I nostri ritiri spirituali

B63-A11

" Maria s'é scelta la parte migliore …" ( Lc 10,42 ).

Domenica, 4 Novembre. - Mattino.

Entriamo in un orto-giardino, quindi in una casa e in una cappella.

Qui i Catechisti Congregati, arrivati ieri sera, sono già riuniti e pregano, nella silente sommità di questo, colle torinese.

Com'è dolce il silenzio! Qui s'impara ad amarlo.

La casa ci è concessa dai Fratelli delle Scuole Cristiane.

I Congregati hanno dormito quassù; forse si sono svegliati alla voce "Benedicamus Domino!" a cui si risponde "Deo gratias!"

Uniamo, le nostre preghiere alle loro: con la preghiera comune, incominciamo questa giornata, ch'è quella in cui siamo, più uniti; quella in cui l'unione trionfa.

Dopo la S. Messa, colazione e passeggio.

Si passeggia e si pensa. Passiamo, sotto le arcate d'una costruzione incompiuta.

Un milione di lire basterebbe a renderla casa di Dio.

Segue una bella predica: il prof. D. Bosio, salesiano, ci racconta dapprima la storia di un signore che aveva fatto costruire una casa molto sfarzosa, e voleva abitarla con tutto l'agio possibile.

Ma un Frate, al quale aveva domandato se mai ci mancasse qualcosa, gli disse: "Questa casa ha un inconveniente: la porta …

Si, la porta per la quale Ella dovrà uscire, chiuso fra quattro assi".

E il ricco signore capi, e da allora andò sovente al convento a cercare buone parole, e divenne migliore.

Il pensiero, della morte ha spaventato gli antichi pagani - Serse pianse davanti a balde schiere che andavano alla guerra, pianse sulla loro morte - ed è pure presente e grave in noi; tutto ci ricorda che non rimarremmo qui; tutto passa, tutto tramonta.

Dobbiamo pensarci: verrà per noi la morte e non sappiamo quando: quando meno ce l'aspetteremo. ( Noto che ciò non vuol - dire che necessariamente moriremo quando meno saremo preparati ).

Uno è morto in treno, un altro giocando, un altro dormendo …

E, sul punto di morire, scompaiono le cose vicine - onori, ricchezze, ecc. - e compaiono le lontane: la meta; come avviene la sera, che non vediamo gli oggetti che ci attorniano, ma ci appaiono gli astri lontani.

La sera poi, si sentono bene i rumori; similmente noi immaginiamoci alla sera della vita, e così possiamo vedere bene le nostre negligenze.

Meditiamo: "se io dovessi morire oggi … Non ho nessuna cosa che mi fa pena, nessuna Confessione che ripeterei?"

Il Predicatore ha concluso raccomandando di arricchire anche il libro dei crediti: non avanziamo per Dio gli anni ultimi della vita, senza neppure sapere se non morremo domani!

Egli ha ragione; anche la S. Scrittura benedice chi serve Dio dalla sua adolescenza.

Finita la predica, andiamo a stabilire il turno, per l'Adorazione al SS. Sacramento esposto in Cappella.

Un Catechista attende a rinfocolare la stufa; fuori la campagna è nebbiosa e nevosa.

Segue mezz'ora di raccoglimento; mi capita tra le mani un libro che parla di Fr. Enrico, di Gesù.

Rimango incantato davanti alla fotografia del giovane Enrico, diciottenne, che si affida pienamente nelle mani di Dio e abbandona il mondo: dal volto di certi buoni traspare meravigliosamente la Grazia.

E questa è ornamento più pregevole che la barba o il rossetto non è vero?

Ore 12: "Angelus Domini nuntiavit Maria".

Durante il pranzo, un confratello legge un libro facile e buono.

Sebbene non si discorra, mi compiaccio di essere in così sana compagnia: in verità, mi rallegro di essere fra catechisti, fra apostoli.

Ore 12,30: ricreazione: risa, chiacchiere alla buona, corse dei giovani, preghiere.

Ore 15,30: Conferenza del Fr Teodoreto: Dio parla a ciascun'anima in particolare e parla a tutte, anche mediante il libro della natura; il libro della natura dice a uno una cosa, a un altro ne dice un'altra: la caduta delle foglie in autunno, per es., ricorda ad alcuni la morte; ad altri può ricordare che per arricchirsi di molti frutti, bisogna spogliarsi degli abiti vecchi e cattivi; più staccheremo il cuore dalle cose terrene, per amore di Dio, più ci arricchiremo di frutti.

