Il Card. Arcivescovo alla "Messa del Povero"

B73-A5

La « Messa del Povero », opera sorta sotto gli auspici di San Vincenzo de Paoli e della Unione Catechisti del SS. Crocifisso, provvede all'assistenza spirituale e morale degli indigenti: distribuisce viveri, indumenti, facilita gli assistiti nel disbrigo di pratiche di varia natura; procura occasioni, svolge insomma in silenzio una benefica attività.

Dal settembre del '35 al luglio del '36 il numero degli assistiti sale a più di 5000 e dal novembre del '35 al luglio del '36 ha distribuito oltre diecimila buoni per dormitori municipali.

S. Em. il Cardinale Arcivescovo ha assistito alla Messa del Povero celebrata nella Chiesa incompiuta posta a fianco alla Villa della Regina.

Ha celebrato il divino Sacrificio il canonico Bertola assistito dal canonico Morino.

Così si esprimeva il quotidiano « La Stampa » della nostra città il 15 Luglio; ma il nostro cuore deve dire di più e molto di più.

Se la bontà di Dio non ci avesse concesso di partecipare alla funzione di Domenica 12 luglio diremmo esagerati coloro che definirono quell'ora: ora di Paradiso, miracolo di Dio, l'ora di Dio.

Chi avesse visitato il giorno innanzi il romitaggio di Villa Nicolas Superiore, avrebbe visto, fra le maestose e severe colonne di quello che sarà un giorno il Tempio di Gesù Crocifisso, un movimento insolito di giovani Catechisti, che si affacendavano a preparare il posto per i prediletti di Gesù: i più poveri della città, gli accattoni.

Il roccioso Calvario che la pietà dei nostri Anziani da anni vanno faticosamente abbellendo, si trasformava in un rudimentale altare, mentre le statue della Vergine e del casto Suo Sposo sembravano sorridere e promettere un lieto dimani.

Infatti il sole al suo primo spuntare del giorno seguente incoronò insolitamente con i suoi raggi le cime del tempio, mentre un terso cielo illuminava la Porpora del nostro Eminentissimo Cardinale giunto festosamente accolto dal Direttore e dai Fratelli del Collegio San Giuseppe, dalle buone Figlie di Carità e dai Catechisti.

I nostri duecentocinquanta Poveri al sopraggiungere dell'Arcivescovo manifestarono con segni di giubilo la loro riconoscenza verso l'amato Pastore che non disdegnava di accostarsi alla loro estrema miseria.

Il Santo Sacrificio fu accompagnato liturgicamente da tutti i poveri, e al Vangelo Sua Eminenza, rivolgendosi all'umile uditorio spiegò paternamente il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, letto poc'anzi dal Sacerdote.

Miracolo che si ripete ogni giorno sotto i nostri medesimi occhi e che gli uomini riflessivi constatano nel rinnovarsi della natura e nel moltiplicarsi delle opere di carità a favore degli indigenti.

Gesù non rimanda mai nessuno digiuno, anzi gli ammanisce quel pane divino che da la vita eterna; a tanta bontà fa però contrasto la poca riconoscenza degli uomini, giacché pochi sono quelli che pensano a ringraziarlo.

L'accento del Cardinale si fa commosso quando riferendosi alla miseria dei poveretti che gli stanno dinanzi dice che la bontà di Dio si è servita forse della loro stessa miseria per richiamarci alla luce della Fede, mentre ha lasciato altri nell'abbondanza materiale e purtroppo nella più squallida miseria spirituale.

La preoccupazione che gli apostoli manifestarono a riguardo della moltitudine da sfamare messa a confronto coi pochi pani e pesci a loro disposizione, da lo spunto a Sua Eminenza per raccomandare alle Figlie di San Vincenzo e ai Catechisti che dirigono l'opera del « La Messa del Povero » di diffidare sempre delle proprie forze, animando ogni loro iniziativa con lo spirito di umiltà e di confidenza nella Divina Provvidenza, che non lesina le sue grazie e i suoi miracoli per sostenere e sviluppare le opere di bene fatte per suo amore.

Terminata l'allocuzione dell'Arcivescovo il Can. Bettola riprende la celebrazione del Santo Sacrificio seguito con viva pietà da da tutti gli astanti.

Si recita poi la « Divozione a Gesù Crocifisso », si canta un inno di riparazione e dopo la S. Comunione si recitano le preci liturgiche che si chiudono con a santa benedizione.

Finita la S. Messa un povero si presenta al Cardinale e legge a nome suo e dei suoi compagni di sventura un indirizzo di riconoscenza per la degnazione dell'amato Pastore nel trovarsi fra loro e per l'opera di bene che le ottime Figlie di Carità e i Catechisti svolgono a loro vantaggio spirituale e materiale.

Chiude chiedendo la benedizione sulla istituzione, sui dirigenti e benefattori.

Sua Eminenza risponde con paterno affetto e prima di allontanarsi impartisce l'implorata benedizione, lasciando in tutti un grato ricordo.

La storia del futuro tempio a Gesù Crocifisso registrerà fra le più belle funzioni quella del 12 luglio 1936 e dirà che l'opera grandiosa che Fra Leopoldo ha previsto ospitò per primi i più poveri della città di Torino, amorevolmente assistiti da un Eminentissimo Principe della Chiesa di Cristo.

Noi intanto animiamoci a lavorare con più fervore, grati al Signore che ci sostiene con segni manifesti della sua predilezione.