L'Eucaristia e la gioventù

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Tre cose mi sono difficili - dice la S. Scrittura ( Proverbi di Salomone Pr 30,18 ) e la quarta la ignoro completamente: la traccia dell'aquila nell'aria, la traccia del serpente sulla pietra, la traccia d'una nave in mezzo al mare, e la traccia dell'uomo nell'adolescenza.

Ma la S. Scrittura, in proposito dell'incertezza dell'adolescenza, ha un'espressione ancor più sconcertante, là dove dice: « I sensi dell'uomo inclinano al male sin dall'adolescenza ( Gen 8-23 ) e dove la celeste medicina non aiuti - così chiosa l'Imitazione di Gesù Cristo ( libro 3°, cap. 3° ) - l'uomo va tosto di male in peggio ».

Quanto è dunque difficile e determinante per l'uomo l'età giovanile!

* * *

Mons. Fulton Sheen, nel suo magnifico libro « La felicità del cuore », esprime con moderna vivezza di linguaggio l'intimo dissidio interiore che travaglia ogni figlio di Adamo peccatore.

In ciascuno di noi - così scrive - vivono, per così dire, due individui; l'Io, che è la nostra personalità fatta ad immagine e somiglianza di Dio, e l'Ego, la parte deteriore di noi stessi, che si pasce di concupiscenza e di peccato.

L'educazione umana e cristiana deve tendere a far sì che la personalità che è radicata in Dio, conquisti il centro della vita, ricacciando alla periferia di noi stessi l'« ego » vizioso ed avvilente.

Nel giovane questa lotta esplode in tutta la sua violenza: la fanciullezza, conservando ancora un riflesso della giustizia originale, ignora il grande travaglio, ma il conflitto è solo latente: ogni figlio di Adamo lo porta nelle sue membra fin dalla nascita.

Nella pubertà la volontà si trova di fronte a passioni potenti e … prepotenti, che è difficile controllare, disciplinare, convogliare al bene.

« Chi mi libererà da questo corpo di morte? » esclama il giovane; e con S. Paolo risponde: « La grazia di Dio per il Signor nostro Gesù Cristo ».

L'Io, liberato dagli influssi perniciosi dell'Ego, si apre al ristoratore influsso della grazia divina, realizzando quell'esperienza espressa da un'altra nota sentenza paolina : « Io vivo: epperò non io, ma Cristo vive in me ».

È l'uso fervoroso e frequente dell'Eucaristia che attua più o meno rapidamente, a seconda della corrispondenza di ogni anima, questo processo di risanamento e di elevazione.

Nel paradiso terrestre c'era l'albero della vita, e l'uomo poteva essere immortale con quell'aiuto.

Purtroppo ci fu il peccato originale ed i nostri protoparenti furono cacciati via « Guardiamo che l'uomo non abbia ancora a stendere la mano - disse la Triade Augusta - sull'albero della vita e che viva eternamente » ( Gen 3,22 ).

Tuttavia Iddio ebbe misericordia di noi e ci ha restituito tutto, per mezzo della Croce, « Il vero frutto della vita - dice Bossuet nelle sue « Elevazioni a Dio » - pende da quell'albero misterioso ed io lo mangio nell'Eucaristia « antidato possente alle smodate brame della concupiscenza e pegno dell'immortalità futura ».

Tutta la pedagogia cristiana antica e moderna annette all'Eucaristia un'importanza essenziale ed insostituibile nella formazione del carattere della gioventù.

In proposito, così si esprime l'Hoornaert ( A coloro che hanno vent'anni … ) trattando dei mezzi per vincere la battaglia della purezza: « La Comunione avanti tutto.

Perché? Perché comunicarsi è come un bere la santità, non a una derivazione o a un ruscello, ma alla stessa Sorgente.

« Nessuna cosa ha un'efficacia cristianizzatrice più forte di Gesù Cristo in persona!

Comunicarsi è come innestare se stesso sopra Gesù Cristo, è come gettare le radici della propria piccola vita umana sulla grande vita divina.

Guardiamoci bene da sostituire le divozioni alla « Divozione ».

Nessun processo chimico può tener luogo della vita; non vi sono surrogati del vivere.

« Comunicarsi è ricevere la vita.

Tutte le altre pratiche di pietà, tutti gli altri mezzi per conservare l'innocenza, stanno alla divozione eucaristica, come alcuni raggi stanno al sole ».

Un esimio pedagogista belga, Don E. Poppe, in un libro intitolato « Metodo educativo eucaristico » tratta della Comunione come della divina terapeutica, preventiva e curativa.

« Come il Sacrificio del Calvario - egli scrive nell'opera citata - è il centro della storia universale, così la S. Messa è il centro e la sorgente di energia di tutta la nostra vita e di tutto il nostro sistema d'educazione.

« Tutta la vita dell'educatore, come pure quella dei suoi alunni, deve essere ordinata al Santo Sacrificio: un giorno senza Messa, un giorno senza sole!

« Ora, la partecipazione più intima, più proficua e più ordinata al rinnovato Sacrificio della Croce è la S. Comunione.

Di qui la necessità di raccomandare, come primo mezzo di educazione e in rapporto alla S. Messa, la pratica della Comunione ».

Anche Padre Spiazzi O. P. ( L'Eucaristia nella vita cristiana ) afferma: « L'educazione puramente naturalistica, che spesso oggi viene impartita, non ripara alle ferite del peccato, non guarisce la natura malata: per questo si spiegano le defezioni dei giovani, la crisi delle famiglie.

Bisogna dare ai bimbi, come volle il Santo Pio X, che capì la necessità dei tempi, l'Eucaristia, e coltivare la loro vita eucaristica, soprannaturale.

