Tre livelli della persona
16-4-2005
1) 1 Ts 5,23:
Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione
2) Gen 1,26-27:
Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza
3) Nella scrittura individuiamo tre livelli della persona
4) Il nucleo della persona dove sta? Nell'io profondo
5) L'io profondo si muove dove vuole e a seconda degli strumenti a disposizione, esprime se stesso
6) Che cosa si trova nello Spirito? C'è il nostro io e Dio, la relazione fondamentale
7) Se l'io dotato di libertà decide di uscire dalla comunione, va nell'altro livello
8) L'io che vuole esprimere se stesso, a sua disposizione ha solo le emozioni
9) Se questo ipotetico io si è spostato nella sezione del sentimento …
10) Quando il tuo io decide di stabilirsi nel corpo ha a sua disposizione solo le sensazioni
11) La preghiera è il dialogo con Dio
12) Dio dice: tu sei prezioso per me: come fai a dimostrarlo?
13) Il messaggio di Dio dobbiamo rivestirlo di parole
14) Il messaggio che Dio ti ha dato, adesso deve passare corporalmente
Se avete sott'occhio quelle citazioni, una è quella di 1 Ts 5,23, il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione e tutto quello che è vostro, Spirito anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Allora su questa citazione noi poggiano molte rivelazioni, su quello che si riferisce dal punto di vista biblico alla visione dell'essere umano.
Nella Scrittura ci viene presentato l'uomo come una specie di piccola trinità.
Ecco perché avete anche una citazione di Gen 1,26-27: "facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza"; nostra immagine e somiglianza significa dire che l'uomo è ideato su immagine di Dio.
Ora Dio è un solo Dio, però in tre persone e quindi possiamo intuire, intravedere e lasciarci evocare questa immagine, in cui vediamo l'essere umano come un unico individuo, però costituito di queste tre realtà e cioè Spirito, anima e corpo.
C'è da dire una specificazione subito, prima che noi andiamo avanti, ossia nel Catechismo della Chiesa Cattolica ( CCC ) che conosce molto bene questi brani della Scrittura, si dichiara e si esplicita in maniera inequivocabile che, non va intesa una duplice realtà, come se ci fossero due realtà spirituali nell'anima.
Allora l'uomo è dal punto di vista sostanziale, Spirito e materia, anima e corpo, di solito si dice così.
Nella realtà che viene chiamata anima, individuiamo anche l'aspetto psicologico, quindi l'anima è creata direttamente da Dio e consideriamo anche l'aspetto psicologico.
Per adesso vi è sufficiente tenere questo, anche se non possiamo vedere una triplicità di elementi, ma una dualità: l'elemento materiale e l'elemento spirituale.
Allora nella Scrittura noi abbiamo questa informazione; su questa informazione ci lasciamo ispirare, ci lasciamo cullare da questa immagine in cui individuiamo tre livelli della persona: il livello corporeo, il livello psicologico, il livello spirituale.
Il livello corporeo si esprime attraverso le sensazioni, quanti tipi di sensazioni ci sono?
Due sensazioni, piacevoli e spiacevoli; allora il corpo si esprime con queste due qualità di linguaggio.
A livello superiore abbiamo il livello dell'anima o psiche, la psiche si esprime con un linguaggio più complesso, che è costituito da tutti gli elementi che compongono la nostra capacità di pensiero, di ragionamento, di intuizione ecc.
Quali elementi possiamo trovare in questa sfera psichica?
Intelligenza, razionalità, fantasia, emotività, memoria, affettività, immaginazione, creatività, volontà ecc. ne ho fatto un elenco che può essere più o meno completo, ma tanto per intenderci, con tutti questi elementi la psiche esprime la persona.
Però il nucleo della persona dove sta? Sta nel corpo? Sta nella psiche?
Sta nell'IO profondo. Il problema è: dove sta l'IO?
Le scuole di psicologia ci parlano dell'ego, ci parlano del sé, ci parlano dell'IO profondo, della consapevolezza ecc. ecc.; questo IO che ci individua come esseri unici e irripetibili, dove sarà?
Ha un luogo specifico dove stare? Nello stesso tempo sì e no, ossia nella perfezione del progetto di Dio certo che c'è un posto determinato dov'è il luogo dell'IO; ma noi sappiamo che l'uomo si trova in una situazione che è dopo il peccato originale; cosa significa?
Che nel peccato originale l'uomo ha usato del proprio libero arbitrio, sì o no?
Come ne ha usato? Male.
Quindi l'IO ha questa caratteristica speciale di essere libero di mettersi dove vuole, ci siamo?
Quindi per questo motivo nella fotocopia che avete l'ho disegnato circondato da un ulteriore cerchietto, non perché sia un'altra suddivisione; ma semplicemente per sottolineare il fatto che l'IO è in realtà un qualche cosa di libero, si muove dove vuole.
