L'Unione Catechisti e l'Istituto dei Fratelli S. C.

B162-A2

Lambecq-lez-HaI ( Belgio ) - Sede del 2° noviziato del Fr. Teodoreto

Itinerario Storico

Il due agosto 1906 due Fratelli delle Scuole Cristiane provenienti da Torino, il Fr. Benedetto Colongo e il Fr. Teodoreto Garberoglio, arrivarono alla Casa Generalizia di Lembecq-lez-HaI per compiervi il loro Secondo Noviziato.

Erano due eccellenti Fratelli che nel Secondo Noviziato andavano a cercare unicamente il pieno sviluppo della loro vita di religiosi educatori.

Il Fr. Benedetto era la distinzione in persona e fu uno dei più eminenti religiosi della sua provincia, dove ricoprì cariche importanti.

Morì a Roma, pro-direttore della Casa generalizia, in età assai avanzata.

Dai suoi appunti e dai suoi ricordi personali abbiamo tolto molte notizie che la riservatezza del Fr. Teodoreto, così schivo a parlar di sé e delle sue cose, non ci aveva mai fatto conoscere.

Il Fr. Teodoreto godeva già fama di un eccezionale fervore spirituale.

In realtà, fin dalla sua adolescenza e cioè nel tempo in cui l'uomo decide l'orientamento della sua vita, egli aveva optato decisamente per i valori veri e s'era lanciato, con la risolutezza che gli era connaturata, alla pratica della virtù," iniziando il suo cammino ascensionale.

Aveva seguito fedelmente la vocazione alla vita perfetta, diventando Fratello delle Scuole Cristiane, nonostante tutte le opposizioni, e con il suo senso pratico, che pure gli era caratteristico, aveva apprezzato l'insegnamento lasalliano di non fare alcuna differenza fra la santità e i doveri del proprio stato, e l'aveva fatta sua norma di vita.

Egli dunque mirava semplicemente ad essere il perfetto Fratello delle Scuole Cristiane.

Arrivava a Lembecq pieno di speranza, ma era lungi dall'immaginare che il Signore, il quale non delude mai nessuno di coloro che sperano in Lui, sarebbe andato assai al di là delle sue aspettative e che non solo avrebbe arricchito la sua vita di Fratello delle Scuole Cristiane, ma per mezzo di lui avrebbe arricchito tutta la sua Congregazione, affidandogli la missione di indicare ai suoi Fratelli il modo di potenziare la Scuola Cristiana, non già introducendovi dei principi nuovi, ma semplicemente facendo emergere dalla tradizione lasalliana i valori essenziali e più importanti.

Ecco qual è il significato del movimento che il Fr. Teodo•teto ha suscitato e che va sotto il nome di Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

A metà settembre 1906 il Fr. Anaclétus, vice direttore del Secondo Noviziato, tenne una conferenza ai Fratelli sulla perseveranza degli allievi nella vita cristiana.

Egli sottolineava l'importanza del problema, giacché se gli allievi non perseverano l'opera degli educatori rischia di diventare inutile; e domandandosi quale poteva essere la soluzione indicava la necessità che oltre la scuola i Fratelli organizzassero delle opere di perseveranza post-scolastiche.

Egli si appellava all'esperienza, dicendo che dove i Fratelli hanno solamente la scuola la loro influenza sull'ambiente è minima; al contrario dove essi hanno anche delle opere di perseveranza la loro influenza è notevole.

Il Fr. Teodoreto ne fu colpito.

Questa: conferenza fu per lui come una rivelazione che lo oriente nell'apostolato a cui si preparava ed egli prese la risoluzione di riunire fra gli allievi della sua scuola dei giovani veramente buoni e di aiutarli a condurre una vita intensamente cristiana.

Può sembrare una risoluzione un po' generica, ma quelle espressioni « giovani veramente buoni » e « vita intensamente cristiana » indicano uno stile e una meta inconfondibili.

Più tardi nel Regolamento dei Catechisti ritorneranno delle espressioni analoghe, come « tendere davvero alla perfezione » che rispecchiano l'anima del Fr. Teodoreto e indicano una reazione contro la superficialità e l'esteriorismo, e dove si avverte una punta, certo involontaria, di polemica contro queste tendenze, così diffuse allora come ora.

Comunque era la risoluzione più importante che il Fr. Teodoreto prendeva durante il suo Secondo Noviziato e che costituiva il nocciolo dell'Unione Catechisti, per mezzo della quale egli diventerà il fondatore di un Istituto Secolare e l'iniziatore di un movimento che si propone di trarre dalla scuola cristiana il massimo frutto, risolvendo il problema della perseveranza e tutti quelli che ne derivano e che vi sono connessi.

