Casa di Carità Arti e Mestieri

B147-A4

Inaugurazione dell'anno scolastico 1957-58

Chi si immaginasse l'inizio dell'anno scolastico alla Casa di Carità Arti e Mestieri come la semplice ripresa dell'attività sospesa durante le vacanze, segnata tutt'al più dal gaio chiacchierio degli allievi, dalle varie formalità burocratiche e magari da qualche cerimonia ufficiale più o meno fredda, sarebbe molto lontano dal vero e non avrebbe inteso l'anima della nostra Scuola.

Certamente vi è la cerimonia dell'inaugurazione; i corridoi, le classi, il cortile si animano di tanta gioventù; nei vari uffici ferve un insolito lavoro.

Ma non c'è nulla di burocratico, di meccanico, di anonimo.

Tutto è vivo ed umano, tutto è significativo ed in rilievo.

Siamo in una casa e non in un istituto, ed il clima è sostanzialmente diverso: clima di amicizia e di semplicità schietta, dove ciascuno sa che ogni cosa è ordinata al suo bene e ci può contare per ogni sua necessità, proprio come avviene in famiglia; dove la stessa disciplina, assai esigente, che vi è istituita, non è una sorta di tirannide, ma è riconosciuta come ragionevole esigenza della vita in comune e della funzione educativa; dove ogni cosa si presenta con l'attrazione di un ideale e come suadente invito a salire, a cimentarsi, ad accogliere il dono della vita, in una prospettiva piena di promesse.

Le sollecitudini della Direzione, si rivolgono a tre settori: quello degli allievi, quello degli insegnanti, e quello dei parenti, ed esse sono particolarmente intense all'inizio dell'anno scolastico, quando occorre dare a tutta la scuola una sapiente impostazione.

Ed ecco, per sommi capi, l'impostazione che viene data a questi tre settori.

Gli allievi

Le iscrizioni non vengono fatte allo sportello di una segreteria, dietro il quale uno o più segretari indaffarati prendano nota delle generalità e delle richieste presentate via via dagli individui che vi si affacciano, dopo una fila più o meno lunga.

Tutti i giovani che desiderano iscriversi ai primi corsi sono ricevuti personalmente dal Direttore, uno per uno, accompagnati da qualche parente.

Nel lungo e sincero colloquio che ne segue avviene il primo contatto fra il Direttore e l'allievo e la sua famiglia, e si pongono le basi della reciproca conoscenza e fiducia.

È difficile dire quanto sia prezioso questo colloquio, che permette al Direttore di conoscere la sua scolaresca ed il relativo ambiente famigliare, e quindi di impostare l'azione educativa su dati concreti, dando a ciascun giovane un orientamento illuminato e sicuro.

Gli allievi sentono subito di non essere trattati genericamente come delle unità di un numero, ma di essere considerati singolarmente e di aver iniziato un rapporto personale di amicizia.

Questo sentimento, confermato e ribadito in tutto il corso della scuola, da al giovane la certezza di aver dietro di sé qualcuno che gli vuole veramente bene ed al quale può ricorrere con fiducia in ogni circostanza della vita, e gli conferisce un senso di sicurezza, di decisione e di equilibrio, di cui l'operaio di oggi ha tanto bisogno per le difficili prove psicologiche e morali a cui è sottoposto nel suo ambiente di lavoro, e anche perché non sempre trova nella sua famiglia tutto ciò che in essa dovrebbe trovare.

Lavoro improbo per il Direttore, quello delle iscrizioni, che lo impegna per parecchi giorni, ma egli non ne cede alcuna parte ad altri.

Fortunatamente le classi seconde e terze non richiedono altrettanto lavoro che le prime.

Gli allievi sono già di casa, vengono accolti in gruppo all'inizio dell'anno scolastico e l'iscrizione è predisposta d'ufficio dalla segreteria.

Però al secondo anno di scuola iniziano i corsi di qualifica e si impone la scelta del mestiere.

