Esdra e Neemia

Indice

Introduzione

Contenuti

I due Libri di Esdra e Neemia riferiscono avvenimenti relativi al ritorno degli Ebrei dall'esilio in Babilonia.

Nel canone ebraico e nell'AT greco essi costituivano un unico libro, ma vennero divisi nelle edizioni della Vulgata latina.

L'inizio sembra idealmente collegarsi con la finale del secondo libro delle Cronache, perché in ambedue i testi ricorre l'editto di Ciro che autorizza il ritorno degli esuli.

Con l'arrivo della prima carovana dei rimpatriati si ripristina l'altare per i sacrifici e si cerca di ricostruire il tempio, superando l'ostilità dei vicini, che fanno intervenire il re persiano a fermare i lavori.

Esdra viene poi ufficialmente inviato dal re persiano per ripristinare il culto e far osservare la legge; ma egli affronterà anche il problema di una comunità contaminata da matrimoni con donne straniere.

Neemia, coppiere del re, chiede il permesso di recarsi a Gerusalemme per ricostruirne le mura; egli saprà organizzare i lavori, ma dovrà tener testa a diverse iniziative di nemici che vogliono ostacolarlo.

Alle prime tre sezioni, che rappresentano la messa in atto del compito assegnato da Ciro di ricostruire la casa di Dio, segue una quarta, caratterizzata da una serie di eventi che suggellano la nascita del giudaismo: dopo la lettura della legge vi è una celebrazione festosa, una lunga preghiera e la stipulazione di impegni comunitari.

Il tutto è completato dalla dedicazione delle mura di Gerusalemme e dalla verifica degli impegni assunti.

Schema

Primi rimpatriati ( Esd 1,1-6,22 )

Ritorno di Esdra ( Esd 7,1-10,44 )

Ritorno di Neemia ( Ne 1,1-7,72 )

Lettura della legge e organizzazione della comunità ( Ne 8,1-13,31 ).

Caratteristiche

Le tre carovane che ritornano dall'esilio hanno tutte origine presso la corte dei re persiani.

Ciascuna delle tre ha una propria meta:

la ricostruzione del tempio,

l'organizzazione della comunità purificata da elementi stranieri,

la ripresa del culto nella città protetta da mura.

Nel complesso risaltano sia il frequente inserimento di liste di nomi, sia la presenza di sezioni in lingua aramaica, soprattutto lettere ( Esd 4,8-6,18; Esd 7,12-26 ).

Nell'utilizzo delle fonti, spesso trascritte senza amalgamarle, l'autore non si è preoccupato dell'ordine cronologico, poiché la disposizione degli eventi, così come sono narrati, manifesta vistose incongruenze.

In generale si ritiene oggi che l'attività di Neemia abbia preceduto di alcuni decenni quella di Esdra e si sia svolta sotto il re Artaserse I ( 465-423 a.C. ), mentre Esdra avrebbe operato sotto Artaserse II ( 404-358 a.C. ).

Forse l'autore volle mettere in rilievo la coerenza e la complementarietà di Esdra e di Neemia nel costruire la nuova comunità di Gerusalemme, ponendoli per questo uno a fianco all'altro, impegnati nella stessa impresa, riservando peraltro a Esdra il posto d'onore.

Domina ovunque, nel libro, un interesse per la legge scritta, per la regolarità del culto nel tempio, per la purità della stirpe e la separazione dalle popolazioni pagane.

Origine

I lettori giudei di questi libri si trovavano nella stessa situazione dei protagonisti: dovevano vivere la fede di Abramo in una nuova situazione politica, senza il pieno possesso della terra e sotto il dominio straniero.

Essi rappresentano anche un esempio di rapporti tra il Giudeo e i re pagani, siano essi persiani ( 538-333 a.C. ), ellenisti ( 333-63 a.C. ) o romani.

Ogni sezione ha caratteristiche proprie, che fanno pensare a fonti autonome e vicine agli avvenimenti, come le memorie di Neemia in prima persona.

Il redattore finale ha utilizzato le varie fonti senza rispettare l'esatta cronologia: i nomi dei re persiani citati furono portati da più sovrani, per cui è difficile ricostruire la successione degli eventi.

La datazione della redazione finale va collocata probabilmente nel IV-III sec. a.C.