Di ritorno a Torino dopo il Secondo Noviziato il Fr. Teodoreto venne nominato Direttore della comunità di S. Pelagia, composta di 35 Fratelli, con 30 classi scolastiche e 1050 allievi, ma con nessuna opera di perseveranza.

Ne erano sorte in antecedenza e avevano fatto molto rumore, ma avevano avuto vita effimera.

Ci si immagina dunque il Fr. Teodoreto immediatamente all'opera per mettere in esecuzione quanto aveva concepito a Lembecq: ne constatava la necessità, aveva l'autorità di decidere, desiderava realizzare.

E invece non fece nulla.

L'ambiente non era favorevole, i suoi Fratelli non lo capivano e non avevano fiducia nella riuscita di un'opera impostata così seriamente come la voleva il Fr. Teodoreto.

Egli allora decise di attendere.

Alla distanza di 50 anni questo fatto ci può parer strano, giacché il progetto del Fr. Teodoreto era in una linea perfettamente lasalliana, ma ci chiarisce una situazione e ci dimostra che il Fr. Teodoreto aveva qualche cosa di nuovo da dire e che egli era un pioniere ed un riformatore, anche se era ben lontano dal pensarlo.

Sei anni trascorsero nell'attesa: l'uomo prudente non voleva costruire sulla sabbia, l'uomo di fede attendeva un segno della Provvidenza e sapeva anche aspettare.

E la Provvidenza vegliava, guidando gli avvenimenti a sua insaputa.

Nel convento francescano di S. Tommaso a Torino viveva un frate laico, incaricato della cucina, trascurato dai suoi confratelli e quasi sconosciuto, ma che era un gran mistico.

Egli aveva una particolarissima devozione a Gesù Crocifisso e passava gran parte della notte in chiesa ad adorarlo.

Il Signore e la SS. Vergine gli parlavano sensibilmente.

Fra Leopoldo e Fr. Teodoreto non conoscevano neppure l'esistenza l'uno dell'altro e intanto lavoravano inconsapevolmente per la stessa causa.

A suo tempo si incontreranno e lavoreranno insieme.

Fra Leopoldo fu l'uomo scelto da Dio per guidare il Fr. Teodoreto nella esecuzione del suo progetto, anzi per trasmettere un messaggio che riguarda tutti i Fratelli delle Scuole Cristiane.

Si direbbe che egli è il loro profeta: egli è preparato per essi ed esce dalla sua oscurità per compiere una missione riguardante la scuola cristiana e quando la missione è compiuta il Signore lo chiama in paradiso.

Gesù stesso gli dirà: « Tutto ciò che ho compiuto per mezzo tuo deve passare ai Fratelli delle Scuole Cristiane ».

Il messaggio di Fra Leopoldo ( lumeggiato molto bene nel libro scritto dal Fr. Teodoreto con il titolo « Il Segretario del Crocifisso » ) riguarda l'efficienza educatrice della scuola, i nuovi orientamenti scolastici, la perseveranza degli allievi nella vita cristiana, la preparazione delle élites per l'apostolato dei laici nel mondo, e precede di 40 anni le direttive date in materia dal Concilio Ecumenico Vaticano II.

Vi sono delle coincidenze di data impressionanti tra la vita di Fra Leopoldo e quella del Fr. Teodoreto.

Per esempio, il 2/8/1906, lo stesso giorno in cui Fr. Teodoreto incomincia il Secondo Noviziato dove concepirà l'idea dell'Unione, Fra Leopoldo per ordine di Gesù stesso incomincia a scrivere sotto il suo dettato e quello della SS. Vergine, le pagine che comporranno il suo voluminoso diario e che contengono tutte le direttive per l'opera nuova che sta per sorgere.

A metà settembre del 1906, mentre a Lembecq il Fr. Teodoreto è impressionato dalla conferenza del Fr. Anaclétus, a Torino Fra Leopoldo, terminata di comporre la « divozione a Gesù Crocifisso » domanda a N.S. come potrà propagarla.

Gesù gli risponde: « Sappi che io ho dei Fratelli laici i quali mi amano molto e che verranno in tuo aiuto ».

Chi erano questi Fratelli laici? Fra Leopoldo supponeva che fossero i suoi confratelli della Verna, dei quali aveva sentito lodare il grande fervore.

Soltanto alcuni anni dopo, quando avrà conosciuto Fr. Teodoreto i disegni di Dio gli saranno chiari.

Fra Leopoldo non capiva tutto ciò che scriveva, ma prendeva nota fedelmente di ciò che ascoltava.

Egli aveva frequentato solamente le prime due classi elementari alla scuola del suo paese ed i suoi scritti sono pieni di errori di grammatica.

