Il Crocifisso mi protegge

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Mario Ferroni

Fin dall'età di circa due anni il SS. Crocifisso mi protegge.

« Ero ancora in fasce, quando una sera di maggio e precisamente di venerdì, trovandomi solo nel mio lettino, si appiccò il fuoco alla tavola dove era stata posata una candela per dare un po' di luce alla stanza.

La mia mamma che mai mi abbandonava, quel giorno volle far compagnia al fratello militare che era in partenza.

Nel rievocare quest'episodio la mia mamma dice che una voce le sussurrava all'orecchio queste parole: « Corri, perché la tua stanza brucia e il bambino muore asfissiato dal fumo ».

Ma le insistenze dei famigliari erano così vive! …

Non volevano si assentasse da loro.

Ma lei rispondeva che aveva un presentimento, che qualche cosa doveva succedere e che non poteva rimanere a lungo assente da casa.

Salutati i famigliari, si avviò verso la sua stanza, e facendo le scale, sentì come una forza .superiore alla sua che la sospingeva.

Arrivata che fu, vide uscire dalla porta un denso fumo e una grande luce rossastra.

Intuì subito che cosa succedesse; ed emise un grido talmente forte, che i famigliari e i coinquilini accorsero.

La mamma, indicò loro la stanza: ecco che cosa era accaduto.

La candela che era stata sposata accesa sulla tavola accanto ad un vaso di fiori artificiali, col calore si era piegata accostando la fiamma ai fiori che bruciarono, comunicando il fuoco anche alla tavola.

Il Crocifisso, che serbo ancora oggi, che era nella mia stanza, mi aveva salvato.

Ma un altro fatto più recente mi è accaduto.

Il giorno 3 di marzo del corrente 1933 mi ero recato alla « Casa di Carità » per la pratica del primo venerdì del mese in onore del S. Cuore di Gesù.

Finita la funzione mi avviai in bicicletta al lavoro, tutto contento.

Arrivato all'incrocio di via Cigna con corso Vigevano, un cavallo che trainava un carretto carico di terriccio mi investì in pieno travolgendomi.

Fu un attimo, non ebbi tempo ne modo di scansare quel pericolo; ruzzolai per terra, passò sopra il mio corpo il cavallo, le ruote del pesante carro mi passarono davanti agli occhi e la bicicletta mi saltò addosso per un tremendo calcio che il cavallo impaurito aveva sferrato, e io mi rialzai senza la; minima scalfittura, senza il minimo dolore.

Anche qui la mano divina ha operato.

Come debbo essere riconoscente al SS. Crocifisso che per due volte mi ha salvato!

Vorrei che tutti gli uomini, miei fratelli spirituali, fossero anche loro devoti a questo Crocifisso che si è sacrificato morendo in croce per noi.

Spero perciò che il Crocifisso mi salvi sempre e, specialmente dalla morte eterna.

Amore riconoscente e suffragante

Colpita da grave male in seguito ad infortunio invocai Fra Leopoldo Maria Musso dei Minori e ne ebbi conforto celeste, e completa guarigione.

Riconoscente m'iscrivo Socia sostenitrice.