L'IO profondo, l'individuo della persona si muove dove vuole, solo se, a seconda di dove si trova, lui ha degli strumenti a disposizione per esprimere se stesso.
Allora se il pilota si trova nella cabina di pilotaggio può pilotare l'aereo?
Sì, ma se si trova nella zona cucina che cosa potrà fare?
Un caffè, ma potrà pilotare l'aereo? No, altrettanto si dica se sta nel vano bagagli; l'immagine sembra ridicola, però calza molto bene nel nostro esempio.
Se il nostro IO sta nella cabina di pilotaggio, allora tutta la persona umana viene guidata, viene espressa ecc. nella pienezza della persona umana.
Ora la cabina di pilotaggio la potremmo assimilare allo Spirito.
Lo Spirito ci è rappresentato come la cabina di pilotaggio, dove hai tutti i comandi a tua disposizione, quindi quello che tu sei si può realizzare.
Però se il pilota va via dalla cabina di pilotaggio potrà fare altre cose, ma certo non pilotare l'aereo; l'aereo porta il pilota dove vuole lui.
Cosa accade, che quando il nostro IO invece di stare nel centro della persona umana che è lo Spirito, che cosa si trova nello Spirito?
C'è il nostro IO e Dio, quindi questa è la relazione fondamentale, IO e Dio, un aspetto di comunione, anzi quel nostro ego profondo, come fa a riconoscere se stesso come un individuo, può farlo da solo?
No, finché non c'è qualcuno che ti dice tu sei tu e io sono io, non riesce a distinguersi.
Questo è un meccanismo inconscio, che avviene nei primi giorni di vita, nei primi mesi e nei primi anni, quando ogni individuo comincia a prendere coscienza di se stesso, quindi prende le distanze dall'altro.
A livello psicologico un IO può riconoscere se stesso se non c'è qualcun altro che dice: tu sei una cosa e io ne sono un'altra?
No, quindi pensa di essere l'unico, pensa di essere Dio, per questo nello Spirito dell'uomo c'è questa compresenza tra l'IO individuale, unico, irripetibile di noi stessi e la presenza di Dio.
Dio dice continuamente: io sono tuo padre, tu sei la mia creatura, sei mio figlio diletto, ecc. ecc. e l'IO dice: ah! ma allora io esisto come qualche cosa di autonomo, qualche cosa che riceve da te, ma che da anche ringraziamento quindi c'è il riconoscimento di tutti e due: Dio si manifesta come ciò che Lui è, il Creatore, Padre ecc. l'IO comincia a capire qual è la propria identità.
Se l'IO sta lì nello Spirito, tutto va bene, ma se l'IO dotato di libertà decide di uscire dalla cabina di pilotaggio, decide di uscire dalla comunione continua con Dio, dall'intimità continua con Dio e va nell'altro livello che si chiama anima o psiche, quali strumenti avrà a disposizione per esprimere se stesso?
Se nella cabina di pilotaggio aveva tutto a sua disposizione, la cloche, i manometri, i comandi dell'impianto elettrico, idraulico ecc. può dalla cabina di pilotaggio avere il controllo su tutto l'aereo.
Se si sposta dalla cabina di pilotaggio avrà il controllo solo su una parte dell'aereo.
Quindi se il tuo IO si sposta in uno di questi settori del secondo livello che è il livello dell'anima o psiche, si trova per es. nel settore delle emozioni, non vuole più stare in comunione con Dio, vuole stare per i fatti suoi.
Ora c'è l'IO che vuole esprimere se stesso, però a sua disposizione che cosa ha?
Solo le emozioni, quindi tutto di quella persona lì si esprimerà solo attraverso le emozioni, quindi avrà una visione profonda della realtà o solo una visione emotiva della realtà? Solo emotiva.
A livello del cammino di fede è utile o non è utile quest'aspetto?
È pericoloso, perché una persona che vive la vita di fede semplicemente dal punto di vista emotivo, com'è questa persona?
È dominata dalla presenza di Dio oppure dalle sensazioni intellettuali?
Le emozioni, non le mozioni: mozione vuol dire lo Spirito Santo che ti spinge; le emozioni vuol dire che tu ti lasci guidare da quello che provi.
Durante una confessione, se il sacerdote ti dice la verità e te la dice chiara, magari in maniera anche un po' rude per scuoterti.
Allora: che cattivo, non ci vado più a confessarmi da lui, anzi non vado più in Chiesa, non faccio più questo e quello; perché?
Perché tu non stai cercando la verità, ma stai cercando solo la gratificazione, quindi vuol dire che in quel momento il tuo IO si trova nello Spirito o si trova nella psiche? Nella psiche.