Tuttavia contengono una altissima dottrina spirituale e la predizione di molti fatti verificatisi parecchi anni dopo.

Ancor oggi i catechisti vi trovano la soluzione dei loro problemi, come a suo tempo il Fr. Teodoreto vi trovò con stupore la soluzione dei propri.

La divozione a Gesù Crocifisso composta da Fra Leopoldo si andava diffondendo timidamente per mezzo di pie persone amiche del Servo di Dio.

Oggi essa è ufficialmente approvata dalla Chiesa che l'ha inserita nella sua raccolta « Preces et pia opera indulgentiis ditata » e l'ha arricchita di molte indulgenze.

Tradotta nelle principali lingue del mondo essa è stampata e diffusa a milioni di copie.

Allora veniva diffusa per mezzo di copie scritte a mano e incollate ad una immagine del Crocifisso.

Un autografo del Fr. Teodoreto

Una di queste venne presentata al Fr. Teodoreto da una Signora, in un momento di gravi angustie: la comunità di S. Pelagia si trovava in strettezze finanziarie, non riusciva ad organizzare alcuna opera di perseveranza e soprattutto era minacciato il valore legale dei titoli di studio da essa rilasciati.

Il Fr. Teodoreto esaminò la preghiera a Gesù Crocifisso e gli piacque, anzi credette di vedervi un mezzo offertogli dalla Provvidenza per superare le difficoltà in cui si dibattevano i Fratelli, per cui decise di sperimentarne l'efficacia, che quella Signora gli diceva grande.

Ne parlò addirittura con il Superiore Generale, che ebbe occasione di visitare in quei giorni e che dimostrò un vivo interesse, e poi fece incominciare una novena da tutta la comunità, con la recita della « divozione ».

L'esito fu pronto e superiore alle previsioni.

Il decreto-legge che minacciava le scuole venne revocato insperatamente e i Fratelli respirarono.

Inoltre un benefattore regalò una villa in montagna per le vacanze dei Fratelli, che poteva anche servire, come difatti servirà, per varie iniziative post-scolastiche a favore degli allievi.

Tutto ciò acuiva nel Fr. Teodoreto il desiderio di conoscere l'autore della « divozione a Gesù Crocifisso » ma tutti i conoscenti di Fra Leopoldo avevano l'ordine di non nominarlo mai.

Fu una circostanza fortuita che gli fece scoprire il santo frate e Fr. Teodoreto, consultatosi con il Signore nella preghiera, decise di andarlo a trovare.

I due uomini di Dio si intesero a meraviglia e ne nacque una sincera amicizia, tutta soprannaturale ed assai feconda di frutti apostolici.

Del resto Gesù stesso, consultato da Fra Leopoldo sul modo di comportarsi con il Fr. Teodoreto, gli aveva risposto di aver confidenza.

È naturale che il Fr. Teodoreto parlasse con Fra Leopoldo del progetto da lui concepito a Lembecq.

« Abbia la bontà di pregare » gli disse, « affinché il Signore faccia conoscere se un'opera simile è realizzabile, giacché mi rincrescerebbe di doverla sciogliere dopo di averla iniziata ».

Il dubbio contenuto in questa domanda esprimeva la sfiducia largamente diffusa tra il clero ed i religiosi sulla possibilità di una intensa vita cristiana fra i giovani secolari.

Fra Leopoldo promise di pregare e ricevette dal Signore una risposta immediata che subito trasmise a S. Pelagia con un biglietto: « Dirai al Fr. Teodoreto di fare ciò che ha in mente ».

Fare ciò che ha in mente. Nient'altro.

L'idea nella mente del Fr. Teodoreto era già stata messa da Dio stesso.

Qui si aggiunge che l'idea veniva appunto da Dio e che l'opera era voluta da Dio.

Il Fr. Teodoreto si sentì sicuro e si lanciò nell'azione.

Scelse in ogni classe un gruppetto dei migliori allievi ed incominciò la loro formazione spirituale con adunanze, preghiere, giornate di ritiro.

I giovani corrisposero mirabilmente e l'opera si affermò.

Qualcuno venne meno e si ritirò, ma fu immediatamente sostituito da altri e attorno al Fr. Teodoreto rimase sempre un bel gruppo di giovani fervorosi, a cui egli non offriva nemmeno la più innocente attrattiva di qualche giuoco o di qualche gita, attirati nient'altro che dall'ideale della vita interiore e dell'apostolato.

L'opera si sviluppò gradualmente dimostrandosi anch'essa soggetta alla legge dello sviluppo e si perfezionò man mano che il disegno di Dio si chiariva.

Oggi le grandi linee sono certamente stabilite in modo definitivo, ma qualche sviluppo particolare, qualche determinazione ed esplicitazione potrebbe ancora aver luogo.

