Il Crocifisso nell'Arte Viva

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Quella di dire che il Crocifisso ha sempre esercitato sullo spirito degli artisti delle grandi influenze che nessun altro soggetto ha saputo esercitare, è una affermazione così peregrina, che non ci daremo neppure la pena di dimostrare, tanto è evidente.

L'artista appunto perché è uno spirito superiore, non può passare sopra ad un avvenimento come questo, che ha scompaginato il mondo e anche se egli non avesse il dono della fede, una tal cosa non può non averlo interessato non fosse altro che esteticamente e come fattore essenziale della storia di tutti i tempi.

Per non equivocare però diremo che un artista realmente tale, non si può essere interessato della tragedia del Golgota da un punto di vista esclusivamente estetico, perché appunto essendo uno spirito superiore e quindi ragionevole più del comune, se c'è una cosa che lo deve avere colpito nell'esame di questo avvenimento, quella deve appunto essere stata tutta la gamma di ammaestramenti che sotto le nude tavole incrociate del Patibolo si cela, o meglio, si rivela.

Gli artisti della penna in qualche momento della loro vita, hanno sentito il bisogno di soffermarsi a descrivere la Passione di Cristo cercando di evocarla nei momenti più intensamente passionali e più veri, mentre quelli delle arti plastiche e figurative, si sono sforzati di riprodurre quel momento, nella loro forma più esatta e cruda.

Anche lo studio dei tendini del Cristo dolorante in croce è stata studiata fino nei minimi particolari, affinché la figura di lui ne risultasse più palpitante di vita e più rispondente alle condizioni di un uomo che muore in croce.

E dobbiamo aggiungere che il mistero della croce li deve avere pervasi e rapiti se vediamo Cristo evocato in grandi capolavori destinati a non mai morire al mondo, giacché l'artista non è un merciaiolo trafficante che lavora per lo sporco denaro, ma è un eletto che non si vende a nessuna grandezza umana; tutto quello che egli fa è spontaneo e corrisponde ad un suo anelito interiore.

Tutti, insomma, in un modo o nell'altro, si sono sforzati di riprodurre Cristo nel modo più perfetto che fosse loro possibile, ma nessuno, o quasi, si è ritenuto in dovere di farne una copia come hanno fatto i santi, i quali invece di plasmare della materia o anche qualcosa di più grande come il pensiero, hanno preso il proprio corpo e con una fatica che gli artisti neppure si immaginano, lo hanno informato al modello divino per renderlo simile il più possibile a Lui e per mettere insieme un capolavoro che li facesse celebri oltre i confini della vita terrena, alla quale essi hanno sempre riguardato come ad una cosa degna di rispetto per la sola ragione che dava loro la possibilità di guadagnarsi il Cielo.

Essi sono i veri artisti, perché se l'arte consiste nella fedele riproduzione di un modello, nessuno certo più dei santi è riuscito nello scopo poiché nessuno degli artisti che sono stati e che saranno è stato capace di dare un'anima alle proprie creazioni e sopratutto nessuno di essi è riuscito a dare la vita a nessuno dei suoi capolavori.

I santi invece hanno fatto un Cristo con un'anima e con una vita, poiché lo hanno fatto rivivere nelle loro membra con un miracolo che oltrepassa i limiti di un'arte umana, per raggiungere i limiti, che non sono tali, di un'arte divina.

La vera arte è la santità, alla quale tutti possono e debbono tendere e che è da tutti raggiungibile anche se è più faticosa di quella comune, la quale non ha però, come questa, il pregio di renderci veramente immortali.

Fuori dunque, o amici del Crocifisso, le vostre attitudini e il vostro talento artistico, create quei capolavori di cui il mondo ha sete e di cui non ci sarà mai a sufficienza perché la vera sufficienza è la totalità.

Create dei santi nel vero senso della parola, in voi stessi, che sappiano ricondurre il mondo sulle orme divine di Cristo, affinché ritrovi la pace che ha perduto e nella quale sola può ritrovare il benessere e la gioia alla quale anela.

Gherner Lidio.