomigliando sempre di più a Gesù Cristo, che ha preso tutta la natura che era intorno a sé e ne ha fatto un inno di lode e di ringraziamento ad onore di Dio Padre?
2°- sto diventando una persona eucaristica, nel senso che ho deciso che mi lascio "mangiare" dai miei fratelli?
Come l'Eucaristia è un pane spezzato, così la persona eucaristica è una persona che si lascia spezzare, si lascia mangiare, non annientare.
Vi ricordate il pane e i pesci, la moltiplicazione.
Donare quello che si è, diventare persona eucaristica, non significa perdere quello che si ha, ma significa ottenere una grande abbondanza, addirittura 12 ceste che nessuno riusciva a mangiarne più; dunque essere noi stessi Gesù.
Vi ricordate anche nell'altro brano del Vangelo quando Gesù dice ai discepoli: date voi stessi da mangiare a loro, che non vuol dire semplicemente distribuire cibo, ma vuol dire fatevi voi stessi cibo per loro.
Quindi che cosa di noi è a disposizione del prossimo?
Senza nulla togliere al nostro stato di vita, che è la nostra vocazione specifica.
3°- Chi incontra me, vede me o incontra Gesù Cristo?
Allora penso che questi tre aspetti siano davvero importanti su cui riflettere per il cammino personale di ciascuno di noi; in fondo questa riflessione, questo incentrare nell'Eucaristia tutta la vita del cristiano, significa andare direttamente alla fonte, direttamente alla sorgente del significato di ciò che noi siamo.
Il nostro Battesimo ci spinge a essere persone eucaristiche, discepoli autentici di Gesù Cristo.
E come vedete l'Eucaristia è veramente il centro di tutta la vita del cristiano, perché confluisce in essa l'azione di Dio, la risposta dell'uomo e la sovrabbondanza di grazia che il Signore infonde in tutti coloro che si accostano con un cuore libero e desideroso al mistero dell'Eucaristia.
Dunque non dimentichiamo il congedo che conclude la celebrazione eucaristica è un invito non a concludere il mistero eucaristico, ma a trasportarlo, trasfonderlo al di fuori per rendere tutto ciò che incontriamo, tutto ciò che viviamo parte di questo mistero eucaristico.