Le tappe principali di questa crescita sono le seguenti:

Nel 1914 erezione canonica della pia Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, con decreto del Card. Richelmy, arcivescovo di Torino.

Nel 1916 aggregazione dell'Unione SS. Crocifisso e M. I. alla Società della Gioventù Cattolica.

Da allora in poi l'Unione sarà inserita definitivamente nell'azione Cattolica come gruppo specializzato.

Nel 1917 prima revisione del Regolamento e aggiunta del termine « Catechisti » al titolo dell'Unione, che da allora in poi si chiamerà: « Unione Catechisti del SS. Crocifisso è di Maria SS. Immacolata ».

I membri dell'Unione, dopo tre anni di esperienza nell'apostolato catechistico parrocchiale, avevano deciso di consacrarsi definitivamente all'apostolato catechistico.

L'impronta lasalliana diventava sempre più emergente.

Nello stesso anno 1917 uscì il primo numero del Bollettino « L'amore a Gesù Crocifisso » che sarà il portavoce di tutto il movimento.

Nel 1919 i Fratelli di S. Pelagia studiavano la possibilità di aprire una scuola di Arti e Mestieri.

La situazione degli operai era preoccupante: lo sviluppo della tecnica richiedeva un addestramento più qualificato; la mancanza di esso lasciava disoccupata una gran massa di operai generici; la miseria e il malcontento diffusi creavano dei problemi sociali imponenti, soprattutto nell'immediato dopo-guerra ed esigevano delle scuole professionali, a cominciare da Torino, la città più industriale dell'Italia.

I Fratelli del Distretto di Torino, di 40 anni fa dimostravano una viva sensibilità ai problemi sociali ed apostolici.

Essi non rimanevano attaccati alle vecchie formule e capivano che le scuole statali minacciavano di soffocarli, che la tecnica avrebbe rivoluzionato tutto e che le scuole professionali erano il terreno più idoneo per essi a rendere il maggior servizio al popolo e dove avrebbero goduto maggior libertà d'azione, giacché difficilmente la burocrazia avrebbe seguito i rapidi e multiformi sviluppi della tecnica.

Tuttavia nel 1919 queste cose non si imponevano con l'evidenza di oggi, le difficoltà di trovare i fondi necessari per una scuola professionale, assai più costosa di quella tradizionale, erano ancor più gravi, appunto perché l'opinione pubblica non si era ancora resa conto del problema; i cambiamenti da apportare nella stessa preparazione professionale dei Fratelli erano notevoli.

Era naturale quindi che si ricorresse al consiglio di Fra Leopoldo prima di infilare una strada così ardua.

La risposta che Gesù stesso diede a Fra Leopoldo non fu solamente una approvazione al progetto dei Fratelli, ma una viva esortazione a realizzarlo subito e malgrado ogni difficoltà.

Di più N.S. dava delle direttive ulteriori e voleva che l'opera fosse gratuita e portasse un nome nuovo che ne riassumesse lo spirito e gli scopi: Casa di Carità Arti e Mestieri.

La situazione richiedeva degli uomini di fede e i Fratelli accettarono queste direttive; ma ahimè, il Comitato promotore da essi organizzato e di cui essi non potevano assolutamente fare a meno, non aveva lo spirito di fede dei Fratelli: si spaventò di fronte al preventivo di spese, si inalberò contro il nome proposto, ritenendolo inopportuno, si divise nelle opinioni e alla fine si disciolse lasciando soli i Fratelli.

Fra Leopoldo, considerato visionario e inopportuno ricevette dai suoi superiori l'ordine di cessare ogni relazione con l'opera e morì qualche mese dopo con l'impressione di essere da tutti sconfessato e abbandonato.

I Fratelli, rimasti soli, aprirono ugualmente, ma in proporzioni ridotte, la scuola professionale, che non poté essere gratuita, né chiamarsi Casa di Carità.

Però, se le contraddizioni e le difficoltà caratterizzano le opere di Dio, non le possono arrestare.

Esse rinascono dalle loro ceneri.

Alcuni anni dopo i catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, senza averlo affatto previsto, si trovarono tra le mani la Casa di Carità Arti e Mestieri, tal quale lo voleva Fra Leopoldo.

Essi non avrebbero mai osato proporsi un'opera simile, ma il Fr. Teodoreto li guidava a compiere giorno per giorno ciò che la Provvidenza Divina veniva indicando.

Nella parrocchia di N.S. della Pace, dove si recavano ogni domenica per fare il catechismo, incominciarono a dare delle lezioni di materie professionali agli operai disoccupati per aiutarli a trovare lavoro.

Si era nel 1923 in piena crisi politica e sociale.

