Eloquenza dei fatti  

B102-A5

La cronaca della « Messa del Povero » dice molto di più consolante delle cifre quando registra fatti che dimostrano che anche sotto umili, cenci alberghi l'onestà e la carità.

Omettiamo per ragioni ovvie il nome degli interessati.

C. P. - Frequentava la Messa del Povero e si prestava nei lavori necessari al buon funzionamento dell'istituzione.

Un giorno manifestò ai Catechisti il desiderio di trovare un'occupazione dando assicurazione del suo buon volere.

Gli si trovò un padrone superando la difficoltà, cosiddetta « insormontabile », del certificato penale macchiato.

Lavorò una ventina di giorni; mentre l'Opera lo sistemava in una soffitta poveramente ammobiliata.

Lasciata la sua occupazione per mancanza di lavoro, ebbe dal suo principale parole di elogio per il suo lodevole comportamento.

Messosi di buona volontà si occupò presso un'impresa ove per circa quattro anni si dimostrò zelante, operoso e rispettoso.

Finito l'appalto l'impresa lasciò Torino e gli operai più meritevoli venivano assunti da una delle prime industrie cittadine.

Si superava nuovamente l'ostacolo del certificato penale grazie alla comprensione di un noto Ingegnere, che l'assumeva con la sua personale garanzia e lo destinava a un lavoro di attenzione e di responsabilità.

Preparato dai Catechisti a ricevere il Sacramento del Matrimonio, volle che due di essi fossero testimoni, delle sue Nozze.

Intanto il C. P. continuava a frequentare la « Messa del Povero! » non più come beneficato, ma come coadiutore adoperandosi a radere la barba e i capelli ai compagni e a tenere in buon ordine lai cucina e i locali del « convegno della carità ».

Era ormai redento e il Signore lo volle con sé per stabilirlo in Cielo protettore dell'Istituzione.

Un triste giorno trovandosi sul lavoro fu violentemente investito da una fuga di vapore acqueo e scottato terribilmente, cadeva al suolo da una trentina di metri sfracellandosi.

La morte improvvisa non lo trovò impreparato.

Caso tipico di corrispondenza alla grazia di Dio, giacché il poveretto a causa dei suoi precedenti penali aveva subito quattordici condanne.

Il « Va e non peccare più » dettagli da Gesù Crocifisso e da Maria SS. Immacolata fu per lui salutare.

Fratelli, imitiamolo.

P. C. - Assiduo delta « Messa, del Povero », rinveniva per via un orologio, in platino con 42 brillantini.

Pur trovandosi in gravi necessità consegnava all'Ufficio Municipale il prezioso monile, e solo dopo due anni poteva realizzare, il suo premio devolvendone anche una parte a favore dei suoi fratelli poveri.

L. F. di Milano. - Tubercolotico lasciò un figlio in un Istituto antitubercolare e una figlia encefalitica in altro ricovero della stessa città di Milano.

Lui stesso affermava provvidenziale la sua venuta a Torino dove in un primo tempo dormiva su una panca al Valentino.

Per le sue peggiorate condizioni a stento si trascinava ogni Domenica alla « Messa del Povero » e per interessamento dell'Opera venne ricoverato al Cottolengo dove la sua morte fu di edificazione alle buone Suore.

C. S. - Durante il servizio di parrucchiere confidava al Catechista che lo radeva le sue miserie.

Oriundo svizzero, già benestante era Stato vittima di un dissesto finanziario e ridotto in quelle pessime condizioni.

Tuttavia rinvenuto un portamonete con 34 lire e centesimi lo portava in Municipio e con tutta semplicità ne mostrava al Catechista la ricevuta.

Una benemerita

Suor Caterina Perego fu un'anima dedita a tutti i poveri, ma specialmente a quelli della nostra, istituzione che furono i suoi preferiti.

Sin dai primi tempi si era preso l'incarico di preparare la minestra, incarico che disimpegno fino a quando la sua salute glielo permise.

Si occupava pure del piccolo laboratorio, posto sotto la sua direzione e formato da buone Signore, Zelatrici della « Messa del Povero » che si riunivano ogni giovedì per rammendare e preparare con scrupolosa diligenza i vestiti e la biancheria ai poveri.

Fu molto amata dai più derelitti, che ne diedero la più bella prova nel giorno duella sua sepoltura portando la sua venerata salma a braccia fino alla Parrocchia della Gran Madre di Dio.

Sul pronao poi della bella storica Chiesa, un povero pronunciò a nome di tutti sentite parole di riconoscenza e di affetto per la loro insigne benefattrice, che ancor oggi è ricordata e suffragata dai suoi diletti figli spirituali.