Impressioni e commenti

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Erano pochi mesi che la Scuola Professionale serale e domenicale dei Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, era stata trasportata dai locali, ormai, troppo stretti della Parrocchia di N. S. della Pace, nello stabile in Via Feletto 6, quando ebbi la gioia ineffabile di visitarla.

Ero stato invitato con tante premure da un Catechista ad essa addetto, ed accettai con esultanza.

Però, a dire il vero, avevo nell'animo qualche cosa che mi turbava: mi parevano troppo ardimentosi questi catechisti …

Pensavo: « Non hanno che le loro braccia, e si peritano di mettere su in Torino una Scuola Professionale, serale e domenicale, che dovrebbe rispondere a tutte le esigenze tecniche di una scuola di questo tipo ».

Questo e simili pensieri mi crucciavano l'anima, mentre mi recavo in Via Feletto.

Ma quando il mio occhio si fissò sopra le parole « Casa di Carità » che campeggiavano in modo visibilissimo sul frontone dello stabile, mi balzò in cuore una gioia inesprimibile.

Quelle aurea parole mi pareva che fulgessero di una luce non terrena.

I baluardi morali della nostra città, « La Piccola Casa della Divina Provvidenza », « Le opere grandiose di S. Giovanni Bosco » non hanno forse iniziato e non proseguono arditi la loro via sublime di bene per l'umanità sofferente o bisognosa di luce, con il motto della « Carità »?

Non è forse questa atta a spingere irresistibilmente gli uomini nella via del sacrificio di sé per il bene del loro prossimo? al sacrificio oscuro, anzi obliato o deriso che nulla chiede per sé ma che è eroico nella sua generosa costanza?

Ricorderò sempre la bontà e le gentili premure che ebbero per me i Catechisti, quando giunsi alla Loro casa …

Visitai le aule … Erano state fino a qualche giorno prima camere o sale di inquilini, e, ciò nondimeno erano state così bene adattate alla nuova bisogna, da darmi l'illusione che fossero state fabbricate esclusivamente a scopo di aule Scolastiche.

Qui due giovani mi parlarono dei loro cari allievi, tutti operai di fabbrica, e pur tanto disciplinati e attenti, tanto generosi e rispettosi e seri.

Esaminai alcuni disegni eseguiti dagli allievi, alcuni loro compiti di matematica e fui assai colpito dell'applicazione loro e dell'esattezza dei lavori.

Parecchi allievi, mi dicevano i catechisti, con parole di gioia, avevano negli anni perduta la fede … le loro labbra non ricordavano più le preghiere della fanciullezza …

E grazie a Gesù Crocifisso e a Maria SS. Immacolata, hanno in poco tempo rifatta la loro educazione spirituale.

E mi parlavano di queste cose edificanti col fuoco e la soddisfazione dei missionari che hanno vista cambiata la fisionomia spirituale di una regione al suono della loro parola evangelica.

« E di tutte queste famiglie che per ora hanno stanza nel vostro edificio, che cosa sarà nell'avvenire? »

« Esse sono contente che si compia quest'opera, e andranno in altri locali, quando noi lo desidereremo ».

Quella visita, dissipando le mie incertezze, che avevano la base vacillante di una fede e d'una prudenza umana, mi riempì il cuore di gioia, mi ispirò più confidenza in Colui che tutto guida …

« Quest'opera avrà un grande avvenire - dicevo tra me - perché è guidata da anime che hanno la fede e l'ardire dei Santi ».

Lasciai la Scuola, non senza d'aver prima aggiunto il mio obolo ai tanti già versati, sapendo, che la « Casa di Carità » si sostiene solo e sempre, con l'elemosina pubblica.

Uscii raggiante e al mio taccuino affidai il ricordo del fatto prezioso: Gennaio 1931.

Visita alla « Casa di Carità » tenuta dai Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Non pensavo però che dopo qualche anno nel novembre 1933, sarei tornato a visitare la medesima « Casa di Carità » e che avrei constatato in essa una fioritura portentosa di opere … vale a dire la Scuola Professionale - Corsi di disegno, Corsi preparatori squadratori e di stuccatori, e Corsi speciali di plastica.

