" Pregare e Insegnare "

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Due parole sublimi che racchiudono un ideale che noi Catechisti dovremmo ripeterci sovente, per esaminarci e per spronarci all'opera dell'apostolato in mezzo alla gioventù assetata di verità.

« Pregare » … per i propri allievi. Vi è forse azione più bella?

Gesù non può non esaudirci … Quindi allorché troviamo difficoltà nella nostra nobile Missione, perché i nostri allievi sono indisciplinati, svogliati, disubbidienti … preghiamo con la fiducia e la costanza di un padre, di una madre che prega Gesù, la SS. Vergine, il loro figliolo divenga migliore, e vedremo come per incanto un cambiamento prodigioso nella condotta dei nostri scolaretti.

La seconda parola d'ordine di noi Catechisti è … « Insegnare »

Prima di tutto dobbiamo insegnare con l'esempio e ciò è facile a comprendersi.

Vedendo noi operare bene … viene spontaneo ai nostri cari allievi: - Se essi fanno così … e si trovano felici, perché non voglio imitarli? perché non posso fare ugualmente?

Dobbiamo insegnare con la parola; e qui la cosa si complica.

Comunicare ad altri le verità che sono vita della nostra vita, per le quali daremmo tutto il nostro sangue, come i nostri gloriosi martiri, si trovano difficoltà non poche; anzi tutto perché molte volte gli allievi nostri sono ritrosi ad assimilare dette verità, e poi anche perché è difficile comunicare la luce dell'anima nostra ad altri; non si trovano parole adatte alla piccola capacità dei fanciulli.

Scoraggiarci quindi? Non mai!

E allora facciamo come tutti i santi, in modo particolare, come S. Giovanni Battista La Salle, richiamiamoci sovente alla mente la ricompensa che in cielo avrà un Catechista, e sentiremo nell'anima nostra con rinnovamento di fede e di santo ardore per il bene pensiamo come sono belle le corone di quelli che ispirano nei giovani l'orrore al vizio e l'amore alla virtù.

« Quelli che istruiscono gli altri e che insegnano loro la via della salute, risplenderanno come stelle per tutta l'eternità », dice la S. Scrittura.

Il P. Grasset scrive: « Vi sono molti gradi di gloria in Cielo, ma Gesù ci assicura che quelli che avranno fatto il bene e lo avranno insegnato saranno chiamati grandi nel regno dei Cieli ».

Quale infatti non deve essere la ricompensa di un Catechista che con pene e fatiche istruisce la gioventù, e che ciò fa per pura carità e disinteresse.

« Se » come dice San Giacomo « basta aver convertito un peccatore, per assicurarsi la propria salute » che cosa dovrà temere negli ultimi suoi giorni il Catechista che ha preservato una moltitudine di anime dal prendere la via dell'inferno? santificato molte famiglie, impedito tanti peccati, formato tanti cuori alla virtù?

Il Signore che promette di ricompensare chi ha dato un bicchiere d'acqua in suo nome, qual corona non preparerà a chi avrà dedicata la sua vita nel comunicare ai giovanetti il tesoro della Sapienza.

Qual consolazione sarà per un Catechista, in punto di morte, il pensare che gli Angeli Custodi dei ragazzi che egli avrà istruito, verranno a consolarlo, tutte le anime che egli avrà salvato faranno corona invisibile attorno al letto dei suoi dolori, lo difenderanno contro gl'infernali assalti e ne porteranno l'anima innanzi a Dio fra gli inni di riconoscenza, chiedendo per lui a Dio grandi ricompense.

Ecco cari colleghi catechisti, di quali pensieri dobbiamo nutrire l'animo nostro per vincere le grandi difficoltà che incontriamo nel campo del nostro apostolato.

Ecco, o carissimi confratelli i pensieri che dobbiamo diffondere fra i nostri piccoli allievi per far sorgere in loro l'idea della vocazione catechistica, ed affinché vengano ad aiutarci nel difficile e immenso campo in cui Dio ci vuole suoi operai per l'estensione del suo Regno.

Ci ottenga da Dio, la grande Regina degli Apostoli, tante vocazioni di Catechisti da soddisfare alle sempre più numerose richieste delle biondeggianti messi.