L'iniziativa si dimostrò efficace ed ebbe gran successo.

Le lezioni domenicali diventarono una scuola regolare festiva con vari corsi poliennali, a cui si aggiunsero poi i corsi serali quotidiani.

I locali della parrocchia si rivelarono presto inadeguati e si dovette comperare uno stabile, i cui locali formicolarono di un migliaio di giovani.

L'impegno era grave per i catechisti, ma ormai la strada era imboccata ed essi, accorgendosi che era proprio quella indicata da Fra Leopoldo, decisero di attenersi alle sue direttive e vi scoprirono un tesoro di saggezza e di modernità.

Nel 1948 una grande ditta torinese propose ai catechisti di iniziare una scuola regolare per la qualificazione professionale dei figli dei suoi dipendenti.

I catechisti accettarono e così alla Casa di Carità si iniziarono anche i corsi diurni.

Ben presto anche la prima Sede risultò inadeguata e la si dovette abbandonare, trasformando la scuola in un nuovo edificio progettato secondo le esigenze e costruito su un terreno di nuovo acquisto.

Oggi la Casa di Carità Arti e Mestieri è uno dei più importanti centri di addestramento, dipendenti dal Ministero del Lavoro.

Mentre si sviluppava la Casa di Carità anche l'Unione Catechisti si evolveva.

Assemblea dei Catechisti nel 1942

Nel 1925 il Card. Giuseppe Gamba, nuovo Arcivescovo di Torino, avendone esaminato il regolamento sempre più perfezionato, e che comprendeva l'osservanza dei consigli evangelici di povertà, castità e ubbidienza, pur senza voti, ci vide in atto uno stato di perfezione, con un ideale assai elevato ed una finalità assai utile per la Chiesa, e propose ai catechisti di consacrarsi definitivamente a Dio con i voti religiosi.

Un buon gruppo di essi accettò con entusiasmo e fu il primo nucleo dei Catechisti Congregati.

Gli altri, già orientali verso l'ideale della famiglia, costituirono il gruppo dei Catechisti Associati.

L'Unione aveva raggiunto la sua maturità ed i catechisti erano preparati per le nuove forme di vita che un po' dovunque spuntavano nella Chiesa; ma questa non aveva ancora adeguato la sua struttura giuridica per accoglierli benché li guardasse con molta simpatia.

Il codice di diritto canonico, nel capitolo riguardante la vita di perfezione, era nato vecchio, e disciplinava esclusivamente gli Ordini e le Congregazioni religiose con vita comune, secondo lo schema tradizionale.

I catechisti che non conducono vita comune, furono messi provvisoriamente alla dipendenza della S.C. del Concilio, in fase di esperimento, e vi rimasero fino al 1947 allorché Pio XII con la Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia istituì gli Istituti Secolari.

L'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata fu uno dei primi cinque Istituti Secolari approvati dalla Chiesa.

L'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, da cui l'Unione procede, si dimostrava una delle famiglie religiose più aggiornate e più aperte ai nuovi problemi sociali ed apostolici, nonché agli influssi della grazia divina, giacche senza una grazia straordinaria l'Unione Catechisti non avrebbe potuto sorgere.

L'intervento straordinario di Dio è particolarmente marcato e risulta:

1) dalla presenza e dall'azione congiunta di due Servi di Dio, Fr. Teodoreto e Fra Leopoldo, dei quali l'autorità ecclesiastica ha accettato la causa di beatificazione con molto favore;

2) dalla nascita stessa di un Istituto Secolare, quasi rampollo germogliato dall'antico ceppo lasalliano.

È la prima volta che ciò avviene nella vita tricentenaria dell'Istituto di San Giovanni Battista La Salle e che un Fratello delle Scuole Cristiane diventa a sua volta fondatore;

3) dal modo Straordinario con cui N.S. è intervenuto tramite Fra Leopoldo.

Strutture e relazioni

Quando si dice che l'Unione Catechisti è un Istituto Secolare non si deve pensare ad una specie di secondo ordine, staccatesi dal primo per seguire una sua propria strada; e nemmeno un terz'ordine a fianco del primo, in stato di perenne minorità.

L'Unione è in una posizione particolare, che difficilmente trova dei casi simili.

Si può dire che essa è « inserita » nell'Istituto dei Fratelli S.C. come un figlio adulto rimasto in casa a lavorare con i suoi parenti.

Il rapporto giuridico è tenue, ma efficace.

Essa è anzitutto l'« opera di perseveranza della scuola cristiana » che inizia la sua attività negli anni stessi della scuola per mezzo della Sezione preparatoria potenziando l'azione della scuola stessa per mezzo dei gruppi di élite di ogni classe e la continua per tutta la vita dell'allievo, assistendolo in ogni condizione sociale dove sarà chiamato a svolgere l'opera sua.