Il Catechista che mi accompagnava, mi disse subito con manifesta gioia: « Quest'anno abbiamo raggiunto i 590 allievi, ormai non vi è più posto ».

« E allora! ». « Ci sarebbe da fabbricare … oppure da fondare altrove una Sezione …. ma abbiamo ancora da soddisfare agli impegni assunti per questa « Casa di Carità » e non si deve quindi pensare ad altro, benché lo richieda il bene della gioventù ».

Io gli feci animo ricordandogli di confidare in Colui che veste i gigli del campo, nutre i volatili dell'aria, e dà il crescere ed il biondeggiare alle messi.

Visitammo le aule … Erano tutte ben arredate, tutte ricche di luce, di aria, un po' strette per il numero degli allievi che vi si trovano a disagio.

Ampia e ricca di luce e di allegria l'aula della plastica: ben messa l'aula del disegno ornamentale; ben fornito il reparto delle morse e quello delle macchine.

Infine fui condotto nella Cappella … Non vi pensavo: eppure la trovai necessaria.

L'uomo non può fare senza luce spirituale se vuole avviarsi nella via della giustizia e della bontà, se vuole compiere nel mondo quella missione che ad ognuno è segnata dal Signore.

« In questa Cappella - mi disse con voce commossa il Catechista che gentilmente mi accompagnava - molti allievi nostri hanno ritrovato la grazia del Signore.

Era da anni che non si accostavano alla vita, ai SS.mi Sacramenti, ed ora hanno ripreso la pratica cristiana e confessano unanimi che la pace e la felicità vengono solo all'uomo da Colui che è nascosto nei Tabernacoli ed è il vero padrone dei cuori.

« Ascoltano con attenzione le lezioni di catechismo? - chiesi al Catechista.

« È forse la lezione che li interessa di più! I nostri giovani sono tutti già di una certa età … e la maggior parte di loro hanno già conosciuto gli affanni e le vanità della vita, pensi perciò quanto devono ascoltare volentieri le parole che li portano alla luce vera sotto la quale la vita umana deve essere considerata.

Parecchi si direbbe che hanno l'ardore dei neofiti.

Noi per contro, ci studiamo di essere vari nelle lezioni, e di interessare e di parlare agli allievi specialmente mediante diapositive, che rendono più palese il fatto religioso, più vivido l'insegnamento ».

« Chi sa quante spese avete per tenere in efficienza questa Scuola! ».

« Molte moltissime. La Casa di Carità, vive di offerte pubbliche … per noi non serbiamo che le fatiche e le pene.

Diamo molto se molto riceviamo, poco se poco ci danno in elemosina.

È perciò senza pause la nostra preghiera a Gesù Crocifisso e a Maria SS. Immacolata, perché ci mandino offerte atte a sostenere e a diffondere il nostro lavoro ».

« Ho visto nella vostra devota Cappella l'effigie di S. Giovanni Battista de la Salle, il fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane! ».

« È anche, se pur indirettamente, il nostro fondatore, è giusto quindi che Egli sia nella nostra Cappella e nelle aule.

Noi siamo stati fondati dai Fratelli; noi facciamo attualmente con loro, come una sola vita spirituale ».

Prima che io lasciassi quella « Casa » del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, il Catechista che così gentilmente mi aveva accompagnato, mi pregò di mettere per iscritto qualche mia impressione …

A dire il vero non saprei proprio donde cominciare.

Provo nell'anima un tumulto di tante cose!

A me sembra che nella nostra città si stia sviluppando un'opera che un giorno sarà come un faro, a un di presso come attualmente lo è la « Piccola Casa della Divina Provvidenza » e come lo sono le Opere di S. Giovanni Bosco.

Gli inizi sono i medesimi e quindi ho fede che siano gli stessi i frutti di bene.

Questo, in compendio, la mia impressione e questi anche i miei voti che vi auguro abbiano in un pronto avvenire una magnifica attuazione.

F. A.