La Regalità Universale di Maria  

B141-A7

- Necessità della Proclamazione

Quando si parla della Regalità Universale della Beatissima Vergine Maria Madre di Dio, non si tratta di Definizione dogmatica, come occorse per la sua gloriosa Assunzione in Cielo, ma di proclamazione da parte di Colui che impersona la Chiesa docente, cioè il Vicario di Cristo, il Papa, come conseguenza del riconoscimento volontario e solenne da parte dei sudditi, cioè dei fedeli.

E per essere doverosamente e rigorosamente obbiettivi, si deve aggiungere che non si tratta tanto di proclamazione della Regalità della Madonna, quanto piuttosto di proclamazione della Festa liturgica della Regalità sua.

Fu lo stesso nostro grande Papa mariano, Sua Santità Pio XII, che lo affermò chiaramente ai promotori del Movimento Regalmariano nell'udienza consolantissima concessa loro il 29 dicembre 1946, col far notare che la proclamazione della Regalità, di Maria era già stata, se mai, effettivamente pronunciata nel giorno della consacrazione dell'umanità al Cuore Immacolato della Madre di Dio.

Dunque, a voler parlare con proprietà, il 1° novembre 1954 è stata proclamata la Festa liturgica della Regalità Universale della Madonna, colmando così una lacuna, poichè il quinto Mistero glorioso era l'unico non ancora celebrato con giorno di festa.

Tale festa, ricorrendo annualmente, ribadisce ogni volta ed invita ad approfondire il concetto regalmariano, con l'accendere, da un lato, di sempre maggior fervore per Maria, Regina dei cuori, le anime già a lei soggette e, dall'altro, col far divampare sempre più estesa la fiamma mariana, raggiungendo le anime tiepide, apatiche o addirittura nemiche.

Marta di Noaillat, la pia dama francese che condusse a compimento il Movimento per la Regalità di Cristo, sulle orme del P. Sanna Solaro S. J., asseriva con tutta ragione: « Il mezzo di gran lunga più efficace per inculcare nelle masse una Verità proclamata dal Papa, è quello di festeggiarla ».

E Sua Santità Pio XI, di rincalzo: « Una festa liturgica è la più alta espressione di un'idea! ».

Ed un altro grande Papa mariano, Pio IX, aveva risposto così alle sollecitazioni che gli venivano mosse da prelati in favore della Regalità di Maria, in occasione del Concilio Vaticano del 1870: « Mancherà sempre qualche cosa alla Regalità di Maria fino a quando i suoi sudditi non l'abbiano volontariamente e solennemente proclamata! ».

In altri termini, l'immortale Papa dell'Immacolata Concezione voleva significare questo: la Madonna è Regina, certo.

Ma perché Ella effettivamente regni, non basta la sua volontà di regnare, ma è indispensabile anche quella dei sudditi di accettarne il regno.

Iddio, sorgente infinita d'infinito amore, non impone nulla.

Vuole, invece, in ogni nostra azione il nostro libero concorso di amore.

- Fondamento della Regalità

La madre del re e evidentemente regina.

Cristo e Re: Maria e Regina.

Ma procuriamo di approfondire un po' di più questo concetto.

Maria gode di un primato di eccellenza.

Se la creazione è capolavoro del Creatore, Maria è l'essenza di ogni perfezione creata: è il capolavoro del capolavoro.

Tutto le è, senza paragone, inferiore.

Non basta. Maria ha pure un primato di vero e proprio dominio.

Come Madre del Re, è inseparabile da Lui. Nulla la può dividere dal Figlio.

Ella prende volontariamente parte ad ogni vicenda di Lui.

Se il Figlio patisce la Passione, la Madre sale anche lei le vette del martirio, nella misura che le e consentita: cioè in una misura infinitamente inferiore a quella del Figlio divino, non occorrerebbe dirlo, ma di gran lunga superiore a quella di tutti quanti gli uomini messi insieme, dall'inizio alla fine del mondo.

Chi campeggia nel quadro della Passione è l'amabilissimo Nostro Signore Gesù Crocifisso.

Ma, ai piedi di quella Croce augusta, c'è lei, la Madre, Maria, Regina nel dolore.

E se col Figlio è Regina nel dolore, non dev'essere con Lui Regina nella gioia?

Non le compete, nel tripudio dei cuori a lei universalmente soggetti, la celebrazione esaltante i suoi meriti eminentissimi?

E questo slancio di universale riconoscenza non muoverà il Cuore di lei, maternamente, ad una universale profusione di grazie? di lei, col Cristo, Mediatrice universale di tutte le grazie, perché col Cristo patì?