Come opera di perseveranza della scuola cristiana l'Unione Catechisti reagisce contro tre tendenze:

1) la tendenza all'esteriorità, al culto del numero per il numero, alla superficialità nell'azione, alla mancanza di vita interiore, cose tutte che privano le opere di ogni vera efficacia.

Questa tendenza è tutt'altro che ipotetica.

Essa è sempre latente perché promana da una fondamentale debolezza dell'uomo decaduto, che sempre tende al nulla e sempre deve reagire se non vuole dissolversi.

Talvolta l'educatore vi cade nell'illusione di conformare le opere alla capacità e al livello spirituale degli allievi, dimenticando che non già l'ideale deve conformarsi all'uomo, ma l'uomo deve conformarsi all'ideale e che se è vero che bisogna discendere al livello dell'allievo bisogna poi aiutarlo a salire, altrimenti cessa ogni azione educatrice.

L'uomo viatore, appunto perché in movimento, non è mai perfetto né in sé, né nelle sue opere.

L'importante è che segua una via ascendente e non una via discendente.

2) la tendenza al personalismo, cioè alle opere condotte secondo il proprio genio personale, che produce un frazionamento illimitato delle iniziative ed una vita effimera delle stesse, giacché tutto ciò che è strettamente personale cade con la persona.

Non si vuoi dire che le ricchezze della persona debbano essere mortificate, anzi è evidente che ciascuno deve poter riversare nelle opere a cui attende tutti i talenti di cui è fornito.

Le opere avranno una sfumatura diversa, a seconda delle persone che le compongono, e ciò non è affatto un male.

Ma bisogna che tutte tendano allo stesso fine ed abbiano una strutturazione che consenta a tutti i Fratelli di potervi collaborare.

Non è forse concepita così la scuola lasalliana? Non è essa l'opera comune di tutti i Fratelli?

Forse che questo le impedisce di adattarsi a tutte le situazioni contingenti, pur restando sempre la scuola cristiana?

E allora perché non organizzare unitariamente alla stessa maniera le opere di perseveranza, invece di abbandonarle alle iniziative occasionali, come una fungaia?

Si parla tanto oggi di pianificazione in tutti i campi ed è una vera conquista del nostro tempo, dove tutto assume proporzioni mondiali e non è più tollerabile l'anarchia delle occasionalità: anche nelle opere di perseveranza si sente il bisogno di pianificazione.

3) l'assenza di spirito lasalliano.

Nessuno potrà negare ai Fratelli S.C. il diritto ed il dovere di agire secondo il proprio spirito.

L'affermazione di questo principio procede da una vera apertura alla realtà, che è infinitamente varia e trova l'unità nella varietà.

È semplicemente puerile confondere l'unità con l'uniformità.

Iddio non ha creato gli esseri come dei prodotti in serie, alla maniera delle nostre industrie, ma con infinita varietà e con funzione di integrazione vicendevole.

Inoltre la perfezione delle creature è sempre determinazione.

Ciò che è generico non può essere perfetto, né vitale, né assumere un valore autentico e universale.

Per conseguire una vera personalità e svolgere un'azione efficace ciascuno deve essere pienamente se stesso.

E ogni famiglia religiosa raggiunge la sua pienezza spirituale e la fecondità nella sua missione a condizioni di mantenersi fedele ai suoi statuti e al suo spirito.

Questa regola vale anche per le opere di perseveranza, per cui le opere fondate dai Fratelli S.C. non possono avere seria consistenza, né vitalità se non sono nate ed animate da spirito lasalliano e non attingono largamente alla spiritualità dei Fratelli stessi.

D'altra parte c'è tanta ricchezza in casa, che non c'è proprio bisogno di adottare delle iniziative nate altrove e con altro spirito.

L'Unione Catechisti, come opera di perseveranza, è strutturata in modo da diventare l'opera lasalliana per eccellenza e da permettere che vi possano collaborare tutti i Fratelli e non solo qualche Fratello delegato.

Essa inizia con la Sezione preparatoria, che mira essenzialmente a preparare i giovani alla scelta dello stato ed a formare in ogni classe il gruppo di punta che trascina; il lievito buono che fa fermentare la massa.

La scelta dello stato è la grande decisione della gioventù, da cui dipende tutta la vita ed è di capitale importanza che ogni giovane sia illuminato e sostenuto affinché si orienti consapevolmente e fedelmente secondo la propria vocazione e non secondo falsi criteri, e che inoltre sia preparato a seguirla e a viverla pienamente.

