Nelle varie sezioni dell'Unione

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Nella sezione di Tripoli

Pubblicando, come abbiamo promesso, la relazione dell'Unione del Crocifisso di Tripoli, che disse il Fratello Albertino, Direttore della stessa ( di passaggio a Torino ) nell'indimenticabile Festa annuale dell'Unione del Crocifisso in Torino la Domenica 17 Giugno p. p., svoltasi alla presenza augusta del compianto Cardinale Agostino Richelmy, sentiamo il dovere e il bisogno di esprimere il nostro profondo dolore per la scomparsa di un tanto Pastore.

Ci pare ancora di vederlo in mezzo a noi, col paterno sorriso, presiedere le feste annuali dell' Unione nostra, ovvero nelle diverse circostanze in cui incontrava qualche nostro superiore, domandare con pastorale bontà: "E l'Unione del SS. Crocifisso come va? "

Quanto entusiasmo suscitava la sua presenza!

Quanti propositi di vita santa e di apostolato producevano le sue parole!

Ora un grave dovere incombe a tutti i membri dell'Unione: pregare per l'anima eletta del compianto Cardinale e mettere in pratica le sue raccomandazioni specialmente quelle lasciateci nel suo autografo.

Relazione sull'Unione del Crocifisso in Tripoli.

Di passaggio a Torino, sono lieto di trovarmi stasera a questa festa per portare anzitutto il mio deferente saluto a S. E. il Cardinale Arcivescovo, pure a nome dei miei Confratelli di Tripoli e per riferire brevemente sulla Sezione del SS. Crocifisso tripolina.

Venne fondata il 7 dicembre 1919 fra gli Ex alunni dei fratelli D. S. C. , che in numero di 40 pronunziarono per la prima volta la Consacrazione dinanzi a Gesù Sacramentato.

Stabilitane la fondazione anche fra gli allievi frequentanti la Scuola, si tennero apposite conferenze per invitarli a dare il loro nome alla Società.

Seguirono speciali funzioni religiose a scopo di propaganda e, in meno di un mese, l'Unione contava fin dagli inizi, un centinaio di aspiranti.

Con molto entusiasmo, specie fra i giovani maltesi, che nutrono molta divozione a Gesù Crocifisso, i nuovi ascritti presero parte sempre compatti alle adunanze, come la recita quotidiana delle preghiere alle Cinque Piaghe fu sempre generale e fervente.

Seguì, subito dopo, la pratica della comunione frequente, anche giornaliera, ottenendo abbondanti frutti, quali un aumento sensibile degli alunni alla scuola dei Fratelli, una maggiore frequenza alle funzioni parrocchiali anche da parte degli adulti, e un lustro crescente alle medesime solennità religiose.

Alcuni mesi dopo, quando le finanze lo permisero, si poté procurare una bellissima bandiera alla Società, la migliore fra le esistenti di Tripoli, raffigurante, in due mirabili dipinti su seta bianca, l'effige del Santissimo Crocifisso e quella di Maria Immacolata, opera dell'illustre Prof. Crida di Torino.

La benedizione della medesima, impartita da S. E, Mons. Vescovo Tonizza, Vicario Apostolico della Libia, fu solenne assai; e da quel giorno il Santo Labaro, non mancò di intervenire e di figurare a ogni manifestazione di fede e di patriottismo.

Sventolò in processione per le vie della città, in cortei, nelle adunanze, persino nelle riviste militari, ammirata da tutti, nonché dagli Arabi e dagli Israeliti.

Le norme del regolamento dell'Unione furono seguite sempre con scrupolosità, sia nella scelta dei nuovi elementi, come nella pratica dell'adunanza settimanale, e della Comunione domenicale.

Si è giunti così al presente giugno, su per giù con lo stesso numero di inscritti e coi medesimi elementi, specie fra i più attempati.

Ci fu qualche defezione, è vero, non mancarono gli sforzi di qualcuno per sviare gli scopi dell'Unione, si ebbero perfino dei dispiaceri da parte di chi dava forse maggior affidamento; ma l'opera rimase: si rinfrancarono i deboli e entrarono a colmare i vuoti promettenti energie.

C'è chi obiettò essere l'istituzione nostra troppo ascetica e lontana dal raggiungere effetti pratici e immediati: tornare quindi conveniente l'uso dei giochi clamorosi, il foot-ball, l'adunanza ogni sera, il teatro, il cinematografo, lo sport in genere ( tutte cose lecite e oneste, ma non consone al carattere della Pia Unione ); ma si tenne duro, disposti anche ad assottigliare le file pur di non venir meno alle norme del Regolamento.

L'Unione tripolina promette adunque abbondante messe di bene e di opere, se saprà rimanere, come speriamo con l'aiuto di Dio, nella più rigida ortodossia di espressione religiosa.

Conta, ripeto, un ricco attivo di fede e di entusiasmo che costituisce il più ambito premio agli zelatori dell'opera, un'arra sicura per più ripromettente avvenire.

Presentemente sono un centinaio di soci, fra cui una trentina sui venti anni, tutti buoni e ferventi e, in verità, senza rispetti umani.

Si porta il distintivo con franchezza nelle aule delle Scuole Commerciali e del Ginnasio e nei pubblici Uffici; l'adunanza del sabato è pressoché ogni volta plenaria, numerose le Comunioni, molteplici le manifestazioni di propaganda e di zelo, quali l'ora di adorazione nelle Quarant'ore a mezzogiorno e quella notturna, conferenze apologetiche, processioni, distribuzione abbondante di immagini, periodici e fogli nostri, una numerosa.

Schola Cantorum, ritiri spirituali in adempimento del Precetto pasquale, un piccolo patronato scolastico e l'assistenza e la cura religiosa, per opera di alcuni soci adulti, dei ragazzi che non frequentano la Scuola dei Fratelli.

C'è molto ancora da fare, non solo fra gli Arabi e gli Ebrei, refrattari a ogni infiltrazione religiosa, ma fra gli stessi Italiani, che, a Tripoli, nella grande maggioranza, sono immersi soltanto nelle cure materiali e quindi poco dediti all'adempimento dei doveri religiosi; e lo farà l'Unione del SS. Crocifisso.

Si tocca proprio con l'evidenza dei fatti, che Gesù Crocifisso e Maria Immacolata compiono l'opera perché tutta loro; e giacché la bontà divina si compiace di operare tanto bene per opera dell'Unione e dei suoi zelatori, invito i soci a attribuire tutta a Dio la gloria, supplicandolo a volerne assicurare la protezione della Madre Celeste, per essere dei buoni operai evangelici.

Porto qui il saluto dei Soci tripolini e supplico S. E. il Cardinale a voler concedere una benedizione al sottoscritto, ai suoi zelanti Cooperatori, nonché alle loro Opere.