Primo anniversario

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Iddio accorre a dar vigore ai suoi figli tanto più sensibilmente quanto più dura è la loro prova.

E questa effettiva presenza rinvigoritrice non si manifesta soltanto con la rassegnazione che l'accettazione totale della sua volontà infonde in essi; non si rivela unicamente con quei trasporti di contemplazione a broccia distese, con i quali la creatura, sospinta dalla percossa, sale ad ali aperte verso il creatore suo Dio, con lacrime deterse da brezza più che alpina, con lamenti placati in dolcezza più che materna, con sospiri sempre più componentisi in cadenza col respiro di Dio.

Ma si esprime pure con segni esteriori di concomitanze e di coincidenze, le quali contribuiscono a rendere più piena quella rassegnazione e più carichi di fremiti spaziali quei colloqui.

Il primo di cadesti segni, ed il più gravido di auspici e di promesse consolanti, fu raccolto dai figli del Fratel Teodoreto - in quella memoranda riunione sabatina del 15 maggio 1954, giorno delle esequie del loro Padre e Fondatore - nelle pagine stesse del Vangelo della IV domenica dopo Pasqua, ricorrente proprio allora: "è utile per voi che me ne vada, perché, se me ne andrò, vi manderò il Paraclito".

I volti chini, rigati di lacrime silenziose, si erano subito eretti nell'atteggiamento di chi stia in ascolto, intento a cogliere più distinta una voce lontana.

Ed i cuori avevano bevuto avidamente sospesi la risonanza benefica di quelle parole, come se esse fossero state propriamente ripetute loro dal Fratel Teodoreto, nuova vittima riflessa di Croce, salita alla gloria del Cielo.

Gli auspici e le promesse desunti dalle pagine divine non sono caduti sterili.

Lo spirito di Dio si è fatto sensibilmente vivo, sussurrando consigli all'orecchio, illuminando di ispirazioni la mente, accendendo nel cuore delle guide generosità di maturi propositi, secondo tutto un lavorìo, inavvertito e non ancora apparente, che tuttavia non potrà non riuscire ad esiti concreti, dilaganti, estesi.

Il primo anniversario dal transito del Fratel Teodoreto si compie nel segno di questa laboriosa e fervida attesa.

Nel segno dello Spirito Santo.

A maggior ragione si può quindi affermare che l'Opera del Fratel Teodoreto non solo non è destinata a scomparire, ma reca anzi in se tutti i presupposti validi per un'ampia dilatazione, tanto più rapida quanto più coraggiosamente le lacune del ragionamento siano colmate dallo spirito di fede.

Nel culto della memoria del loro Padre e Fondatore, nell'atmosfera di fraterna carità fatta più vibrante e calda dal suo cuore, nello specchio della sua figura spirituale che si delinea sempre più a fuoco e viva, i Catechisti - in questo primo anniversario - sono come un pugno che stia per essere aperto a gettare nei solchi arati la semente delle nuove spighe.

Maschera del Fratel Teodoreto rilevata dallo scultore Stefano Vigna