Per la regalità di Maria

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Un caso disperato

Fu la signorina Maria Morbidelli a segnalare il melodramma sacro del Maestro Michele Mondo, Il Miracolo di Lourdes, alla Congregazione parrocchiale delle figlio di Maria in San Camillo a Roma.

La quale assunse l'iniziativa di farlo rappresentare per sopperire alle spese del trasporto di malati romani, poveri, a Lourdes col treno bianco.

Quasi ogni anno era la Morbidelli ammessa a quel treno, ad implorare dall'Immacolata Regina la guarigione dalla tubercolosi intestinale, ereditata dalla mamma e diffusasi ai polmoni ed alla colonna vertebrale.

Ma il male progrediva implacabile e passando da una clinica all'altra, oggetto di esperimenti di ogni genere, l'inferma, invece di migliorare, era andata sempre più peggiorando.

Si era così giunti al 1933.

Guarire o morire!

La Morbidelli voleva tornare per la settima volta a Lourdes.

Ma non ce la volevano per il suo stato gravissimo.

Quand'ecco che una notte del febbraio ( parrebbe quella sull'11 ) la malata sogna la Madonna, che alla supplica: « Fammi guarire o fammi morire, perché non ne posso proprio più » risponde con un gesto indicativo, ripetuto; « Torna al Santuario! ».

Ed il sogno svanisce, lasciando nel cuore dell'inferma una speranza.

La pratica, tosto ripresa, da esito favorevole, cosicché verso la fine d'agosto la già tanto provata signorina raggiunge le falde dei Pirenei.

I giorni passano: canti devoti, processioni eucaristiche, implorazioni di moltitudini …

Ma ai pellegrini del treno bianco, nessun prodigio.

La permanenza nella città di Maria Immacolata è agli sgoccioli …

La penultima sera, nella corsia delle donne dove giaceva la nostra ammalata, un pio Sacerdote del clero romano rivolge alle dolenti pressapoco queste parole: « Coraggio, figlie mie! Siete convenute qui dall'Italia e particolarmente da Roma, col treno bianco.

Dire Boma è dire Papa, il bianco Padre.

La bianca Signora non può negar nulla al dolce Cristo in terra.

Chiedere la grazia della vostra salute in nome del Papa. Coraggio e fiducia. Buona notte figliole! ».

Spunta l'ultimo giorno di permanenza a Lourdes.

È il primo settembre 1933: primo venerdì del mese della Natività e del Nome di Maria.

La Morbidelli, in barella ( per lo spasmo del diaframma respirava così affannosamente, notte e giorno, che la chiamavano la locomotiva ), si fa trasportare per l'ultima volta avanti la grotta delle Apparizioni. E prega.

Prega come può pregare un condannato. « Eccomi qui. Sono venuta, Madonnina mia. E attendo. Guarire o morire! ».

Dall'alto del pulpito l'Arcivescovo di Sens, rivolto a pellegrini francesi, conclude: « Preparatevi alla Benedizione Papale! ».

Nella mente della Morbidelli si fa come un baleno.

Quelle parole e ricordarsi del suggerimento della sera innanzi è tutt'uno.

L'inferma si raccoglie, giunge le mani al petto in un'ultima invocazione. « Guarire in nome del Papa … ! ».

E nello stesso istante in cui scende la Benedizione Papale e lei, l'ammalata, tenta il segno della Croce, al segno della Croce la guarigione è concessa.

Maria Morbidelli è perfettamente e totalmente risanata.

Resa d'onore

Gran festa, al ritorno a Roma! E l'esplosione di gioia delle congregate figlie di Maria di San Camillo fu tale che si pensò ad una manifestazione di gratitudine, più che duratura, perenne. Quale?

La signorina presidente stava in quei giorni leggendo un libro: La mia di Marta de Noaillet, l'anima pia che tanto si adoprò per la festa liturgica di Cristo Re, istituita poi nell'Anno Santo 1925.

Perché non agitare nel mondo l'idea dell'istituzione della festa liturgica di Maria Regina?

Il pensiero si fece breccia e programma. Ma come attuarlo?

E come avviene di ogni idea nuova, così fu anche di questa.

Ebbe inizi dubbiosi, incerti, difficili. Le mani di chi voleva offrire tante rose alla Madonna furono punte da non poche spine.