Beati i poveri di spirito, ossia gli spiritualmente staccati dalle cose terrene.

I poveri di spirito sono tanto più "puri e disposti a salire le stelle" quanto più si sono staccati dalle cose del mondo, dando prova di docilità ( che è il primo gradino dell'elevazione ) di fiducia e d'umiltà.

Distacchiamoci! Cominciamo dal poco.

E consigliamoci anche con il nostro Direttore spirituale.

E rallegriamoci, se Dio ci chiede un distacco maggiore del normale.

Qui torna a proposito un pensiero sulla generosità di Dio: "Dio dona sempre anche quando richiede.

Infatti, persino quando chiede la rinuncia di tutto, per il sacerdozio, chi può dire che questa vocazione non sia un gran dono?"

Ore 17,30: Predica ( consolante ).

Intorno al tempo della morte non vi preoccupate.

Essa verrà "sicut fur" dice S. Paolo.

Ma per quelli che sono figli della luce, sobrii e rivestiti della corazza della fede, dell'elmo della salute, e che, quindi, non sono nelle tenebre, quel dì non li sorprenderà a guisa di ladro, dice ancora l'apostolo.

S. Carlo, volendo nel suo studio il simbolo della morte, ne incaricò un pittore; ma quando vide dipinto sulla parete uno scheletro con la falce "No, no - disse all'artista - la morte non è così brutta!

Dipingete una chiave d'oro invece: la morte è la chiave del cielo"

È proprio cosi, per i buoni; "beati mortui qui in Domino moriuntur"

E San Paolo gridava: "Chi mi libererà da questo vincolo di perdizione ( la carne )?"

Le vergini prudenti non temevano la venuta di Cristo.

Ma la morte pagana, concepita come salto nel vuoto, è veramente paurosa.

La morte per il mondano è salto nel buio, per il cristiano è continuazione di vita.

Non temano i buoni: essi sono già di Dio e per loro la morte non è che un abbraccio al Signore.

Finita la predica, riceviamo la benedizione divina, tutti riuniti nella cappella ( siamo una ventina ) e poi i Catechisti associati possono andare alle loro case; i Congregati rimangono: per loro, gli esercizi spirituali finiscono la mattina seguente.

Incontro il Presidente, e parliamo della necessità di rendere il Bollettino sempre più interessante; davvero questo è il nostro scopo: edificare senza noia; se non vi riusciamo sempre, pensate al grave peso del nostro compito e all' "omero mortai che se ne carca".

Ritorniamo volentieri in città: chi ha la fabbrica, chi l'impiego, chi l'Università, chi la caserma che l'attende.

Così Dante, lasciava il convento, dopo i brevi ritiri spirituali, e ritornava al Poema Divino. M. S.


Gratitudine

Ai cari nostri benefattori invochiamo dal Cielo le più elette grazie.

Il bene che possiamo fare, lo dobbiamo, dopo Dio a loro, e le anime che cerchiamo di salvare saranno anche la loro gloria in cielo.

La nostra Casa di Ritiro ha bisogno di tante cose, tra cui non ultima, l'impianto del termosifone, per poter organizzare bene anche d'inverno, i ritiri minimi.

Preghiamo e attendiamo.


Festa famigliare

Il 1° Novembre, festa di Tutti i Santi, i nostri Catechisti Congregati, i Catechisti Associati, alcuni Catechisti anziani e la lieta frotta degli Aspirantini, si trovarono alla Casa di Ritiro dei Fratelli delle Scuole Cristiane - Villa Nicolas per festeggiare l'onomastico del loro Presidente generale, Dott. Carlo Tessitore.

È stata la festa dei cuori!

Furono dette tante cose sante, fatti tanti propositi di apostolato, che solo la giovinezza pura può dire e fare.

Si è preso di poi un gruppo fotografico, accanto alle robuste, ma squallide mura di quello che, secondo i detti di Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo, sarà il Tempio mondiale del SS. Crocifisso, il Tempio dei Miracoli.

Benediciamo tutto ciò che ci affratella …