La « Messa del povero » e la festa di san Vincenzo de Paoli

B79-A8

Dal giornale « L'Italia » del 24-7-1937

Migliore e più adatta cornice per solennizzare il bicentenario della Canonizzazione di S. Vincenzo de' Paoli non era possibile trovare.

Nello sfondo suggestivo della nostra collina, ospiti dei Fratelli delle Scuole cristiane nella Villa Nicolas, cento e più poveri, gran parte cioè dei frequentatori della « Messa del povero », hanno vissuto domenica mattina nell'alone del Santo della carità ore indimenticabili.

È sorta questa eccellente istituzione della « Messa del povero », quindici anni, or sono presso l'Opera Pia Lotteri di via Villa della Regina - diretta dalle Figlie della carità - durante un triduo di preparazione alla Pasqua tenuto ai poveri della parrocchia.

Le suore dell'Opera e il predicatore del triduo, can. Stefano Bertola, vedendo con quanta avidità quelle anime di derelitti ascoltavano la parola di Dio, e con quale gioia avevano celebrato la Pasqua, si domandarono se non sarebbe stata un'ottima cosa il radunarli ogni domenica.

Si decise senz'altro di tentare; e l'opera della Messa festiva per i poveri ebbe inizio.

Nei primi mesi i partecipanti assidui erano pochi, forse una diecina; ma in seguito, poco alla volta, il numero andò sempre aumentando in modo davvero consolante, cosicché al secondo anno, specialmente d'inverno, si avevano ogni domenica e festa, un centinaio circa di assistenti.

Nel 1933, essendo venuto a mancare alle Suore ed al Sacerdote l'aiuto prezioso di un'anima eletta che ai poveri aveva consacrato tutte le sue energie, la Provvidenza dispose che alcuni Catechisti anziani dell'Unione del SS. Crocifisso offrissero la loro collaborazione.

Era Dio che per mezzo di questo nuovo, insperato aiuto voleva uno sviluppo sempre maggiore dell'Opera a Lui gradita.

Ed infatti il numero dei poveri partecipanti alla Messa festiva continuo ad aumentare, tanto che nel 1936 si sentì il bisogno di fondare in barriera Milano, nella parrocchia di N. S. della Speranza, una nuova sezione, anch'essa oramai molto numerosa.

Seguendo l'esempio del Divino Catechista che risanando i corpi tendeva alla salute delle anime, anche nella « Messa del povero » il beneficio temporale che si procura ha di mira il bene dell'anima.

Ogni domenica, infatti, prima di tutto si tiene da un Catechista una lezione di religione, di mezz'ora circa; segue la celebrazione della S. Messa con breve omelia sul Vangelo, e dopo la funzione religiosa si offre ai poveri una modesta refezione, mentre alcuni Catechisti si improvvisano parrucchieri, segretari - corrispondenti ecc.

Vengono inoltre distribuiti indumenti, e si ha cura del vestiario per la pulizia e la rappezzatura.

Ai frequentatori più assidui e più formati furono anche tenuti degli esercizi spirituali in ritiri minimi.

E domenica mattina, 18 Luglio, quasi tutti i poveri che abitualmente si riuniscono all'Opera Pia Lotteri e a N. S. della Speranza sono saliti per tempo a Villa Nicolas.

Nello spiazzo circondato dai pilastri della Chiesa che doveva sorgere su quel poggio amenissimo hanno ascoltata devotamente la S. Messa, celebrata dal Can. Bertola, da colui che si può giustamente chiamare il fondatore dell'Opera, e che ne è come il Can. Merino, parroco del Corpus Domini, instancabile animatore.

Anche il Can. Merino era presente ed assisteva la speciale assemblea con appropriate esortazioni.

Facevano corona le buone Suore di S. Vincenzo con a capo la Suora Visitatrice accompagnata dalla Superiora dell'Opera Pia Lotteri e dalla dinamica e tanto benemerita Suor Luisa, buon numero di benefattori ed i Catechisti.

Era anche presente Padre Pazzi O. P. in rappresentanza dei buoni Padri Domenicani che durante l'anno hanno provveduto per la celebrazione della S. Messa alla sezione di N. S. della Speranza.

Il Can. Bertola tenne l'Omelia sul Vangelo e seppe avvincere, quello speciale uditorio che si sentì penetrato della verità delle parole del Redentore Divino.

Molti poveri si accostarono con rimarchevole devozione alla Mensa Eucaristica in fraternità coi benefattori e i Catechisti.

Dopo una piccola refezione ed un po' di ricreazione, si ebbe la conferenza di Padre Bona, superiore dei Signori della missione.

A larghi tratti e pianamente egli tracciò con amore di figlio il profilo di S. Vincenzo de' Paoli, traendone insegnamenti che a distanza di secoli sono sempre così attuali per la derelitta umanità.

Seguì il rag. Donat-Cattin che con il consueto calore esaltò la Charitas, e ringraziò i poveri che davano modo di onorare Dio praticando la legge d'amore.

Dopo una breve sosta, si svolse la « Via Crucis » che il can. Merino predicava riempiendo i cuori di tutti di santa commozione.

Veniva quindi servito il pranzo, consumato fra insolita allegria; ed al termine di esso, prima che i graditi ospiti lasciassero Villa Nicolas, si offriva loro svariati e numerosi effetti di vestiario.

Commenti? Sì, di grande ammirazione per l'Opera: per gli ideatori e per gli assidui collaboratori.

Anche il rammarico che essa non possa svilupparsi come le necessità spirituali e materiali di tanti indigenti lo esigerebbero.

Vorrà il Signore suscitare altre, molte, anime generose? Ne lo scongiuriamo dal più profondo del cuore.