Amore misericordioso di Gesù

B27-A3

a ) Il Santo Crocifisso di Limpias

Grazie straordinarie.

È avvenuta recentemente in Manilla una guarigione prodigiosa attribuita al S. Cristo dell'Agonia e siamo felici di poter pubblicare la testimonianza, trasmessa al Santuario dal Padre Tommaso Malina della Compagnia di Gesù, insieme con qualche altra relazione di grazie.

La testimonianza, tradotta dallo spagnolo, è del seguente tenore: « Io, Tommaso Molina S. J., assicuro che quanto più sotto è detto mi fu comunicato parte per scritto e parte a viva voce dal Sig. Luigi Sors, spagnolo, abitante di Manilla, di 52 anni di età.

I dati che detto signore mi ha favorito sono questi: Circa 25 anni fa', mi disse il sig. Sors, una roncola mi graffiò il piede sinistro, che poi si ulcerò.

L'ulcera si chiuse e si riaprì più volte negli anni successivi e nel 1918 aveva un diametro di circa quattro centimetri, non era tuttavia profonda.

Consultai allora un medico N. N. ( si tace il nome per riguardo ), il quale trattò il piede col sistema omeopatico per circa tre mesi, senza risultato soddisfacente.

Ricorsi ad altro medico X. X. che attribuì l'ulcerazione a malattia specifica; gli effetti della cura furono disastrosi.

Ricorsi così a un terzo medico Z. Z.: esso fu contrario alla diagnosi formulata dal medico precedente e, assicurando che si trattava di ulcera varicosa, prescrisse una cura esterna con vaselina borica.

I dolori però continuarono e si accompagnarono a fenomeni infiammatori che mi estenuarono grandemente.

Il curante ricorse allora ad iniezioni di cacodilato di sodio, ma l'ulcera seguì il suo corso, peggiorando continuamente.

Mi risolsi di sentire un quarto Dottore Y. Y.

L'ulcerazione aveva in quel tempo un decimetro di lunghezza per mezzo di larghezza.

Il medico applicò un vaccino tubercolare, sospettando si trattasse di un'ulcera di questo genere, e poco dopo praticò anche l'esame del pus: l'una e l'altra ricerca ebbero risultato negativo.

Mi posi in mano ad un quinto Medico, D. U., specialista delle malattie della pelle: egli mi applicò tre iniezioni nello spazio di un mese o poco meno; il risultato fu deleterio, mi si aprì una nuova ulcera nella parte sana dei polpacci, la prima si estese notevolmente, sicché pareva che io avessi una calza di carne viva al di sopra dal piede; fui da un sesto dottore che mi indusse a riparare in un Ospedale - quello di S. Giovanni di Dio, gennaio 1920.

Qui fui oggetto di cure giornaliere per sei mesi consecutivi.

Ne uscii abbastanza migliorato, ma nel luglio dello stesso anno ricaddi ancora e tanto gravemente da non potermi muovere per gli acuti dolori.

Il Dottore applicò i rimedi che stimò convenienti, però il male invece, di fermarsi si avanzò in modo straordinario e ne derivò cancrena fetida.

Il 25 agosto mia moglie e mia figlia cominciarono una novena al S. Cristo di Limpias e la terminarono il 2 di settembre: il 6 dello stesso mese la moglie ricominciò la novena e la terminò il 14.

Il Medico curante Dott. N. O. disse intanto a mia moglie che era il caso di pensare all'amputazione della gamba, per cui bisognava trasportarmi all'Ospedale.

A me però non fu detto nulla.

Proprio il 14 settembre il Dott. N. O. concertò un consulto con il Chirurgo Dott. J. K. in casa mia, ma esso non poté effettuarsi, perché uno dei due medici mancò all'appuntamento, l'altro da solo non poteva operare.

Il giorno appresso, 15 settembre, soffrendo io di acerbissimi dolori, fu chiamato il Dott. N. O., che venne verso l'una e mezzo pom., e, dopo una visita al piede, promise di tornare il giorno dopo.

Io presi a bendarmi il piede e mia moglie andò ad accompagnare il medico.

Fin qui ciò che mi disse a voce il Sig. Luigi Sors: stralcio ora direttamente dalle sue note scritte quanto segue: « Quando mia, moglie tornò da me io le domandai ciò che le aveva detto il Dottore.