Commento di Mario Erbetta

Il materiale letterario, a cui ci accostiamo, si presenta oggi distribuito in due libri intitolati ai loro protagonisti, Esdra e Neemia; in antico però l'opera costituiva un libro solo, col titolo di Esdra.

Nell'introduzione a Cron. abbiamo considerato Esd. e Neem. come un'appendice all'ultima parte di esse; ora ci limitiamo a una suddivisione in 4 sezioni, avvertendo che, secondo la successione cronologica Neem. Esd. qui adottata, i due libri coprono un periodo frammentario di 140 anni, cioè dal 538 a. C., anno dell'editto di Ciro, fino al settimo di Artaserse II, 398 a. C.

Esdra.

1) Il rimpatrio dei primi reduci sotto la guida di Sheshbazzar e la ricostruzione dell'altare e del tempio per opera di Zorobabel, nonostante l'opposizione samaritana; Esd 1,1-6,22; 538-515 a. C.

2) Ritorno di Esdra a capo di un'altra comitiva e dissoluzione dei matrimoni misti; Esd 7,1-10,44; 398 a. C.

Neemia.

1) Il coppiere Neemia è eletto da Artaserse I nel 445 a. C. governatore della provincia giudaica; ricostruisce le mura di Gerusalemme affrontando lotte esterne e difficoltà all'interno; suo governo; Ne 1,1-7,72a.

2) Riforma religiosa con l'aiuto di Esdra e organizzazione politica della provincia; solenne dedicazione delle mura; seconda missione di Neemia; Ne 7,72-13,31; 445-424 a. C. .

I libri storici della Bibbia si presentano, per lo più, come un'antologia di fatti scelti per provare una tesi, mentre la successione cronologica, vincolata o no da ragioni di causa ed effetto, passa spesso in secondo ordine.

La constatazione, senza pregiudicare la veridicità del racconto, come è stato detto nella introduzione a Re, aiuta a scoprire il movente dell'A. nel redigere il lavoro.

Ora, un sommario del materiale raccolto in Esd. e Neem. - le carovane dei reduci, il ripristino del culto, la ricostruzione con la relativa dedicazione del tempio e delle mura della città santa, la presenza di personaggi superiori a ogni encomio: Zorobabel, Neemia ed Esdra, nonché il favore incontrato in terra d'esilio, prima del ritorno e alla corte di Ciro, Darlo I, Artaserse I e II, ecc. - prova evidentemente che Dio non aveva mancato alle promesse.

La catastrofe del 586 a. C. aveva ridotto Israele come un campo di ossa aride.

La profezia di Ez 37,1-11 si era andata realizzando a favore dei superstiti, i reduci dall'esilio.

D'altra parte, gli sforzi della nuova comunità per sottrarsi ad ogni influsso straniero, le lotte con gli ibridi Samaritani e le piaghe interne risanate, specialmente per quanto riguarda l'affare dei matrimoni misti, l'osservanza del sabato e i contributi destinati ai ministri sacri, dovevano persuadere i contemporanei e i posteri che l'avvenire doveva essere costruito sull'esempio dei primi pionieri, nella perfetta osservanza della legge.

I padri, abbandonando il Signore, avevano causato la propria rovina; adesso, una folta schiera di scribi, con in mano la legge del loro Dio, la inculcherà senza posa, sull'esempio di Esdra.

Questa sarà il patrimonio spirituale, la magna charta che vincolerà anche il nuovo Israele.

Ben pochi furono i rimpatriati dall'ex-regno del nord; nella nuova comunità però ogni scissione è scomparsa: la verga di Efraim si è congiunta con quella di Giuda! ( Ez 37,15-20 ).

La restaurazione era quindi cominciata; la prima pagina era stata scritta da un principe di Giuda: Sheshbazzar, dal continuatore della dinastia davidica Zorobabel e da un sommo sacerdote discendente di Aronne, Giosuè.

In questo periodo di transizione, sotto un giogo straniero, la funzione della dinastia davidica sembra sottovalutata per l'importanza che va assumendo la stirpe di Aronne; ma è sempre presente e stimata in mezzo ai reduci.

Quando però l'Onnipotente, nel giro di pochi secoli, aprirà l'altra pagina della restaurazione di cui la prima era tipo e preludio facendo apparire un sommo sacerdote, ma discendente di David, allora verrà debitamente apprezzata la funzione storica della dinastia davidica e della discendenza di Aronne, i componenti del patrimonio visibile d'Israele, gli instauratori della teocrazia dopo la parentesi dell'esilio.