La scelta del mestiere non è grave come la scelta dello stato, ma è tuttavia di grandissima importanza e il giovane ne sentirà le conseguenze tutta la vita.

Bisogna che egli studi bene le sue attitudini, per potersi orientare verso quel genere di lavoro cui è più attrezzato, e non condannarsi ad una condizione di inferiorità e di sofferenza nella quale verrebbe fatalmente a trovarsi qualora si dedicasse ad una attività per la quale la natura non gli ha dato un corredo sufficiente.

È vero che vi sono giovani riccamente dotati, con attitudini polivalenti, ma non sono tutti così.

Nella scelta del proprio mestiere il giovane e la sua famiglia sono e devono essere liberi.

Tuttavia la scuola non lascia mancare la sua opera di illuminazione ed il suo consiglio, fondato su di un intero anno di osservazione da parte dei vari insegnanti e istruttori, e corredato dai risultati della visita psicotecnica.

Al termine di un lungo colloquio con il suo capo di laboratorio, che gli espone il risultato delle indagini compiute a suo riguardo, il giovane prende la sua decisione, d'accordo con la sua famiglia.

E anche questa lunga e paziente serie di colloqui, così decisivi, non è un piccolo lavoro, ne un peso leggero.

Comunque, tutto ciò terminato, la scuola può incominciare.

Quest'anno l'inizio ha ritardato di 15 giorni, a motivo dell'epidemia, che ha indotto le autorità a prendere misure prudenziali per evitare il diffondersi del contagio.

I corsi diurni si inaugurarono lunedì 14 Ottobre.

Quelli pre-serali e serali il successivo martedì 15 Ottobre.

In tre adunanze famigliari e semplici, ma non prive di distinzione, che hanno riunito insegnanti ed allievi dei rispettivi gruppi, il direttore generale dr. Conti ha porto il benvenuto della Casa di Carità, lieto che tanti animi generosi abbiano accettato l'invito allo studio e abbiano concretato con l'iscrizione alla scuola il desiderio di una formazione cristiana e tecnica.

Dopo l'incontro con gli uomini ecco l'incontro con Dio nella prima funzione religiosa dell'anno scolastico, che assume naturalmente un'importanza particolare.

E infine l'incontro con le cose. Sicuro.

Perché in tutto quello che ci circonda è impressa l'orma di Dio ed è riflessa l'anima di molti uomini, che vi si sono applicati, sicché vi è in tutte le cose una certa sacralità che bisogna vedere e rispettare.

Ecco perché a ciascun allievo viene consegnato solennemente il suo posto di lavoro e la sua dotazione di attrezzi, ecco perché di ogni strumento viene indicato non solo il nome e l'uso, ma anche il motivo e la storia.

In questo posto che sarà il « suo » e con questi strumenti, nei quali è l'esperienza di molte generazioni, egli celebrerà il suo dominio sulla materia e lavorerà se stesso con la medesima tenacia e perfezione con cui farà assumere al metallo la forma di meccanismi complessi e precisi.

Nei laboratori e nelle classi canta silenziosamente un'epopea: quella dell'uomo che ubbidisce all'ordine divino di assoggettare la terra e di farsene scala per salire a Lui; quella del progresso e del sapere, il cui patrimonio, passato come fiaccola da una generazione all'altra, si fa sempre più ricco e più luminoso.

Gli insegnanti

Hanno avuto dalla Direzione le più attente cure, sia in colloqui individuali, sia in diverse riunioni, improntate alla più cordiale fraternità.

Lo scopo non è soltanto quello di tenere sempre alto il livello spirituale, culturale e didattico, ma anche quello di raggiungere una perfetta collaborazione, cosicché non solo tutti siano animati dal medesimo ideale e professionalmente ben preparati, ma lavorino in comune, non ignorandosi, ma appoggiandosi e integrandosi a vicenda.