Mi rispose che mi trovava migliorato; non lo credetti, e le dissi: « Tu mi inganni, questa gamba va sempre peggiorando ».

Nel momento che lei mi rispondeva che non era così, io che ero seduto sulla sponda del letto appoggiando la gamba malata ad una sedia e in questa attitudine stavo bendandomi la parte malata, nell'alzar la testa, alla testiera di fronte a me, vidi con chiarezza stupefacente l'immagine del S. Cristo di Limpias, in grandezza naturale, come si staccasse dalla Croce, solo che invece di tenere, la testa volta in su, che è la sua posizione naturale, io Lo vidi con la testa rivolta in basso, quasi ad osservare la mia gamba.

Ciò che io sentii non saprei spiegarlo, restai incantato: mia moglie e mia figlia dicono che io avevo il volto tutto trasformato, che indicando la parete gridavo: « Lì … li … il Cristo … dell'Agonia! »

Non potevo parlare come volevo e, poiché esse stupefatte erano dritte in piedi al mio fianco senza nulla vedere, riferiscono che io le presi per le bracca a dicendo: « Inginocchiatevi che è lì … », finché si inginocchiarono e recitarono un Credo ad alta voce.

Allora ruppi in pianto, consolando mia figlia che era fortemente commossa, e dissi con grande convinzione ( io non ricordo, ma lo dicono loro ): « Ora sì che guarisco! … ».

Fin qui sono sue parole.

Quella notte il paziente dormì tranquillamente, dopo parecchi mesi che non aveva chiuso occhio una sola notte per i gravi dolori.

Il giorno dopo alle 7 della mattina, ora in cui l'ammalato usava curarsi, osservò con grande sorpresa che tutta la parte cancrenosa si era staccata aderendo alla garza.

Alle due pomeridiane giunse il Dott. N. O., come aveva promesso il giorno prima, e restò ammirato al vedere, ciò, gridando ad alta voce: « Che è successo qua? » Nessuno rispose.

Ricettò polverine di iodo tannico e tornò poi di pomeriggio in pomeriggio a ripetere le sue visite …

Presto apparirono dei punti bianchi coperti di nuova epidermide nei luoghi dove erano le ulcere, essi andarono sempre più ingrandendosi mentre anche dai margini avanzava pelle nuova, infine, coperte tutte le parti prima ulcerate, si formarono le cicatrici.

Prima di quindici giorni cominciò a camminare ».

* * *

Altre due nuove guarigioni sono state registrate ultimamente, una di una principessina ungherese da venti anni paralitica, il dicembre u. s., e l'altra nella notte di Capodanno.

Pure nella notte ultima dell'anno il S. Crocifisso di Limpias operò un vero miracolo morale, tra noi, ad Ottobiano Lomellina.

Una conferenza con proiezioni sul Cristo tenuta da un Padre Salesiano destò tale commozione nell'uditorio che, quando sullo schermo apparve la figura di Gesù Crocifisso, tutti i presenti si prostrarono a recitare l'Atto di dolore, in riparazione ad un pubblico oltraggio recato qualche tempo fa alla Santa Croce, e, ad una voce promisero di essere fedeli nell'amore del Signore.

Si era tanto lontani dal prevedere tale effetto che in paese era stato pomposamente organizzato un grande veglione …

Ebbene … esso andò perfettamente deserto.

* * *

b ) Compio la promessa fatta di pubblicare la seguente grazia ottenuta da Gesù Crocifisso a intercessione dal caro Fra Leopoldo: La mia sorella Margherita veniva presa da forte febbre che aumentava giornalmente; visitata dal medico, egli dichiarò essere un tifo in pieno sviluppo.

Desolata di ciò, supplicai il caro Fra Leopoldo, perché mi aiutasse, feci fare un triduo di preghiere presso i Rev. Fratelli delle Scuole Cristiane pregando pur io colla mia famiglia.

La febbre per un giorno aumentò ancora fortemente, ma poi, in tre giorni rapidamente scomparve.

Il Dottore constatando tale variazione, ne fu meravigliato e ammise che la malattia era stata troncata nel suo pieno sviluppo da una forza superiore.

Grazie! o caro Leopoldo, della tua palese protezione!