Dalla Sezione preparatoria usciranno delle vocazioni per tutte le forme di vita e dei giovani già allenati ad assumersi le proprie responsabilità e ad agire sull'ambiente.

Il Decreto di erezione dall'Unione del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata

Quelli che avranno scelto di restare definitivamente nell'Unione Catechisti potranno essere Catechisti Associati, proponendosi la missione della famiglia e tendendo alla perfezione ad un titolo ulteriore a quello di semplice cristiano, pur senza alcun voto; oppure Catechisti Congregati consacrandosi a Dio con i voti religiosi e mettendosi a disposizione per le opere di apostolato.

Tutti i catechisti hanno in comune la testimonianza cristiana in mezzo al mondo, in uno spirito di fede, di umiltà e di zelo, nonché l'apostolato catechistico e sociale, secondo le circostanze.

Il laicato a servizio della Chiesa

In quanto Istituto Secolare l'Unione Catechisti vuole estendere la formula di vita dei Fratelli delle Scuole Cristiane a tutte le condizioni di vita, vivendo la vita di perfezione nella loro condizione sociale, senza fare distinzione fra i doveri del proprio stato e l'affare della eterna salute, secondo la nota espressione di S. Giovanni Battista La Salle.

Come i Fratelli S.C. vivono la professione di maestro-educatore nello stato di perfezione, così i catechisti si propongono di vivere allo stato di perfezione in qualunque altra attività secolare.

Ecco che allora tra lo stato religioso propriamente detto e lo stato secolare, tra il clero e il popolo cristiano si innalza un ponte: quello del laicato cattolico consacrato a Dio.

Mai come oggi la Chiesa ha insistito perché i laici si rendano consapevoli della loro responsabilità ed assumano il loro posto accanto alla S. Gerarchia nella diffusione del Vangelo; ne è venuto il monito dalla solenne adunanza del Concilio Ecumenico Vaticano II e vi hanno insistito i Sommi Pontefici di questi ultimi tempi, da Pio XI a Paolo VI: Ma chi meglio risponderà a quest'appello è certamente il laicato consacrato a Dio e resosi totalmente disponibile per l'attività apostolica.

Questo costituirà il fermento, la struttura portante, la élite del laicato cattolico, la quale è determinante.

Le masse sono sempre determinate da un gruppo scelto, e ciò si verifica sempre in tutti i campi, sia nel bene che nel male.

I nemici di Dio l'hanno capito assai bene e l'hanno tenuto ben presente nella loro strategia.

Chi meglio della scuola cristiana è in grado di preparare questi gruppi scelti?

Come la scuola cristiana ha trovato la sua soluzione con la preparazione dei maestri cristiani, così l'apostolato laico troverà la sua soluzione con la preparazione di laici consacrati a Dio nel secolo.

Il compito della scuola cristiana diventa sempre più grande e sempre più impegnativo.

Non fa meraviglia dunque che i nemici della Chiesa l'abbiano combattuta così aspramente, e purtroppo così vittoriosamente, sul campo scolastico, ed è incoraggiante constatare che la Provvi denza divina sia intervenuta facendo sorgere dalla scuola cristiana un movimento nuovo, rispondente ad un grandioso disegno, in perfetta aderenza alle attuali esigenze.

Quando si parla di apostolato dei laici è comune il riferimento all'Azione Cattolica e il Papa Paolo VI ha dichiarato che l'Azione Cattolica appartiene ormai alla Costituzione della Chiesa.

Non si sarebbe potuto usare un'espressione più forte per indicarne l'importanza, e ciò è stato molto bene e giustamente sottolineato.

Quello che invece non è stato ancora sufficientemente rilevato è l'evoluzione del concetto stesso di Azione Cattolica, la quale oggi, più che in una specifica organizzazione è vista nell'unione effettiva di tutte le forze operanti nel secolo per il trionfo del Regno di Dio.

Comunque anche l'Azione Cattolica deve conformarsi alle leggi della vita spirituale.

Inoltre deve fare veramente dell'apostolato, se no dovrebbe denominarsi « formazione » cattolica e non « azione » cattolica.

Ora la vita spirituale quanto più è intensa e tanto più è specificata, e l'apostolato per essere efficace non può non adattarsi alle circostanze ambientali in cui si esercita.

Ne deriva quindi una grande varietà di sfumature tra le Associazioni, varietà che non nuoce affatto, anzi è di stimolo a tutte.

L'Azione Cattolica sorta presso le famiglie religiose non può non risentire della loro impronta spirituale, anzi non potrebbe nemmeno essere autentica Azione Cattolica se non la risentisse.

È chiaro che l'Azione Cattolica dei Fratelli S.C. deve avere uno spirito lasalliano e partecipare all'apostolato dei Fratelli, che sono essenzialmente dei catechisti, cioè essere Azione Cattolica specializzata.

