Un ritiro alla Casa della Pace

B47-A7

In Chieri

Grande allegria, armonia e volontà di far bene.

La prima sera, dopo alcune parole del predicatore, Padre Allara, che ci diede il benvenuto e che spiegò la importanza degli Esercizi, ognuno si ritira nella cameretta per riposare.

La mattina sveglia alle 5,30.

Un frate passa a bussare all'uscio di ciascuno, e mezz'ora dopo si è in cappella per la prima predica.

Un venerando sacerdote tratta dell' « al di là » con sante parole e altre visioni.

Poi meditazione. Comunione generale. S. Messa.

E così tutta la giornata procede in un ordinato succedersi di prediche, di meditazioni e di letture spirituali.

Il nostro Direttore tiene due conferenze: una sul come passare iL giorno di ritiro e l'altra sulla vocazione.

Dopo pranzo si passeggia, ora nell'atrio, ora nel giardino della casa, e viene presa una fotografia in gruppo.

Nel pomeriggio nella chiesa principale della Casa, si recita da tutti la « Via Crucis », e quindi il nostro Direttore ci chiama a raccolta tutti per additarci il mezzo principale con cui esercitare il nostro apostolato e prepara i confratelli che devono fare la consacrazione di « Catechisti ammissibili ».

Verso le 17 altra predica sulla dolorosa Passione di N. S., e prima delle confessioni generali, mirabili parole del predicatore Allara sopra la purezza.

Ognuno è commosso, trascinato nel dolce pensiero d'un cuore puro, tutto dato al Signore.

Dopo le confessioni, avviene in cappella la consacrazione dei nostri soci.

A cena, dopo la lettura spirituale fatta come al solito sulla vita di un'ardente anima santa, fiore della Gioventù Cattolica Italiana, un nostro confratello rivolge, a nome di tutti, un ringraziamento al Padre Superiore e a tutti i Padri della Missione che hanno accolto tanto affabilmente gli esercitanti.

Alle sue parole risponde il Padre Superiore, che esprime la sua gioia e la speranza di rivedere tutti prestamente.

A sera inoltrata, si passeggia nel giardino che fiancheggia la Casa, pieno di brulli filari di viti e di zolle raggelate e si canta inni alla Madonna, con la possanza dei nostri cuori gioiosi, e coi visi sorridenti protesi nella visione di Maria, che sorride dalla sua statua posta sui tetti dell'Ospizio, circondata da una aureola di luci.

Poi si risale a pregare e ci si ritira al riposo.

La mattina di lunedì levata alle 5.

Preghiera, S. Messa, Comunione, un po' di chiasso; parole di addio, e poi il treno ci riporta a Torino.

E sopra tutto i giovani, sull'esempio dell'Apostolo prediletto, si stringano alla Croce, di cui canta la Chiesa: « O Croce fedele, fra tutti gli alberi il solo che sia degno di gloria: nessun bosco ne produce uno simile nelle fronde, nel fiore, nel frutto.

Dolce legno, dolci chiodi, sostegno di sì dolce peso.