Sarà un farmaco contro il male che da ogni parte li invade, una potente energia per resistere alle pressioni che oggi da ogni parte è esercitata sopra di loro e minaccia di perderli.

- Avremo dei Santi tra i fanciulli! - aveva esclamato S. Pio X aprendo, a piene mani, le mense Eucaristiche agli adolescenti.

E ci fu tutta una fioritura di anime belle: Aldo Marcozzi, Gustavo Maria Bruni, Guido di Fontgalland, S. Maria Goretti, le virtù dei quali profumarono di soave olezzo la terra e il cielo.

Tuttavia, com'è in tutte le cose di quaggiù, avviene che non rettamente applicando le disposizioni pontificie sulla Comunione frequente, poco per volta si fece strada una superficialità pericolosa, un certo andazzo sconveniente nell'accostarsi alla S. Comunione, così, per abitudine, senza le disposizioni richieste.

Occorre quindi che contro di ciò reagiamo tutti, sia per quanto concerne la gioventù che ci circonda, non stancandoci mai di istruirla su quanto prescrive l'aureo Catechismo circa la conveniente preparazione alla S. Comunione.

Forse noi non meditiamo abbastanza su quello che è il più grande ed il più nobile atto della creatura intelligente: l'amplesso, colmo di tenerezza ed amore, con il suo Creatore!

Quanta degnazione da parte di Dio! quanto onore per noi!

Ho citato tre educatori contemporanei e l'incremento dato dal S. Papa Pio X alla comunione precoce e frequente, ma, se ben si considera, tutta l'opera educativa dei grandi Santi della gioventù dal Calasanzio a S. Filippo Neri, da Sant'Antonio Maria Zaccaria a San Gerolamo Emiliani, da S. Giovanni Battista de la Salle a S. Giovanni Bosco, come pure l'insegnamento e la prassi plurimillenaria della Chiesa fin dai tempi apostolici non fanno che ribadire, in modo inequivocabile, il valore essenziale ed insostituibile dell'Eucaristia nell'educazione del cristiano, specialmente nel periodo della sua formazione giovanile.

Ciò che vale per il cristiano, a più forte ragione si deve affermare per il giovane che intende abbracciare lo stato di vita religiosa, con gli impegni votali di povertà, castità ed obbedienza.

Ben si adattano a questo riguardo le parole che S. Clemente Papa, terzo successore di S. Pietro, dopo aver reso « una gloriosa testimonianza alla SS. Eucaristia, alla sua efficacia sui santi costumi, alla sua divina virtù sui nostri cuori, per farvi nascere e maturare i santi pensieri », scriveva in una lettera a Ad Virgines »; « Confortati, cioè resi forti e difesi dalla Divina Eucaristia, noi vinceremo, trionferemo il dragone, il leone, l'antico serpente, cioè Satana il tentatore, il nostro nemico mortale.

Egli è " dragone " perché ci spaventa data la nostra fragilità; è " leone " perché ci rugge d'attorno rabbiosamente, come scrive S. Pietro, e vuol divorarci; è " serpente " in quanto c'insidia in mille modi e con le mille astuzie che gli vengono dal suo odio e dall'inveterata malizia.

Chi ci potrà salvare da un tale avversario?

In questa lotta che sosteniamo, non contro la carne e il sangue, cioè uomini mortali e visibili come siamo noi, ma contro i principi  e le potestà, contro i rettori di questo mondo tenebroso … contro il Principe di questo mondo perverso, come Gesù stesso ha chiamato Satana? ».

« Oh, non temete! - esclama questo antico autore - L'Eucaristia, la Comunione è la vostra forza e la vostra difesa ».

Anche al nostro Fra Leopoldo Gesù disse: « Amo vedere stuoli ( di giovani ) alla S. Comunione! ( Diario, 16 luglio 1917 ).

Ed in occasione della S. Comunione, ricevuta alla Consolata da ottocento giovani, così Gesù gli diceva: « Io sono qui vivo alla tua presenza e ti dico che domenica scorsa sono stato molto consolato, perché andai ad abitare nei cuori belli, innocenti, ed ho detto: oh, qui sono in buone mani! » ( Diario, 21 maggio 1915 ).

« Io sono il pane vivo disceso dal Cielo - dice infatti Gesù - Chi mangia la mia carne non avrà più fame in eterno ». ( Gv 6,51 )

Nel tumulto delle passioni agitantesi nell'animo giovanile, bisogna rivolgersi a Gesù Eucaristico, invocando: « Signore, salvaci, periamo! ».

Come Pietro e gli Apostoli ottennero che si placasse la grande tempesta, che minacciava di sommergerli nella profondità del Lago di Tiberiade, così anche il giovane si sentirà nell'anima l'ineffabile dolcezza della grande bonaccia.

Nell'armonia dei sensi con la ragione, mentre il novello Adamo, Gesù Eucaristico, lo spoglia dell'uomo vecchio in preda alle mortali concupiscenze, il giovane intravvederà e pregusterà la gioia della restaurazione suprema.

« Rimani con noi, o Signore, perché la cara gioventù la legge apprenda e la parola della sapienza di Gesù! ».

Sia questa la nostra insistente e fervente invocazione, eco del recente Congresso Eucaristico Nazionale di Catania, dove la Madonna SS. ha versato lacrime amare per l'umanità disorientata, sviata ed irriconoscente, specialmente per tanta infelice gioventù abulica, beffarda e, talvolta, anche disperata come recenti incredibili e tragici episodi hanno purtroppo rivelato.

Che una gioventù seria e virtuosa, veramente cristiana perché corroborata alle Divine Eucaristiche fonti, possa permeare la società di domani dello Spirito di Colui, che solo è Via, Verità e Vita del genere umano.

P. Bagna