Casa di Carità Arti e Mestieri

B109-A7

Scuola festiva e serale

Ai nostri Giovani

Il riposo festivo.

Un'altra cospicua benemerenza sociale della Chiesa è quella di aver sempre difeso il principio del riposo periodico necessario al corpo non meno che all'anima dell'operaio.

Sacra Scrittura, tradizione e ragione consacrano questo diritto delle genti facendo della Domenica il giorno del giusto riposo, in cui l'uomo fermando le sue attività esteriori ricupera le sue forze fisiche e spirituali e si eleva a Dio con la preghiera e l'istruzione religiosa, trovando in ciò l'energia della sua vita.

Sotto il nome di riposo festivo « non s'intende già uno stare in ozio più a lungo, o molto meno una totale inazione, quale si desidera da molti, fomite di vizi e occasione di scialacquo; ma un riposo consacrato dalla Religione.

Unito alla Religione il riposo toglie l'uomo ai lavori e alle faccende della vita ordinaria per richiamarlo al pensiero dei beni celesti e al culto dovuto alla Maestà divina.

Questa è principalmente la natura, questo il fine del riposo festivo, che Dio, con legge speciale prescrisse all'uomo nel Vecchio Testamento, dicendogli: Ricordali di santificare ti giorno di Sabato ( Es 20,8 ); e che insegnò egli stesso col fatto suo, quando nel settimo dì, creato l'uomo, dalle opere della creazione si riposò: Riposò nel giorno settimo da tutte le opere che aveva fatte ( Gen 2,2 ).

Quanto alla tutela dei beni corporali ed esteriori, prima di tutto è dovere di sottrarre il povero operaio all'inumanità di avidi speculatori, che per guadagno abusano senza alcuna discussione delle persone come di cose.

Non è giusto né umano esigere dall'uomo tanto lavoro, da farne per troppa fatica istupidire la mente e da fiaccare il corpo.

Come la sua natura, così l'attività nell'uomo è limitata.

L'esercizio e l'uso l'affina, a condizione però che a quando a quando venga sospesa per dar luogo al riposo ». ( Enciclica Rerum Novarum di S. S. Leone XIII ).

Ai giorni nostri la febbre del guadagno e le necessità della guerra hanno imposto particolari turni di lavorazione che - sia pure temporaneamente - hanno trascurato queste sapientissime norme della Chiesa.

La voragine degli affari e la corsa alla maggior produzione ci ha carpito anima e corpo comunicandoci, a chi più a chi meno, la mania dell'azione.

Anche nella vita nostra ci vogliono i semafori delle fermate obbligatorie per ordinare la circolazione e mettere le azioni principali prima delle secondarie, per anteporre lo spirito alla materia.

È ben vero che negli ultimi tempi, prima della guerra, almeno in Italia, le leggi erano state consone a questi insegnamenti, ma è lo spirito di esse che non è stato giustamente interpretato, e quindi ci trovammo dinanzi ad una società stanca, vuota del senso di Cristo, e priva di ogni energia spirituale.

Dopo una settimana di lavoro in cui le necessità della vita ci assorbivano completamente le nostre facoltà fisiche e intellettuali - l'anima fu sempre tenuta come la cenerentola - non vedevamo nella Domenica che il giorno dello svago pazzo e selvaggio.

Sport fino al parossismo, cine, teatro, osterie, montagna, gite popolari, ecc … quando poi non si chiudeva la Domenica - il giorno del Signore - in balli licenziosi, o peggio, in case di corruzione.

Sparuti, sfiniti, dopo tanti giorni di vendemmia per il diavolo, si ritornava al posto di lavoro per tuffarci nuovamente negli affari e nella sempre crescente necessità di produrre, produrre per la vita e purtroppo, giusto castigo, per la guerra.

Forse passarono mesi e anni e ci volle la legge del coprifuoco per fermarci e obbligarci a restare in casa e a riconoscere nei volti emaciati dei nostri famigliari, lo stesso nostro volto.

Che cosa abbiamo conservato di cristiani? Forse il nome o poco più.

Consideriamo: il riposo festivo è una sosta necessaria per il corpo, perché possa riprendere le sue forze e ripiegarsi sull'anima per abbellirla con la preghiera, con la S. Messa compresa e seguita liturgicamente e con una soda istruzione religiosa.

Doveroso e necessario è pure un giusto sollievo che ci faccia trovare nella natura il libro aperto in cui si leggono le grandezze infinite del Creatore.

Fermarsi, ogni Domenica, per ritrovare noi stessi, il nostro fine e il nostro ideale ; è questa una necessaria distensione di nervi che deve avere e avrà il suo grande valore nella vita fisica e spirituale.

Solo così ritorneremo veri cristiani e veri uomini che sanno valutare la loro dignità di figli di Dio, di redenti di Cristo e templi viventi dello Spirito Santo.

Un Catechista.

Premiazione scolastica 21 Gennaio 1945

Non bandiere al vento, non ressa di invitati, non musiche e canti, ma ancora lo stridulo sibilo del segnale di cessato allarme ha preceduto la distribuzione dei premi agli allievi che frequentarono i corsi dell'anno 1943-44.

Il Commissario Straordinario del Consorzio obbligatorio per l'Istruzione Tecnica era rappresentato dal Prof. Dott. Eugenio Rocca, Segretario del Provveditorato agli Studi, mentre ci allietava la presenza del Cav. Bertino della Riv, del Cav. Macchioni, del Fr. Decoroso delle S. C. e di molti Insegnanti.

Il Catechista Direttore della Casa di Carità rivolse la sua parola ai giovani allievi, sottolineando che lo spirito della nostra Istituzione è tale da formare non solo dei valenti operai ma altresì dei buoni cristiani.

Dopo che si ebbero distribuiti i diplomi di licenza e i premi offerti dalle Ditte, un ex allievo lesse un indirizzo di omaggio ai presenti all'adunata e in particolare alle nuove reclute della Casa di Carità a cui subito dopo furono consegnate le pagelle del primo trimestre di scuola.

Il Dott. Rocca prese quindi la parola col dirsi ben fortunato di aver presenziato all'intima riunione da cui rilevava l'alto spirito di famiglia che anima la Scuola.

« Lo stesso nome " Casa di Carità Arti e Mestieri " - egli disse - si contrappone all'odio imperante nel mondo che tanto ci strazia ».

Fa voti che la nostra Italia possa riprendere la sua via che è quella d'essere l'antesignana della civiltà, e chiude congratulandosi pel bene fatto con gli Allievi, con gl'Insegnanti e con la Direzione.