Il Santo e le Scuole popolari ( elementari e professionali )

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I tempi erano maturi nella Francia del secolo XVII per il riordinamento e la definitiva sistemazione della scuola popolare.

Spronavano all'azione restauratrice i morali disordini di fanciulli poveri, abbandonati a loro stessi dai genitori, perché sottoposti - dal sorgere al tramonto del sole - a gravosi lavori per un salario di 7 od 8 soldi al giorno se uomini, 5 o 6 se donne.

Le scuole ufficiali erano vietate a quei piccoli diseredati, perché esigenti una retribuzione; le gratuite parrocchiali in gran parte distrutte da calvinisti e ugonotti nelle precedenti guerre di religione, e non risorte per la penuria di benefattori; quei gracili derelitti crescevano quindi ammaliziati da pessimi adolescenti - nella irreligione, nel furto e nel turpiloquio.

Carlo Démia - sacerdote lionese - lanciava un grido di spavento ai magistrati concittadini, lo Stato interveniva con « la frusta dei carnefici, le galere dei principi e le manette della giustizia »: mezzi deprimenti, atti ad imbestialire, ad acuire l'odio e la vendetta anziché correggere.

Occorrevano invece scuole gratuite, uomini apostolici disposti al sacrificio per la cristiana educazione.

Un'associazione di sacerdoti oranti lo chiedeva da anni a Dio: Giovanni Battista de La Salle è il risultato più eminente di queste insistenti preghiere.

L'insegnamento primario presentava allora difetti in contrasto coi bisogni urgenti dell'istruzione popolare: seguiva cioè il metodo individuale, limitante di molto la presenza degli alunni nella scuola.

Il Santo che bramava estendere l'istruzione gratuita a tutti i figli del popolo, bandì questo metodo, sostituendolo col simultaneo che rivolge la parola a masse intere di allievi.

Gratuita per i poveri era la sola scuola parrocchiale.

Ma anche questa presentava difetti che urgevano correzione: il maestro era legato alle funzioni liturgiche della parrocchia, al quotidiano servizio della chiesa, il che procurava l'instabilità dell'orario scolastico con le conseguenze che ne derivano.

La lettura poi s'iniziava - per utilità parrocchiali - sui salmi latini, la qual lingua non essendo intesa dagli alunni, quella lettura non costituiva un'istruzione.

Era tale invece l'apprendimento della lingua nazionale, che a quel tempo - per opera di grandi scrittori - era giunta ad alta perfezione; perciò il Santo, che mirava all'educazione cristiana dei giovani mediante il veicolo dell'istruzione, la ruppe con quelle viete consuetudini, collocando la scuola su basi concrete e razionali.

Con queste riforme l'insegnamento primario assume l'aspetto di vera scuola.

Materia d'insegnamento erano: la lettura, la scrittura e l'aritmetica con tendenza al commercio, perché negli esercizi di calligrafia gli alunni copiavano: fatture, quietanze, obbligazioni, inventari, promesse di pagamento ecc.

Fondamento dell'educazione: il catechismo quotidiano di mezz'ora e il galateo cristiano.

Stimolo all'apprendere erano le gare per la promozione ad ordini superiori di lettura, di scrittura, di aritmetica, presiedute dal direttore della scuola o dall'ispettore delle classi: perché nelle città ove i F.lli avevano più di una scuola, il Santo provvedeva alla loro ispezione, pel controllo, la coordinazione e lo stimolo all'insegnamento: l'attivismo era dunque in uso fin dall'inizio della istituzione lasalliana.

E con l'attivismo anche la partecipazione degli alunni al governo della classe.

C'era infatti l'alunno portinaio, il quale apriva e chiudeva la scuola, riportandone poi la chiave alla famiglia più vicina; c'erano i distributori dell'inchiostro, delle penne, della carta da scrivere, delle false righe; e costoro ne erano anche i collettori ed i custodi; c'era l'allievo che presiedeva alla preghiera, in principio, nel mezzo ed al termine delle lezioni.

Sul registro il maestro segnava i meriti, il profitto degli alunni, le loro presenze e assenze, le caratteristiche personali e gl'impieghi di fiducia.