Le emozioni hanno questa caratteristica, non sono durature, per sua essenzialità sono volubili, ogni istante possiamo essere condizionati da un'emozione diversa.
Addirittura la nostra condizione fisica può condizionare le emozioni.
A volte una persona ha la pressione alta o bassa ed ecco che le emozioni cambiano.
E ancora, certe volte mancano certi valori nel sangue e la persona o è euforica o è depressa; allora persino le condizioni fisiche possono influire sull'umore.
Se questo ipotetico IO si è spostato nella sezione del sentimento, può esprimere se stesso oppure sono le circostanze che lo condizionano?
Le circostanze, quindi questo IO da libero che era rimane libero o è divenuto schiavo di ciò che c'è intorno a lui?
È divenuto schiavo; quando l'IO è veramente libero?
Quando si trova in intimità con Dio, perché Dio gli dice solo le verità, quando sei in intimità con il Signore, ti guida, ti dà il discernimento, ma quando sei nella comunione con Lui, allora puoi esprimere la tua libertà, perché Dio è libertà dell'uomo, non l'IO.
L'IO senza Dio è schiavo delle circostanze.
Se per esempio invece che nelle emozioni fosse nella razionalità, voi vedreste una persona che esprime tutto solo dal punto di vista razionale: i famosi "illuministi", raziona-listi, materialisti, tutto ciò che si vede e si tocca, tutto il resto non conta.
Però l'IO può essere libero, si può spostare anche altrove, per es. all'ultima sfera, quella del corpo; ora mentre nel livello psichico già non andava bene, però almeno avevi diversi elementi a tua disposizione per esprimere te stesso, intelligenza, razionalità, fantasia, creatività, è come dire va bene, io sono ancora nell'aereo, anche se non nella cabina di pilotaggio almeno posso accendere e spegnere le luci, posso tirare fuori la roba dal frigo, ecc.,
Così quando il tuo IO, che è dotato di libero arbitrio, decide di stabilirsi nel corpo, quali strumenti ha a sua disposizione per esprimere se stesso?
Solo le sensazioni, che sono di due tipi, piacevoli o spiacevoli.
Ovviamente l'IO quali sensazioni preferirà continua-mente?
Quelle piacevoli, quindi la persona, l'IO, rimane condizionato, succube, prigioniero delle sensazioni e ricercherà sempre quelle piacevoli, quindi l'IO diventa schiavo del piacere, la corporeità oppure la carnalità.
In questo però dobbiamo sapere che ci sono anche delle deviazioni per cui il linguaggio risulta invertito, ossia viene ritenuto piacevole ciò che in realtà è spiacevole: il masochismo per esempio.
E voi capite che l'IO quando si toglie dalla comunione con Dio, stravolge se stesso.
L'IO ha significato solo quando trova qualcuno che è al suo livello e gli può dire la verità.
La psiche può dire a se stessa che cosa è?
No, perché dove ha un punto di paragone?
Da te stesso puoi dare un paragone con chi, con te stesso?
Non è possibile, perché ci sei solo tu!
Mentre se il tuo IO si trova in comunione con Dio, tu puoi essere in dialogo, quindi hai la possibilità di misurare te stesso, capire chi sei tu, chi è Lui e avere una relazione che edifica.
È chiaro che stiamo parlando a livello teorico; se un IO o un individuo non avesse mai possibilità di paragonarsi con qualcuno, con chi si paragonerebbe? Solo con se stesso!
Chiunque vada di fronte allo specchio e dica: ah! ma tu sei così e cosà, perché nella sua mente ha già fatto un'esperienza di altre realtà; poi bisogna vedere che cosa e a che livello questa persona che si guarda allo specchio si giudica, potrebbe giudicarsi dal punto di vista estetico, oppure dal punto di vista psichico, sei intelligente, sei furbo, sei tonto ecc.
Ma quando uno si confronta a livello spirituale non va davanti allo specchio, sapete dove va? Davanti al tabernacolo.
Allora lì è l'unico modo dove può confrontare se stesso, perché Gesù Cristo è l'uomo perfetto.
E da cosa si vede? Che Gesù Cristo non basta a se stesso.
Lui è Dio ed è uomo nello stesso tempo, quindi in teoria avrebbe potuto parlare con se stesso, ma mica è schizofrenico, non ha due personalità: una sola persona con due nature, è chiaro?
Per questo tante volte nel Vangelo si dice che Gesù passava le notti in preghiera, perché la preghiera è il dialogo con Dio.
Allora l'IO che dialoga con Dio non è la preghiera?
