Tecnica e morale

B118-A4

È di attualità e di particolare interesse, sotto molti punti di vista, il problema del lavoro e del lavoratore con i relativi doveri e diritti di quest'ultimo in rapporto alle aspirazioni o rivendicazioni, alle conquiste, ai bisogni, ai desideri, alle necessità della vita odierna, in questo tormentato e problematico periodo post-bellico.

Lodevolissima, quindi, ogni iniziativa che si soffermi a riflettere su tale argomento di somma importanza e si adoperi a portarvi un contributo sano ed efficace di pensiero e di azione con nobiltà d'intenti e fervore di opere.

Prima tra tutte le varie iniziative è senza dubbio la scuola, e per il suo specifico carattere educativo e per i fini cui essa mira nello svolgimento di determinati programmi e per il suo naturale prestigio.

Scuole d'arti e mestieri, scuole professionali a diversi tipi, indirizzi e specializzazioni, diurne o serali o festive: ciascuna assolve ad un compito assai importante nei riguardi del lavoratore.

Compito di completare, perfezionare la capacita tecnica dell'operaio mediante la conoscenza più chiara e più precisa dell'arte o mestiere, degli strumenti e dei macchinari, dei disegni da attuare, delle materie prime da trasformare, della economia del lavoro; mediante l'esercizio di maggior intelligenza, accuratezza per ottenere il massimo rendimento sia pure nei limiti delle possibilità dei singoli, evitando dispendio di forze e superfatiche.

Ma ciò non è sufficiente ne tanto meno è tutto.

Il senso di dignità umano, il rispetto che merita ogni anima vivente richiedono di accoppiare alla formazione tecnica del lavoratore la formazione morale, elevandolo a nobiltà di sentimenti, illuminandone la coscienza dei propri doveri che si attuano nella onestà in ogni manifestazione: puntualità all'orario, diligenza, oculatezza, costanza, pazienza nel lavoro; comprensione delle responsabilità proprie e del datore di lavoro, quindi rispetto, disciplina, fiducia, interesse alla migliore produzione, cordialità, fratellanza verso i compagni.

A coronamento di tali valori formativi la scuola farà inoltre risplendere i concetti religiosi innalzando l'uomo al divino Artefice con pensieri di ammirazione per la meravigliosa opera del creato, con palpiti d'amore e di gratitudine, con desideri di unire la propria fatica a quella dell'Uomo-Dio operante nella umile bottega del fabbro di Nazareth.

Allora il lavoro sarà compreso nella sua essenza cioè non castigo, né soltanto strumento di espiazione e di redenzione, ma preghiera, atto di amore sublime, offerta dell'uomo, figlio di Dio, al Padre, che gli computa e valuta e compensa ogni minima fatica e prepara l'adeguato riposo a tutte le stanchezze, colmando incomprensioni, ingratitudini, delusioni inevitabili su questa povera terra.

Rasserenata e fortificata cosi l'anima, più lieve, anzi dolce diverrà la fatica quotidiana e nelle masse lavoratrici feconderanno i germi di quella vera pace, che promana da Dio ed è riservata alle coscienze dignitose e agli uomini di buona volontà.

P. S.