L'Addolorata

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La Santa Chiesa ha istituite molte feste e approvate molte divozioni dirette ad onorare la Madonna Santissima e ottenere la sua potente intercessione.

Fra queste, quella che più entra nella predilezione del popolo è la celebrazione dei sette dolori di Maria che avviene due volte all'anno: il venerdì dopo la domenica di passione e il 15 settembre, giorno particolarmente dedicato all'Addolorata perché l'economia del dolore è insita nell'umanità ed è la base di ogni riparazione.

La liturgia delle due rievocazioni è identica con mezzi e scopo che si confondono.

Il Vangelo ci presenta l'Addolorata ai piedi della Croce su cui agonizza Gesù, il Figlio suo divino.

Il Figlio che muore fra atroci tormenti, vittima volontaria per l'espiazione del peccato, e la Madre dolorante, che consapevolmente partecipa della stessa immolazione.

Lo « Stabat Mater » è una pia contemplazione poetica, di ineffabile misticismo, ricamata sul testo evangelico, ricca di quadri patetici e di sentimenti pietosi, riconoscenti, invocatori: « Stava la Madre addolorata e in pianto accanto alla Croce, su cui pendeva il Figlio ».

La lettura e più ancora la meditazione della sequenza commuove l'animo e strappa lacrime ai più divoti.

È il poeta che lo dice: « Chi è quell'uomo che non piangerebbe al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio?

Chi potrebbe non rattristarsi nel contemplar la Madre di Cristo dolorante col Figlio? ».

L'iconografia sacra, seguendo il significato della Liturgia, ritrae, la Addolorata con il Cuore trafitto da sette pugnali e le braccia aperte e distese come per chiedere mistico e spirituale conforto al suo dolore.

È vero: la Madonna ha sofferto più dolori da sola che non tutte, le creature umane messe insieme, perché il suo dolore fu in proporzione dell'amore per il Figlio suo diletto, amore così grande da toccare l'infinito, e perciò dolore quasi infinito nella sua intensità.

Ma non bisogna raffigurarsi la Madonna desolata, sconfortata, addolorata al punto di venir meno per mancanza di forza e di abbandonarsi accasciata e soprafatta per imperfetta rassegnazione: sarebbe una profanazione.

La Madonna, ai piedi della Croce soffre immensamente nel contemplare il Figlio agonizzare fra gli atroci tormenti e trovarsi nella impossibilità di porgerGli sollievo; ma soffre con piena rassegnazione e con volontaria donazione del Figlio alla morte, perché ben conosceva la misteriosa missione che si era assunta fin da quando aveva accettato la maternità divina del Verbo di Dio, dovendo essere con il Figlio la corredentrice dell'umanità.

Essa è la Donna Forte della Sacra Scrittura che liberamente, volontariamente e generosamente si è sacrificata per il bene del popolo.

Ed è vero; perché la Madonna ha avuto tanta forza di animo, e tanta possanza di grazia da vincere la debolezza fisica e offrire essa stessa il Figlio all'Eterno Padre quale vittima e olocausto di riparazione efficace.

Nessuna altra madre è stata né vi sarà mai, disposta a sacrificare di sua volontà l'unico amatissimo Figlio per conto di altri.

Esempio unico, compassionevole, salutare è la Madonna.

In quel momento tragico del Calvario, nel supremo anelito del Figlio e nel supremo dolore della Madre, è avvenuta una mistica generazione.

Essa è divenuta per divina designazione la madre nostra e noi suoi figli adottivi.

Fecondità spirituale portentosa che ci nobilita e consola, e infonde nell'anima la grande speranza nel suo aiuto.

Vicino a morire, Gesù volgendo alla Madre uno sguardo di ineffabile tenerezza, la chiama, e indicando l'Apostolo prediletto, Giovanni, l'unico dei suoi, rimasto con Lui sino alla fine, le dice: « Donna, ecco il tuo figlio »; e subito a Giovanni: « Ecco la Madre tua ».

Da quel momento la Madonna e divenuta ufficialmente nostra Madre, e tutti gli uomini suoi figli dilettissimi.

E la Madonna, nella sua posa di rassegnazione pare che rinnovi a Dio l'offerta del Figlio e accetti ringraziando la nuova spirituale maternità consacrata dal Sangue della Vittima Divina e che assicuri a noi la sua misericordiosa protezione.

Con questo atto testamentario gli uomini sono divenuti a un tempo figli di Maria SS.ma e fratelli di Gesù Cristo.

Immensa deve adunque essere la riconoscenza, l'affetto, il culto verso Gesù e la Madonna per questo insigne e singolarissimo beneficio.

La Flagellazione, la corona di spine, i chiodi, la croce, oggetti materiali dei tormenti e della morte di Gesù; i sette mistici pugnali che trafiggono il cuore della Madre non sono che gli effetti del peccato.

Se gli uomini sentono veramente compassione per Gesù sofferente e per la Madonna dolorante, debbono per coerenza astenersi da ciò che ne fu la causa: il peccato.

Le persone pie e giuste che leggono « L'Amore a Gesù Crocifisso », senza incitamento sentono il bisogno di meditare la Passione e l'Addolorata; in questa meditazione trarranno propositi di miglioramento, aiuto e forza nelle dure vicissitudini della vita, sia materiali che spirituali.

La Madonna Addolorata sia per tutti tenerissima Madre e Avvocata potente e misericordiosa.

Fr. G. delle S. C.