Finché non fu composta una preghiera a Maria Regina, nella stesura di quello stesso pio Sacerdote, che aveva consigliato alle dolenti malate del treno bianco di chiedere all'Immacolata la grazia in nome del Papa.

Quel Sacerdote è oggi Arcivescovo titolare di Trebisonda e Ordinario Militare delle Forze Armate d'Italia.

La sua preghiera fu lo squillo, che chiamò a raccolta eserciti di anime per un'azione veramente costruttrice.

I Vescovi, ai quali essa fu presentata perché l'approvassero e diffondessero nelle loro Diocesi, non si rifiutarono di apporvi firma e arricchimento d'indulgenze.

Stampata nel 1935 e divulgata subito con l'imprimatur, dapprima, di Vescovi italiani, che la giudicarono di notevole efficacia per tutti i tempi, la preghiera per la Regalità di Maria recava in sé la scintilla di un vero plebiscito mondiale, a preparare il terreno ad adesioni più esplicite e formali ad un movimento che doveva raccogliere l'universo tutto.

Ne la terribile guerra, la seconda mondiale, poté soffocare quella scintilla, poiché la corrente regalmariana si apriva lentamente, sì, ma sicuramente la strada, con pubblicazioni su giornali ( magistrale quella del giovane P. Alfonso M. Santonicola O. SS. R., in tre puntate, sull'Osservatore Romano del maggio 1938 ) e su Bollettini ecclesiastici di Diocesi ed Archidiocesi, facendo conoscere la devozione a Maria Regina, non nuova nella sostanza, ma nella forma, ed offrendo la preghiera alla quotidiana recitazione dei fedeli.

E se da un lato dopo le prime adesioni di Vescovi e di qualche Cardinale d'oltre terra e d'oltre mare, tutti propensi a far sì che la scintilla diventasse fiamma ed incendio, se da un lato con la guerra ci fu una pausa, dall'altro, escogitati altri mezzi, senza perdersi d'animo né diminuire d'ardimento, si ebbe a quella pausa un compenso nelle adesioni di Superiori Generali di Ordini e Congregazioni Religiose, per la maggior parte residenti a Roma.

Ad ogni costo la Regina doveva trionfare sul cuore degli uomini e travolgere difficoltà ed ostacoli per la sua proclamazione solennemente regale.

Il pio movimento internazionale

Quando l'iride della pace tornò a brillare nel cielo ancora micidialmente acceso, il Movimento tornò ad accarezzare l'idea di un'organizzazione vera e propria, come l'hanno tutte le Opere di quaggiù.

Accanto al P. Santonicola, si fece un altro religioso, che aveva nel frattempo preso a cuore la pianticina novella del giardino della Chiesa: l'insigne e buon P. Gabriele M. Roschini O.S.M. il quale non tardò a far sentire tutto il peso del suo valore.

E quando Iddio per premio di tanta costanza, di tanta fermezza, di tanto fervore, volle che l'Ecc.mo Vescovo di Todi, Mons. Alfonso M. De Sanctis, che aveva già benedetto il Movimento fin dal suo sorgere, accettasse di presiedere il Comitato, composto dalle figlie di Maria, compagne della Morbidelli, ormai quasi tutte spose e mamme, la corrente regalmariana poté imporsi alla considerazione ed al rispetto di quanti aspirano che ai nuovi trionfi di Maria SS.ma si aggiunga ancor questo, conclusivo e compendiatore di tutti i suoi altissimi privilegi: la Regalità universale.

Fu tutto un fuoco dilagante, un inno giocondissimo in onore di Maria Regina:

conferenze d'illustri studiosi;

ripresa delle rappresentazioni del Miracolo di Lourdes;

celebrazione di messe propiziatrici solenni, nella prima domenica di giugno di ogni anno;

creazione di un'Associazione Ausiliaria, alla quale si può iscrivere chiunque dietro richiesta delle pagelline apposite alla segreteria generale del Movimento;

celebrazione di sante messe a cura di tutti gli aderenti; fondazione della rivista La Regalità di Maria, diffusa in tutto il mondo;

costituzione di centri propulsori di prim'ordine in ogni Paese e Continente,

dal Canada ( Accademico Roger Brien )

alla Colombia ( col P. Jimenez, Provinciale dei Monfortani ),

dal Messico ( con la signorina Joaquina Lucas )