Tutto come nella odierna scuola elementare, con in più un movimento scolastico popolare suscitato dalle innovazioni e non mai constatato prima, movimento composto che gremiva la strada di fanciulli nell'andare e nell'uscire dalla scuola.

Questa poi nel suo pieno assetto: istruttivo, educativo, disciplinare; gli alunni stimolati al lavoro con premi, le famiglie contente, l'igiene morale ristabilita per le vie e nelle piazze.

Mai il vecchio metodo individuale aveva prodotto tanti e così eccellenti risultati.

La vera scuola popolare si organizzava allora in Francia e si riempiva di alunni solo mercé l'opera intelligente del de La Salle, il quale a buon diritto può essere considerato come il vero instauratore, il più grande diffusore e continuatore di quell'insegnamento.

Ma i suoi meriti ingigantiscono se si pensa che l'opera sua non si arrestò qui.

La Francia del suo tempo era tutto uno splendore, splendore di lettere, di arti, ebrezza di vittorie militari.

Il re sole - adorno di porpora e oro - rifletteva nella maestà dell'augusta persona la grandezza del secolo e lo dominava.

Colbert ne attuava i sogni di potenza dando impulso all'industria nazionale, costruendo strade, canalizzando fiumi, ampliando porti, aprendo mercati, creando la marina, la compagnia di navigazione, la società di assicurazione e sistemando le colonie.

Ora questi lavori importavano la conoscenza della matematica e della geometria, del disegno d'ornamento e di costruzione, la pratica della contabilità e tenuta dei libri, e il Santo si propone di preparare i figli del popolo a questi studi.

I primi risultati li ebbe nella scuola domenicale di Parigi, frequentata da duecento e più giovani operai provenienti dalle sue cinque scuole elementari.

La scuola prosperò cinque anni, poi cadde per la violenza della persecuzione nemica; e per quanti sforzi facesse il Santo per ricostituirla in altre località parigine, non vi poté riuscire.

La rimise in piedi a Roano, nel suo collegio di S. Jonio in favore della media borghesia.

« Insegnavasi a Sant'Jonio - leggiamo nel Dizionario pedagogico di Ferdinand Buisson, il relatore della legge del 1904 per l'espulsione dei religiosi in Francia - quanto concerne il commercio, le finanze, la cultura militare, la matematica, l'architettura, le lingue vive; in breve: ciò che un giovane deve imparare all'infuori del latino ».

Era insomma l'insegnamento tecnico completo di primo e secondo grado.

E tutto questo prima ancora che sorgesse in Germania la prima scuola reale per opera del pietista Semmler.

Da notarsi - scrissero i Prof. Martinazzoli e Crevaro - che dopo questa loro scuola, i Pietisti non ne apersero altre per tutto il secolo XVIII, riprendendo quel paese la sua attività scolastica solo dopo la restaurazione monarchica degli stati in Europa, mercé il Congresso di Vienna del 1815.

Mentre che l'Istituto delle Scuole Cristiane era riuscito ad avere anteriormente alla Rivoluzione francese ben undici collegi del genere prosperi di alunni.

L'organizzazione dell'istruzione popolare era stata dunque pienamente attuata in Francia dal de La Salle e primo saggio costruttivo della sua scuola professionale Roanense fu la costruzione della chiesa del Collegio di Sant'Jonio tuttora esistente.

L'Unione catechisti del SS. Crocifisso, inspirata alla dottrina del Santo nell'esercizio del suo apostolato intende - col presente bollettino - far conoscere l'opera del grande Istitutore, il quale non beneficò soltanto la Francia, ma il mondo intero coi suoi diciottomila discepoli e il mezzo milione di alunni che annualmente educa nelle proprie scuole.

Voglia il Santo col suo universale patrocinio sulla scuola moltiplicare questi educatori per il trionfo del Regno di Dio sulla terra.

Fr. Isidoro di Maria

Convitto Biellese, Biella

Laboratorio di aggiustaggio. ( Casa di Carità Arti e Mestieri ).