Il centenario dei Fratelli delle Scuole Cristiane

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Il Principe di Piemonte al Collegio di S. Giuseppe

Cent'anni or sono giungevano in Piemonte, chiamati da Re Carlo Felice, i primi nuclei dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che, seguendo il fervido esempio dato loro dal fondatore San Giovanni Battista De La Salle, si dedicavano con fede e volontà alla propaganda del loro programma.

I meriti specifici dei Fratelli sono quelli di aver ideato l'insegnamento primario con indirizzo popolare; di avere iniziato, intuendo i nuovi orientamenti sociali l'insegnamento tecnico, e, parallelamente alla scuola classica, una scuola media scientifica, con carattere pratico; di avere inoltre dato vita alle forme più moderne di istituzioni utilitarie, quali le Scuole domenicali e serali, le Scuole Professionali, le Scuole Agricole, e, primo fra tutti, l'Istituto Magistrale.

Tali Istituzioni furono incoraggiate dall'approvazione concorde di Sovrani e Governi, e una ambita riconoscenza dei loro meriti fu data loro da S. A. R. il Principe di Piemonte, che concedeva il suo Alto Patronato per le Commemorazioni Centenarie, che ebbero principio il 15 maggio, - la festa di S. Giovanni Battista De La Salle, - con il solenne Pontificale, celebrato da S. E. il Cardinale Gamba, Arcivescovo di Torino.

Il primo Centenario è stato celebrato con una Accademia commemorativa, e alla quale parteciparono il Principe di Piemonte e le massime Autorità cittadine.

L'austero palazzo di San Giuseppe, in via San Francesco da Paola, n. 23, era in festa.

Insegnanti ed allievi, unitamente al Comitato Esecutivo, hanno apprestato degnamente il ricevimento, in onore dell'Augusto Patrono.

Prestavano servizio d'ordine carabinieri, guardie municipali e agenti, ai comandi del ten. Conte Anguissola, cav. Pentolillo, cav. Guerrera.

L'ingresso dell'Istituto era stato trasformato in una aiuola profumata di fiori, vigilato da due schiere di alunni.

Gli onori di casa erano fatti dal Visitatore Provinciale, prof. Firmino Vernero, dal Direttore del Collegio di San Giuseppe, prof. Evaristo Scudo, dai professori Aquilino, Chiappone, ecc., dai membri del Comitato Esecutivo: presidente avv. cav. Riccardo Sella; vicepresidente comm. avv. Giovanni Alfredo Raviola; segretario ing. cav. Ettore Lavarini, prof. onorato Castellino, ing. comm. Palestrino, comm. Cesare Trucchi, comm. Tancredi Vigliardi Paravia.

Essi ricevevano via via le Autorità: S. E. il Prefetto Maggioni, S. E. il Generale d'Armata Petitti di Roreto, il vice Podestà dottor Rodano, il prof. De Angelis per il Segretario Federale, S. E. Casoli, Primo Presidente della Corte d'Appello di Torino, il senatore Ammiraglio conte Guido Biscaretti di Ruffia, il gr. uff. avv. Anselmi, Commissario Straordinario per la Provincia, il generale Da Pozzo, comandante dei Carabinieri, il gen. Sasso, comandante la R. Accademia Militare.

Ossequiato da tutti i presenti giungeva poco tempo prima dell'arrivo del Principe, S. Em. il Cardinal Gamba, mentre un foltissimo stuolo di invitati prendeva posto nel vasto salone delle feste, dove il palcoscenico era stato sostituito da una gradinata riservata agli allievi che dovevano dare il saggio vocale.

Bandiere tricolori e festoni scarlatti dappertutto, fiori e piante ornamentali a profusione.

Verso le 17 giungeva Umberto di Savoia accompagnato da S. E. il gen. Clerici e dagli ufficiali d'ordinanza capitano Santarosa e ten. De Cristofaro. S. A. R. riceve l'omaggio dei presentì, quindi si reca nel corridoio centrale, per l'inaugurazione di una lapide, che ricorderà nel marmo la ambitissima visita.

L'iscrizione dice: « Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, l'opera secolare dei Fratelli delle Scuole Cristiane chiamati a Torino nell'anno 1829, da Re Carlo Felice, solennemente premia con la sua Augusta presenza, oggi, 18 maggio 1929 - VII ».

L'avv. Raviola porge al Principe un devoto saluto a nome degli insegnanti e degli allievi tutti che non dimenticheranno la giornata odierna, quindi di Principe passa attraverso a due schiere plaudenti di piccoli allievi, che alzano, in segno di saluto, graziosi fasci di fiori.

L'ingresso nel salone delle Feste di Umberto di Savoia è accolto dai fragorosi applausi e dalle note della Marcia Reale.

Dopo una esecuzione musicale il dott. cav. Don Silvio Solero, Cappellano Capo della Divisione Militare di Torino, pronuncia applauditissimo il discorso ufficiale.

Egli rievoca le origini dell'Istituto, ne mette in rilievo gli sviluppi mirabili volti alla educazione delle generazioni e - ascoltato dai presenti con la più viva emozione - ricorda il sacrificio eroico dello studente Del Piano, che il Collegio si onora di aver avuto tra i suoi allievi e che fu - ucciso a tradimento dai sovversivi - tra i primi martiri della Rivoluzione fascista.

Chiude inneggiando alla Casa Savoia, al Principe Umberto, all'Italia rinnovata per volontà del Duce.

Segue poi il saggio musicale-letterario eseguito brillantemente dagli allievi, il cui programma comprendeva un inno a quattro voci in onore del Principe di Piemonte e del Cardinale Gamba, una cantata sacra a San Giovanni Battista de La Salle.

Diresse egregiamente l'orchestra il maestro cav. Giuseppe Mosso e cantarono in coro e a soli il tenore cav. Fasciolo, il baritono cav. Casali, Vincenzo Bono, Fausto Pastorini.

Il Presidente del Comitato Esecutivo avv. Riccardo Sella fu particolarmente felice nel discorso di chiusura in cui rievocò la protezione data da Casa Savoia all'opera dei Fratelli nelle tappe gloriose della loro fatica.

Assai applaudito fu l'oratore quando accennò al Fascismo, sempre primo nell'appoggiare le opere culturali e professionali, che trovano nei Fratelli degli ottimi e volenterosi coadiuvatori.

Il Principe di Piemonte, dopo essersi vivamente felicitato con i dirigenti l'Istituto, salutato dalle ovazioni entusiastiche degli allievi e degli invitati, lasciava il Collegio.

( La Stampa, 19-5-29 ).