all'Egitto ( con l'Ecc. Mons. Ange-Marie Hiral ),

dalla Spagna ( col. P. Angel Luis )

alla Cina, nell'Hopeh, ora tagliata fuori;

raccolta di adesioni, da Cardinali ( sono già 39 ), da Vescovi ( sono già oltre 800 ), da Superiori Generali di Comunità ( sono già quasi tutti ), da Parroci, Collegi di Parroci, Seminari, Università, Capi di Stato, Prefetti, Sindaci, Santuari mariani, illustri ed oscuri;

preparazione del popolo alla festa di Maria Regina, sottolineando la sempre continua correlazione di Maria col suo Figlio divino, di cui ella è sempre compagna, anche nella Regalità ;

Regalità che, secondo Santi e Veggenti, una volta proclamata, darà pace.

Poiché dov'è regno di Purezza, è regno di Luce, cioè regno di Cristo Dio.

Poiché l'avvento dell'Alba precede sempre il sorgere del Sole.

E grande, immensa consolazione fu per il Movimento quando la Santità del Padre Pio XII, il Papa dell'Assunta, impartì in un'udienza speciale, il 29 dicembre 1946, sul gruppo filialmente prostrato degli iniziatori l'Apostolica Benedizione, per gradimento ed auspicio.

Il piedistallo e la colonna

Nelle rappresentazioni del Miracolo di Lourdes è avvenuta una novità.

La parte della miracolata, che nel terzo atto getta via le grucce gridando: « Sono guarita! », è impersonata dalla stessa Maria Morbidelli, l'autentica miracolata di Lourdes.

Quale mezzo scenico potrebbe essere più potente ad esercitare forza di convincimento?

Testimonianza vivente di prodigio, ella è l'origine prima del nostro Movimento, da romano fattosi mondiale.

Inconsapevolmente, ella ne è il granitico piedistallo: di quel granito solido, che è potenza di Maria Regina.

Per onorare la quale, noi abbiamo un'ultima ambizione; e la sussurriamo all'orecchio, in confidenza: che da quel piedestallo sorga in Roma un giorno non lontano la colonna a Maria Regina, a perpetua memoria della volontaria e solenne proclamazione della sua augusta Regalità.

Così come in piazza di Spagna sta la colonna, a ricordo perenne della definizione dogmatica del 1854.

E come su questa domina la statua dell'Immacolata, così su quella dominerà, nell'atteggiamento assunto a Parigi nel 1830, l'immagine benedetta di Maria, Regina del mondo: segnacolo e certezza operante di pace universale nel Cristo.

M. D.

Segretaria Generale del Pio Movimento Internazionale Pro Regalitate Mariae

Via Quintino Sella, 8 - Roma


Preghiera a Maria Regina

O Maria, Immacolata Madre di Dio, con gli Angeli e i Santi in letizia, noi Ti salutiamo Regina del Cielo e della terra e T'invochiamo a regnare su tutte le anime.

Per la grazia divina, di cui sei la generosa dispensatrice, fa che tutte le menti conoscano Dio nella verità, tutti i cuori Lo amino nella carità, tutte le volontà Gli siano soggette nell'umiltà.

E Tu poni, maternamente in ciascuno di noi, il Tuo trono d'amore, così che da Te scaturisca ogni nostra gioia, in Te si quieti ogni nostro affanno, per Te si elevi confidente ogni nostra preghiera.

Affrettati, o potentissima Signora!, affrettati a conquistare il mondo con la pace della Tua carità, per lo splendore del Tuo diadema nell'avvento glorioso del Regno universale di Gesù Cristo, Tuo Figlio divino e Signor nostro! Così sia.

Nota di redazione

L'articolo, che abbiamo il piacere di offrire ai nostri lettori, è stato espressamente scritto nell'attuale stesura per il nostro Bollettino, con tanta bontà, dall'autrice, la quale ( lo diciamo, visto che siamo in via di confidenze ), oltre ad essere la segretaria generale del Movimento regalmariano, fu pure la presidente delle figlie di Maria in San Camillo e cioè la prima iniziatrice.

In cambio della cortesia che ci è stata usata, la Direzione del Billettino chiede a tutti i suoi lettori di segnalare quest'articolo bellissimo a tutti i quotidiani e periodici, che essi possano avvicinare in ogni parte del mondo, affinché l'articolo sia riprodotto in ogni Paese e città in onore di Maria Regina.