Il Patrono dei maestri

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Il nostro Istituto Secolare, l'Unione dei Catechisti del SS. Crocifisso, che si fa gloria di essere il fratello minore dell'Istituto Lasalliano, è vibrante eco della celebrazione commemorativa, che da un capo all'altro del mondo fa levare festante in piedi tutta la Comunità dei Fratelli delle Scuole Cristiane, per il cinquantenario della canonizzazione ed il terzo centenario della nascita del loro Fondatore, S. Giovanni Battista de La Salle.

A rendere più solenne l'esultanza e perfetta la celebrazione, la Santità del Padre Pio XII, col Decreto del 15 maggio c. a., si è degnata insignire il santo Educatore del titolo di Patrono dei maestri.

Maestri, non nel senso corrente che a questo termine si usa attribuire nell'ordinamento scolastico, ma nel senso ben più singolare, proprio ed ampio di educatori e formatori della cristiana gioventù, di tutti coloro che sono « addetti all'educazione dei ragazzi e dei giovani », di tutti coloro dai quali « non poco dipende la salvezza ed il progresso della comunità cristiana ».

Patrono, dunque, « di tutti i maestri, senza distinzione di sesso ne di ordine ecclesiastico o laico, sia che già esercitino tale ufficio o che si propongano con lo studio di adempiervi ».

Insignimento, codesto, che quanto mai e sopra ogni altro si addice al Santo di Reims ( vi nacque il 30 aprile 1651 ), il quale tanto ebbe a cuore l'educazione cristiana dei fanciulli e dei giovani, specie se poveri, « da non volere che i Fratelli di cui era il Padre, diventassero Sacerdoti, affinché non venissero disturbati dall'insegnamento » - fondando così una Congregazione di laici qual'è quella dei Fratelli delle Scuole Cristiane 1 - e da collocarvi accanto il Seminario per i maesti di campagna, non riservato ai Fratelli, non nel campo chiuso d'un Ordine o d'una Congregazione, ma aperto al pubblico; dove tuttavia insegnanti ed allievi non fossero mossi dal mestiere, ma dalla vocazione - creando così con autentico genio pedagogico la prima scuola normale pubblica e scrivendo il mirabile testo sul Come si tengono le scuole cristiane.2

Di tanta opera, ispiratore fu Gesù Bambino, alla cui tutela il santo Fondatore affidò la sua Comunità, affinché i fanciulli venissero modellati su quelle purissime innocenti fattezze.

Traduttore in atto fu Gesù Crocifisso.

Le nostre opere hanno vita soltanto, quando nascono e crescono nella sofferenza, nel dolore col Cristo, quando siamo compatenti con lui e con lui crocifissi.

E sulla Croce, col Cristo, l'insigne Legislatore dei Fratelli fu effettivamente inchiodato.

Appena fu tratto il Santo a considerare insieme il volto perfettamente puro del Bimbo divino e quello deforme del povero fanciullo dei tempi suoi, fu trafitto dal primo chiodo: l'angoscia di quest'imperfezione dolorosamente riottosa.

E subito il primo fu sanguinosamente rinfierito dal secondo, dal terzo, dal quarto chiodo: scherno di mondo, persecuzione d'autorità, tradimento di fratelli.

Né gli fu risparmiato, - per finirlo, il colpo mortale di lancia: l'interdetto del suo Arcivescovo, su accusa di mentitore.

Era il 7 aprile del 1719: giorno di Venerdì Santo »

Unito alla Croce. Sempre. In vita e in morte.

Ma da quella vetta, da quel flotto di sangue, discesero e discendono i Fratelli nostri maggiori, in fiumane, sempre più dilaganti, per ogni dove.

Perché, come scrisse in Magnificat René Bazin, « il sacrificio porta la benedizione di Dio dove vuole ».

- Nell'Elogio storico del Signor Giovanni Battista de La Salle il Blain racconta che il Santo, dal giorno della sua prima messa in poi per tutta la vita, ebbe « particolarissimo rispetto per la sua persona e venerazione profonda per l'adorabile mistero che celebrava, tanto che la prima messa fu preparazione alla seconda, la seconda alla terza e così di seguito, senza che la forza dell'abitudine potesse mai, neppure per un attimo, avere su di lui alcun sopravvento ».

Ma sempre egli fu compreso ed assorto nel pensiero, del sacrificio che con la messa offriva.

Questo, dell'abitudine, è il pericolo che più comunemente si presenta al celebrante, per l'estrema divagabilità della nostra natura umana.

Ed è così difficile da evitarsi del tutto da costituire di per sé un merito eminente del Santo che non ne fu mai passivo, e da rendere pienamente chiaro che fra Leopoldo, nella sua primitiva preghiera alle cinque piaghe, facesse chiedere da tutti i fedeli a Dio come grazia d'ogni giorno per tutti i Sacerdoti del mondo la santa celebrazione del divino sacrificio.


1 cfr. il Decreto pubblicato integralmente da L'Osservatore Romano del 15-16 maggio corrente anno.

2 cfr. il bellissimo articolo di Fr. Emiliano S. C. apparso su L'Osservatore Romano del 14 maggio c. a. : misurato, nutrito, esauriente.