Alla Casa di Carità è decisamente respinto il criterio della scuola impostata come un insieme di cattedre indipendenti, coabitanti nei medesimi locali, dove il Direttore o Preside assistono solo dall'esterno, garantendo un certo ordine formale …

Quest'anno abbiamo avuto la soddisfazione di vedere premiati due nostri insegnanti dall'Unione Industriale, con l'assegnazione dei Premi Camerana: il Sig. Giuseppe Tordella, al quale fu assegnato il premio di L. 500.000, per la sua anzianità di insegnamento nelle scuole professionali dal 1927; e il Sig. Giovanni Cordiale, al quale fu assegnato il premio di L. 100.000 per la sua anzianità dal 1933.

I parenti

È troppo importante che la famiglia e la scuola collaborino strettamente alla comune opera educativa ed è troppo frequente, ahimè, il dover constatare quante lacune e pregiudizi e miserie d'ogni genere ostacolino questa collaborazione.

Ma quando i parenti degli allievi « scoprono » la Casa di Carità si stabilisce la fiducia e la simpatia, e molte idee si fanno strada.

Che dire di una scuola che forma i propri figli ai principi più alti e più solidi, che procura loro un avvenire onesto e sicuro, che in ogni evenienza è sempre pronta a dare la sua assistenza ed il suo appoggio e che non chiede mai nulla, assolutamente nulla?

Se mai c'è una scuola che, per molte circostanze, abbia la possibilità di raggiungere le famiglie degli allievi, questa è proprio la nostra, che non per nulla si chiama Casa di Carità, e che appunto per questo si pone come ponte tra la famiglia, l'impresa e la più ampia società civile e quella religiosa, mirando non solo alla preparazione del giovane, ma anche al suo inserimento nella vita attiva, nel mondo della produzione, nella Chiesa e nella società civile, indirizzandolo ed assistendolo a lungo, dopo di averlo preparato con l'insegnamento.

Corso per operatori elettronici

L'anno 1957-958 vede l'inizio di un nuovo Corso, quello per Operatori Elettronici, aperto ai giovani già qualificati nei Corsi per Elettromeccanici, desiderosi di seguire gli sviluppi della tecnica nel campo delle macchine automatiche e nelle applicazioni dell'automazione.

Chi non vede l'enorme importanza di questo settore e l'autentica rivoluzione che fatalmente provocherà nel mondo della produzione?

Un corso di elettronica non poteva quindi mancare alla Casa di Carità ed esso ha certamente un grande avvenire.

Corso per fonditori

In seguito alle intese stipulate con la Soc. Nebiolo, sulla base di studi accurati fatti presso la medesima è stato aperto un Corso per Fonditori limitato per quest'anno a 16 iscritti, tutti dipendenti della Nebiolo.

Le pressioni fatte dalle Ditte interessate e la difficoltà sempre maggiore dì trovare degli abili fonditori hanno indotto la Casa di Carità ad occuparsi del problema, che rientra perfettamente nel suo programma.

La Casa di Carità è sempre disposta a studiare i problemi che sorgono presso le singole Aziende industriali relativamente al loro personale, e ad organizzare degli appositi corsi per la soluzione di questi specifici problemi.

C'è da augurarsi che anche in Italia la collaborazione tra la scuola e l'industria si faccia sempre più stretta, come avviene all'Estero in molti paesi più progrediti, per il vantaggio grande che ne deriverebbe alle imprese ed alle maestranze, da ogni punto di vista.

Popolazione scolastica anno 1957-58

Ecco la statistica degli allievi iscritti.

I Corsi Normali, cioè quelli fissi, che rappresentano il programma ordinario e fondamentale della Scuola, sono divisi in tre sezioni, con i seguenti numeri di iscritti:

1) Corsi diurni N. 270

2) Corsi pre-serali N. 351

3) Corsi serali N. 131

Totale allievi dei corsi normali N. 752

A questi devono aggiungersi:

4) Corsi per apprendisti N. 377

5) Corsi speciali per fonditori e per manutentori di ascensore N. 39

Totale allievi che frequentano in c. Benedetto Brin 26 N. 1.168

Vi sono poi gli allievi della Casa di Carità che frequentano fuori della Sede e cioè:

6) Casa di Carità di Settimo Torinese N. 87

7) Apprendisti presso l'Istituto di Arti e Mestieri N. 424

Totale generale N. 1.679

L'insufficienza dei locali si fa sentire in tutto il suo rigore e sarà anche più grave il prossimo anno in cui la popolazione scolastica sarà sicuramente maggiore per il completarsi con le successive classi seconde e terze di quei corsi che si iniziarono quest'anno per la prima volta.