Questa impostazione, non sarà mai abbastanza ribadito, è condizione indispensabile per una autentica Azione Cattolica presso i Fratelli e non è affatto di ostacolo all'unità del movimento di A.C., anzi gli giova.

È forse di ostacolo all'unità dell'esercito la divisione dei compiti delle varie armate: fanteria, artiglieria, aviazione, marina, ecc.?

Ecco che cos'è l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di M.I. la quale, come si è visto sopra è iscritta alla A.C. fin dal 1916 e in certi momenti difficili per la stessa ne ha costituito la roccaforte e l'ispiratrice, come attestava il can. Pittarelli, Assistente Diocesano della G.I.A.C.

Non si deve perciò distinguere tra Unione Catechisti e Azione Cattolica, come se fossero due movimenti diversi.

È vero che l'Unione Catechisti è Azione Cattolica specializzata, ma forse che la specie comporta la perdita del genere?

È vero che l'Unione Catechisti è un Istituto Secolare, ma forse che chi è consacrato a Dio con i voti religiosi cessa di essere cristiano?

O non diverrà più perfettamente cristiano?

Spirito e programmi

La scuola è il regno della verità; non di una verità puramente cerebrale, ma amata, vissuta, propagata.

Chi si dedica alla scuola cristiana, oppure è formato da essa, deve avere il culto della verità, lo spirito di umiltà, lo spirito di fede e lo spirito di zelo.

Questo è l'atteggiamento interiore richiesto per entrare nell'Unione Catechisti.

La grande missione affidata ai membri dell'Unione è in primo luogo la catechesi, missione fondamentale della Chiesa stessa, compito immane della penetrazione capillare della verità con la fede, che richiede legioni di operai, e che non è mai terminato fino alla fine del mondo.

In secondo luogo è l'azione sociale, missione insostituibile del laico, volta a rendere cristiana la società in tutte le sue strutture e in tutte le sue manifestazioni, concretizzando in attuazioni pratiche le direttive e i principi generali della Chiesa.

L'ideale a cui i catechisti devono ispirarsi e annunciare a tutti è Gesù Crocifisso, Verbo di Dio fatto uomo e immolato per tutti.

« Io ritenni di non conoscere altra cosa in mezzo a voi fuorché Gesù Cristo e questi crocifisso » ( 1 Cor 2,2 ).

« Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.

Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me » ( Gal 2,20 ).

Il campo di lavoro è il mondo intero, divenuto ormai un unico campo di missione, e perciò i catechisti si sentono debitori del Vangelo a tutti, ricchi e poveri, concittadini e stranieri, vicini e lontani.

I mezzi pratici principali a cui i catechisti ricorrono per attuare il loro programma possono essere indicati schematicamente nel seguente elenco:

1) la distribuzione gratuita e organizzata per mezzo di centri stabiliti in tutto il mondo della preghiera a Gesù Crocifisso composta da Fra Leopoldo; l'organizzazione di giornate dedicate al SS. Crocifisso presso le Scuole e le Chiese; l'intronizzazione del Crocifisso nelle famiglie; l'organizzazione di gruppi di Zelatori e di Ascritti presso le Scuole e le Parrocchie;

2) le giornate di ritiro e i corsi di esercizi spirituali per gruppi specializzati di ogni ceto di persone, specialmente di giovani, e non in modo saltuario, ma regolare, da incrementare la vita interiore; le conferenze e i corsi di ascetica, anche aperti al pubblico; l'orientamento e l'aiuto ai giovani per la scelta dello stato e la fedeltà alla propria vocazione; la ricerca e la coltivazione di vocazioni sacerdotali, religiose e laicali alla pratica deiconsigli evangelici, sia in religione che in mezzo al mondo;

3) il catechismo nelle parrocchie e nelle scuole, sia statali che religiose; i corsi di religione a differenti livelli per il conseguimento del diploma di catechista di relativo grado, non solo per i membri dell'unione, ma anche per il pubblico; la diffusione della buona stampa e il contrasto a quella cattiva; nonché agli spettacoli immorali; l'impulso al movimento missionario nelle scuole;

4) l'appoggio e la difesa della scuola cattolica in generale e particolarmente alle opere dei Fratelli delle Scuole Cristiane; le scuole gratuite di arti e mestieri, con corsi diurni e serali per il popolo lavoratore; la cristiana riabilitazione del povero; l'apostolato d'ambiente esercitato singolarmente da ciascun catechista, secondo le circostanze e con le iniziative più svariate.

C. T.

Il Fr. Teodoreto con i catechisti, durante gli Esercizi Spirituali del 1948 a Villa Luigina ( Chieri )