Così il P. Raschini: « Maria ha un vero e proprio dominio nel mondo soprannaturale della grazia, movendo i suoi sudditi verso la loro meta soprannaturale, il Cielo ».

- Il Movimento della Regalità

Ed è proprio con una grazia strepitosa che la Madonna ha mosso, si può dire, lei stessa il Movimento per la cara sua Regalità.

Ecco, in poche parole, come.

Una Figlia di Maria, della parrocchia di San Camillo in Roma, inferma di triplice tubercolosi ( polmonare, intestinale, ossea ), immobilizzata a letto, aveva chiesto di essere trasportata per la settima volta a Lourdes.

Le era stato opposto un rifiuto. Si temeva non raggiungesse in vita la meta.

Sognò allora la Madonna che le fece cenno di ritornare al Santuario.

Pare che il sogno sia avvenuto nella notte dell'11 febbraio ( si era nel 1933 ).

Comunque, fatta ufficialmente l'istanza, fu accettata.

Verso la fine d'agosto dello stesso anno, l'ammalata partì col treno bianco di Roma, fu portata immobile in barella ai piedi della grotta, pregò, invocò, ma giunse la vigilia del ritorno, senza alcun indizio di miglioramento.

L'avvilimento era generale, tra tutte le compagne di corsia.

Venne ad augurar loro la buona notte il cappellano del treno romano ( che fu poi Ordinario Castrense d'Italia ).

Impietosito alla vista di quello scoraggiamento, esortò a chiedere alla bianca Signora la grazia, in nome del bianco Vicario di Cristo, il Papa.

Così fu fatto da quella Figlia di Maria.

E nel momento in cui un Arcivescovo francese ( attualmente Cardinale Arcivescovo di Parigi ) impartiva la Benedizione papale di congedo, l'inferma senza avvedersene accompagnò quel gesto solenne, tracciando sul petto il segno della Croce.

Era, di botto, guarita; perfettamente guarita.

Era il 1° settembre 1933, il primo venerdì del mese della Natività e del Nome di Maria, Anno Santo.

Quando ricevette la notizia straordinaria, la Presidente delle Figlio di Maria di San Camillo stava leggendo la vita di Marta di Noaillat, la pia dama della Regalità di Cristo.

Da questa fortunata coincidenza voluta da Dio, balenò nella mente della Presidente romana l'idea del Movimento per la Regalità di Maria.

Il cammino fu aspro, ma brevissimo.

Poiché in poco più di vent'anni, il Movimento Regalmariano ha raggiunto il suo scopo, a vero tempo di primato: regale!

E non poterà essere altrimenti. Il Movimento era nato da un prodigio senza precedenti: per il concorso simultaneo dei tre massimi valori della nostra Santa Religione: la grazia dell'Immacolata, nel segno della Croce ed in nome del Papa.

- Il Regno di Maria

Il Movimento per la Regalità della Madonna ha dunque concluso felicemente il primo tempo della sua storia.

Ma lo si abbia ben impresso in mente: ha concluso il primo tempo soltanto.

Infatti, dopo il riconoscimento volontario e solenne da parte dei sudditi; dopo la proclamazione della Regalità Universale di Maria e della sua festa liturgica da parte del Papa, il Movimento inizia il secondo tempo della sua storia: quello cioè durante il quale dev'essere assicurata vita effettiva al Regno di Maria.

Cominciando da noi stessi, con lo sgombrare il nostro cuore da ogni nebbia che non lasci passare la luce di Dio; col fare sì che la nostra mente sia sgombra da ogni pensiero che la turbi, aprendola del tutto alla gioia della presenza di Dio, solo Datore di pace.

La purezza dei costumi nasce dal dimenticare noi stessi, dal sentire poco di noi.

La purezza nasce dall'umiltà. Soltanto chi è umile è puro.

E soltanto chi è puro è elemento concreto di pace.

Non si può essere in pace con gli altri, se non si è in pace con se stessi.

Soltanto il puro è l'uomo della pace.

Viviamola, questa purezza d'umiltà gioconda.

Vivendola noi, la faremo vivere negli altri, la faremo dilagare, la faremo trionfare.

Faremo effettivamente operante il Regno di Maria.

A poco a poco. Così come a poco a poco l'alba investe di bianco il cielo, facendo indietreggiare la notte.

A poco a poco. Ma sicuramente.

La pace non può nascere che dalla Verità e dalla Luce.

E la Luce non si può fare strada che attraverso ciò che è puro, ciò che è terso, ciò che è trasparente.

Il viandante.