Vacanze estive

B129-A7

Soggiorno a Gressoney - St. Jean.

Sono tornati, i giovani della Casa di Carità, da Gressoney, dal luogo che li ha ospitati quest'anno nel periodo delle vacanze estive.

Sono giunti a Torino più abbronzati, recando sul volto le tracce del sole delle alte cime.

Sì. Perché sono saliti in alto, perché hanno raggiunto una prima volta i duemila metri e poi, fatti più arditi, hanno toccato i tremila ed infine scalato la vetta più alta di quella catena: il Rosa, il silenzioso, immacolato, maestoso re, che simile a gigante sovrasta le ospitali casette accoglienti del fondo valle.

Ma altre tracce ancora hanno recato i nostri giovani dalla montagna: tracce più profonde e certo più durature, perché incise nell'animo.

Là, infatti, dinanzi all'erte rupi ed ai colmi scivolosi di ghiaccio, che si erano proposti di ascendere, essi hanno dovuto contrarre i muscoli in uno sforzo protratto, hanno dovuto procedere anche quando le forze accennavano a venir meno, pazientare quando la vetta che illudendo pareva prossima, si stagliava al varco d'un colle ancora lontana.

Così si sono allenati allo sforzo, alla fatica per la gioia della riuscita.

Meglio: hanno continuato codesto allenamento nel moto tra i monti, dopo averlo voluto nell'immobilità tra i banchi.

E li abbiamo visti pensosamente sorridenti in vetta, per spettacolo di solitudini immense, per maestà di silenzi solenni, per senso quasi religioso d'infinito.

Ed è sbocciato il miracolo, preparato nell'anno scolastico tra le pareti della nostra cara Casa di Carità, dalla fatica paziente, cordiale degli insegnanti e degli assistenti.

Quei giovani vivaci, irrequieti, smaniosi di puntare diritto alle vette senza ozio di comode soste; quei giovani che si erano conosciuti appena fino allora nella costrizione dell'orario scolastico, hanno imparato a porgersi spontaneamente il braccio per un mutuo, fraterno aiuto nelle difficoltà nell'ascesa, hanno appreso una più grande, affettuosa fratellanza; un più profondo rispetto vicendevole, senza appiccico di nomignoli, senza sussurro di parole equivoche né alzar di tono sgarbato; un più convinto senso della necessità disciplinare, osservandola di slancio, in silenzio assoluto ad un colpo di fischietto, in immobilità rigidamente militare, alla Messa, sul declivio del monte, fuori della graziosa, ma angusta cappelletta, i visi, le braccia, le gambe punti dall'uzza mattutina.

Così il grande precetto, quello sul quale sorse la nostra Scuola, è stato offerto ai giovani in una lezione, in un insegnamento bellissimo, il più bello che si possa offrire: quello dello natura, loro maestra di concorde fratellanza, cioè di reciproca Carità.

Tor.

Conferenze

Di ritorno dalle valli bergamasche, dove un successo particolarmente vivo, l'aveva salutato al Tempio dei Caduti in San Pellegrino, il nostro collaboratore, lo scrittore G. Gaetano di Sales, ha tenuto prima all'Albergo Principe di Gressoney St. Jean, poi all'albergo Busca - Thédy di Gressoney - la Trinité, una conferenza dal titolo Uno scettico s'inginocchia ed a favore della nuova sede della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Ed anche lassù, tra consensi e simpatie, è stato fruttuosamente gettato il nostro seme.