E non è durante la preghiera che tu riconosci chi sei tu nella verità ossia quando la tua preghiera è autentica non è forse vero che Dio ti dice: va bene, sono contento di te in questo aspetto, visto che sei migliorato qui, qui e qua, però attento non hai fatto caso a quest'altra cosa, a questa conseguenza?
Questo è il dialogo autentico con Dio, nella preghiera c'è la possibilità per l'uomo di essere sempre più uomo e per Dio di essere riconosciuto sempre più come Dio, come padre, come Salvatore, come santificatore.
La preghiera, parentesi, non sono le preghiere, le preghiere sono solo una conseguenza della preghiera.
La preghiera è dialogo intimo, dove parlo con Dio e Dio accoglie le mie parole; Dio mi risponde, avendo Egli già parlato nella Bibbia, ma anche con linguaggi esprimibili direttamente nel mio cuore, con le sue luci, le sue intuizioni, con la sua pienezza di senso che Lui dà alla nostro vita.
Quindi questa intimità che voi vedete nello Spirito, Dio e IO, è ciò che ci fa essere sempre più "essere umano", tant'è vero che tu quando sei con Dio riesci a guidare la persona umana, puoi esprimere il tuo IO profondo in maniera piena, perché sei in dialogo con Dio.
Dio dice: tu sei prezioso per me, per es.; allora quando tu senti dire questo, il tuo IO esprime quello che ha sentito dire da Dio.
Come fai a farlo uscire di fuori? L'IO, umano, manda questo messaggio a tutti i livelli della persona umana e cosa succede?
Dio ti dice: tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima, io ti amo.
L'IO riceve questo messaggio di Dio, questo messaggio che è un messaggio spirituale deve diventare un messaggio umano e poi si deve anche vedere all'esterno.
Quindi il messaggio di Dio colpisce il tuo IO profondo, il tuo IO profondo lo riceve e dice: molto bene, adesso lo voglio rivestire di significato e di parole questo messaggio, che Dio mi ha mandato.
Ed ecco che l'impulso esce dall'IO profondo e va nella psiche e quando arriva nella psiche il messaggio fa il giro di tutti i settori e in ogni settore viene rivestito di significato cioè a dire che ogni settore dà il suo apporto a questo significato, che proviene da Dio.
Quindi l'intelligenza, la razionalità, la memoria, l'affettività ecc.; dunque fa il giro questo messaggio, perché sta diventando un messaggio umano, arriva da Dio, però noi dobbiamo dargli il significato che gli uomini riescono a capire e anche noi riusciamo a capire.
Noi pensiamo solo attraverso delle parole; noi non riusciamo a pensare senza le parole.
Quindi il messaggio di Dio viene dentro di noi e dobbiamo rivestirlo di parole, quindi fa il giro di tutto il settore psichico, poi deve andare all'esterno e come fa ad andare all'esterno? Attraverso il corpo.
Il corpo abbiamo detto che si esprime con un linguaggio binario ossia piacere e dolore.
Tu devi esprimere questo messaggio di Dio, che intanto è stato rivestito di significato da tutto il livello psicologico, però arriva al livello corporeo, come lo esprimerai? Con il corpo.
Primo ambito: come? La bocca, ma la bocca coinvolge la gola, le corde vocali, il viso, gli occhi.
Quindi tutto quello che psichicamente hai capito che significa il messaggio che Dio ti ha dato, adesso deve passare corporalmente, perché deve diventare intelligibile, comunicabile, che gli altri lo possano recepire.
Cioè con la voce, con la tonalità, con il canto, con il tuo linguaggio, con le tue parole che usi e con l'espressione del volto che usi, con la tua gestualità, con il tuo entusiasmo, con la tua mestizia, con tutto quello che tu sei capace di corporalmente esprimere di quel messaggio che proviene da Dio.
Allora in quel modo vedi il tuo IO domina la persona e non è dominato dalla persona e può farlo solamente perché è in comunione con Dio.
Ma se fosse stata psichicamente, l'IO avrebbe potuto sentire Dio che gli dice: io ti amo, tu sei prezioso per me?
No, avrebbe sentito l'IO stesso che dice: io mi amo, io sono prezioso, io sono importante; quello si chiama narcisismo.
Avete capito dunque la differenza? Ecco perché è importante avere almeno questa infarinatura generale su quella che è l'antropologia cristiana, perché su questo schema voi riuscite a intuire molte cose del vostro cammino spirituale, delle persone che vengono a chiedere un consiglio, quando dovete fare una catechesi, quando dovete preparare una piccola liturgia, quando dovete scegliere un canto; non basta scegliere un canto perché vi dà una bella emozione, perché noi non stiamo cercando le emozioni, a meno che non stiamo cantando un canto di montagna.
Ma se stiamo cantando una lode a Dio, deve essere una lode a Dio, non una lode estetica.