Messa del Povero

B86-A4

Opera di Redenzione dei Mendicanti

Mi pareva una colpa non trovare un istante per fare una capatina in questo asilo di vera carità cristiana, in cui anime generose danno ospitalità e conforto materiale e spirituale ai Poveri, a quei Poveri cui si getta frettolosamente la moneta, quasi si avesse premura di soddisfare un dovere ma riducendo al minimo il contatto nostro colla miseria, la vera miseria accompagnata dalle sue tristi circostanze per la quale sentiamo un senso istintivo di avversione, mentre nella mente formuliamo d'un subito un giudizio di condanna.

Quanto siamo egoisti anche nella nostra carità: purtroppo cerchiamo noi stessi e ci compiacciamo di riconoscerci generosi e buoni; ci godiamo le espressioni di riconoscenza perdendo talvolta un pochino di vista che la carità la facciamo a Cristo nella persona del povero, e tanto più unicamente dal Cristo ce ne attendiamo il grazie divino quanto meno ce lo aspettiamo dai nostri beneficati.

Ma è un'offesa il volere così negare globalmente che la riconoscenza trovi sede nei nostri poveri: sotto l'apparenza patita, spesso sgraziata, segnata dagli stenti, dal dolore, l'anima s'affina al contatto della sofferenza, e li ho visti, questi uomini randagi e nomadi, cedere il posto con quella grazia e gentilezza che non si sarebbe supposta sotto quei panni stinti, cedere la metà della propria minestra al vicino che supplicava per averne ancora un poco mentre la suora purtroppo aveva già dato fondo al grande marmittone.

Domenica scorsa ( 8 gennaio 1939 ) ho voluto seguire il buon fratello Anastasio per visitare quest'opera di bene; ora ho visto: con rossore devo confessare che strani errori profondono le loro radici nella mente e nel cuore anche di chi si illude di aver consacrato la sua vita a Dio per far del bene: purtroppo ciò che mi aveva fatto ritardare erano sciocchezze che noi stimiamo cose importanti come lo studio, la comodità.

Come mi sento lontano dall'essere povero nonostante ne abbia fatto pubblicamente professione.

Sono andato a vedere con un certo senso di curiosità: il vedere e sentire a diretto contatto la miseria, mi ha dato un senso di ripugnanza, temetti se ne fossero accorti e quasi mi rimproverassero gli elogi che si fanno d'in su la cattedra quando la mensa è ben fornita e la stanza è preparata ( come si perde la nozione della nostra missione ), ebbi vergogna e mi inginocchiai per terra quasi a volermi nascondere dietro a loro, come fossi un intruso: il Dio che sul posticcio altare veniva immolato sembrava non avesse degli sguardi di compiacenza che per essi.

Recitarono la Messa dialogata con divozione e conoscenza delle preghiere liturgiche - come le abbiano imparate, bisogna chiederlo al catechista Mussino, che con tanto zelo li guidava; - cantarono la lode al SS. Sacramento con quelle voci che risentono il contatto ruvido e continuo del freddo invernale; anche i chierici vi erano e le quattro torce portate innanzi all'altare di Dio, di quali misteriosi sacrifici e ringraziamenti divennero simbolo!

Dopo la S. Messa si recitò la divozione al SS. Crocifisso.

Allora avvenne la trasformazione: l'ampio androne - cappella diventa refettorio; ebbi vergogna di lasciarmi vedere come semplice spettatore, e, indossato il grembiule servii anch'io.

Non fu eroismo e neppure virtù.

Non so nemmeno se mi sia venuto in mente di servire il Cristo nella persona dei suoi poveri, avevo paura di incontrare gli occhi loro e di leggervi il rimprovero: Cosa vieni a fare tu qui che non hai bisogno di nulla?

E mentre passavo consegnando le minestre calde mi sono sentito fermare da uno che mostrandomi il piede piagato e mal ricoperto implorava un paio di scarpe, un altro una camicia da mettere sotto il cappotto consunto.

Perché non tutti conoscono queste miserie e vengono loro in aiuto?

Poi dovetti allontanarmi mentre i Poveri si disponevano per un'altra operazione: il taglio della barba, mentre un catechista cercava di educare le loro anime e la loro intelligenza con la lettura di un libro pio.

Mi hanno ringraziato, mentre io sentivo il dovere di ringraziare loro per il bell'esempio, e soprattutto per avermi fatto conoscere qual'è la vera carità verso i Poveri.