Ormai bisogna studiare la ripresa delle costruzioni ed ampliare.

La Medaglia Miracolosa

La Madonna che fin dall'inizio della Casa di Carità è stata scelta per la nostra cappella a presiedere tutte le funzioni religiose è l'Immacolata apparsa a Caterina Labouré, con le braccia distese nell'atto di donare al mondo tutte le grazie, cioè la Madonna della Medaglia Miracolosa.

Tutti gli allievi sono affidati, uno per uno, alla custodia ed alla materna sollecitudine della Vergine Immacolata Madre di Dio, Regina del Mondo e Mediatrice Universale.

Il segno di questo affidamento e di questa ufficiale consegna è l'imposizione della medaglia miracolosa che ogni anno viene rinnovata per i nuovi iscritti, in prossimità della festa dell'Immacolata.

Quest'anno la cerimonia ebbe luogo il 6 Dicembre, primo Venerdì del mese e antivigilia dell'Immacolata Concezione.

Cerimonia semplice, ma sentita, che ci ha lasciato molte speranze, giacché l'affetto e la divozione con cui tutti i giovani hanno ricevuto l'effige della Madre Celeste è un pegno sicuro del suo efficace intervento.

Gruppo delle Patronesse

L'inizio dell'anno scolastico segna anche la ripresa delle adunanze delle nostre benemerite Patronesse, non seconde a nessuno per il fervido amore a Gesù Crocifisso ed alle opere da lui suscitate, e per lo zelo fattivo che le anima a favore della Casa di Carità, a cui si dedicano con quella sensibilità e discrezione che è propria della donna.

L'adunanza del 20 Novembre u. s. tenuta come di consueto in casa della ospitalissima presidente, Signora Bianca Giletti Bellia, segna l'inizio del sesto anno di attività del gruppo e mette in evidenza la sua fedeltà: tutte le Patronesse del primo anno ( 1952 ) sono ancora presenti ed assidue.

Anzi ogni anno se ne aggiunge qualcuna e anche quest'anno possiamo annoverare una nuova Patronessa.

Questa adesione sentita e convinta è per noi di grande incoraggiamento.

Scopo dell'adunanza è prima di tutto quello di far partecipi le Sigg.re Patronesse del ricco patrimonio spirituale che ci venne lasciato da fra Leopoldo e dal fr. Teodoreto.

La conversazione, guidata dal dr. Conti, ha per tema il detto di Gesù a fra Leopoldo: « Parlerai ai ricchi del mio amore e della mia misericordia » e si svolge osservando che c'è una ricchezza materiale ed una ricchezza spirituale.

Per la prima l'uomo « ha » qualche cosa, ed è ricco, ma per la seconda egli « è » qualche cosa, ed è signore.

Ciò che si ha si dovrà lasciare, ma ciò che si è si resterà per sempre.

Fra i valori spirituali è dominante la carità, la quale ci avvicina a Dio, ci fa essere simili a Lui e ci insegna il modo di usare delle cose di questo mondo in modo da acquistare quelle eterne.

L'argomento, seguito con vivo interesse, si completa con la preghiera a Gesù Crocifisso, a cui ciascuna ha qualcosa di particolare da raccomandare, e poi con una relazione informativa sulla scuola, cui segue una animata discussione, la quale si prolunga e si concreta in opere.


Quote di collaborazione

È meglio prevenire l'estendersi della piaga sociale che rimediarvi poi.

Sottoscrivete perciò nel maggior numero possibile le quote di collaborazione da L. 2.000 ciascuna.

Concorrerete validamente così a sostenere l'opera della Casa di Carità Arti e Mestieri.