Chi giunse per primo a Gerusalemme: Esdra, in qualità di ispettore religioso da parte di Artaserse, o Neemia, come governatore della provincia giudaica?

Secondo l'attuale disposizione del materiale letterario, risulta che nell'anno settimo di Artaserse Esdra arriva nella città santa con una seconda carovana di esuli ( Esd 7,7 ) e vi svolge la sua grande missione etico-religiosa ( Esd 7,1-10,44 ).

Quindi, passando a Neem., leggiamo che costui, nel ventesimo anno di Artaserse ( Ne 2,1 ), vi arriva come governatore e restaura le mura.

Rimane 12 anni e, dopo un breve ritorno alla corte di Susa, prima ancora della morte di Artaserse, ricompare in Palestina.

È questo il tema del libro omonimo, dove si nota anche la presenza di Esdra ( Esd 8,2.9 ).

Quanto ai fatti narrati nella prima sezione di Esdra ( Esd 1,1-6 22 ) - salvo il brano Esd 4,6-23 - dal punto di vista cronologico, non presentano alcuna difficoltà.

A prima vista sembra dunque che si tratti, sia in Esd. che in Neem., dello stesso Artaserse, e precisamente del I o Longimano ( 465-424 ).

Neemia infatti durante la sua prima missione, ebbe a che fare con Sanballat, governatore di Samaria ( Ne 2,19 ) e il sommo sacerdote di allora Eliashib ( Ne 3,1 ); nella seconda missione notiamo invece Joiada suo figlio ( Ne 13,28 ).

Ora, dai papiri trovati a Elefantina sappiamo che i figli di Sanballat e di Jokhanan, figlio e successore di Joiada, vivevano nell'anno 408/407 a. C.

Va escluso, perciò, il nome di Artaserse II o Mnemone ( 405-358 a. C. ) da Neem.

Infine, con non pochi esegeti, si sarebbe tentati di identificare l'Artaserse di Neem. con quello di Esd., ma l'analisi accurata dei documenti inclina a supporre - come accenneremo nel commento - che l'Artaserse di Esd. è il II, non il I.

Ecco, quindi, come si può disporre cronologicamente la cartella dei documenti inseriti nei due libri;

A) Esd 1,1-4,5 + Esd 4,24-6,22: i primi reduci con Sheshbazzar e Zorobabel e la ricostruzione dell'altare e del tempio ( 538-515 ).

B) Esd 4,6-23: tentativi di restaurare le mura all'inizio del regno di Serse ( 486/85 ) e all'epoca di Artaserse ( 465-446 ).

C) Ne 1-12: prima missione di Neemia ( 445-433 ).

Per l'anno 445 è attestata una prima attività di Esdra a Gerusalemme.

- Ne 13: ritorno di Neemia ( 430-424 ca. ).

D) Esd 7-10: seconda attività di Esdra nella città santa ( 398 ).

L'ordine esposto verrebbe preferito da un autore moderno, ma ben diversi sono i criteri della storiografia ebraica, per cui il fattore tempo non è il più importante.

La redazione, svolta in base a una tesi determinata, presentava uno schema in cui l'associazione ideale aveva una funzione principale; perciò Esd 4,6-23 figura in un contesto cronologicamente diverso ma ideologicamente connesso.

È dunque conveniente che la prima sezione di Esdra. ( Esd 1,1-6,22 ), tutta dedicata al ripristino del culto, debba precederne un'altra, il cui tema è la restaurazione morale della comunità per opera di uno scriba-sacerdote ( Esd 7-10 ).

A questa restaurazione è logico far seguire un'epoca di riforme e di misure politico-sociali, come è essenzialmente l'opera del governatore Neemia: ben inteso in una provincia, nonostante tutto, retta teocraticamente!

A tale scopo non occorreva nessuna falsificazione - nota la presenza di Esdra nel primo anno di governo di Neemia - ma solo una conveniente disposizione del materiale conforme al genere letterario seguito dal Cronista.

Per la data di composizione e l'A. cfr. l'introduzione a Cron.

Conferenze

Introduzione a Esdra e Neemia

Don Federico Tartaglia

Libro di Esdra

Libro di Neemia

Don Silvio Barbaglia

Libro di Esdra

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