La parola del Papa

B171-A1

Il viaggio di Paolo VI a Bogotà

« Quando scegliemmo la Colombia quale sede del 39° Congresso Eucaristico Internazionale il nostro pensiero si è rivolto ai secoli di fede cristiana che riempiono i suoi annali; desideriamo che questo avvenimento sia la ricompensa dei suoi illustri servizi resi alla causa cattolica; formuliamo pure l'augurio che costituisca un incoraggiamento ad un nuovo dinamismo religioso e a più alte mete sociali; poiché l'Eucaristia è centro dell'unità, seme di concordia e di unione, sorgente di pace e di riconciliazione ».

Queste espressioni di S.S. Paolo VI sintetizzano efficacemente gli scopi principali del pellegrinaggio del Vicario di Cristo nell'America Latina: onorare Cristo nel mistero eucaristico e nella sofferenza dei poveri.

« L'America Latina » è un'amica molto scomoda per chi vuol vivere lo spirito e la carità di Cristo.

E la sua scomodità deriva dal fatto che Cristo, vivente nella Chiesa, vive in ogni Chiesa locale qualche aspetto della sua vita con particolare intensità.

Cristo nella Chiesa dell'America Latina è il Cristo povero che non ha dove poggiare la testa.

La Chiesa nell'America Latina deve affrontare due compiti: uno sociale, l'altro religioso.

Essa deve affrontare un dovere di umanizzazione ed un dovere di evangelizzazione.

Deve dare al popolo il pane e l'ostia consacrata; deve offrirgli la sicurezza sociale e la provvidenza di Dio; deve insegnargli il valore del lavoro ed il valore della preghiera; in una parola, deve salvare gli uomini nel corpo e nell'anima ».1

Per questo, appena disceso dall'aereo e dopo aver umilmente baciato la terra colombiana, Paolo VI rispondeva all'indirizzo di saluto del Presidente della Repubblica, esaltando i valori storici delle civiltà pre-colombiane, nobilitate poi dall'avvento del Cristianesimo: « Una gioia intima ed una trepida commozione pervadono il nostro animo nel rilevare che la Provvidenza ci ha riservato il privilegio di essere il primo Papa che giunge in questa nobilissima terra, a questo cristiano continente, dove in un fatidico giorno, predestinato nei disegni salvifici di Dio, cominciò ad aggiungersi l'altezza della Croce sulle cime delle Ande e, lungo le antiche strade dei Chibcas e dei May a, degli Atzechi, degli Inca e dei Tupis - Guarani, cominciò a delinearsi la figura di Cristo.

Ed il nostro cuore si espande nel ringraziare Dio per averci dato l'inestimabile dono della fede cattolica e per implorare da Lui che il dinamismo della vostra fede, tradizionale e rinnovata, risvegli sempre più il senso di fraternità e di armoniosa collaborazione per una costante pacifica convivenza, e sproni e consolidi gli sforzi per un progresso ordinato che, mediante lo sviluppo della tecnica e la cultura razionale di tante ricchezze depositate dal Creatore nelle vostre terre, raggiunga con equità tutte le famiglie e le categorie di persone, in conformità con i principi di giustizia e di carità cristiana ».

Già in questo primo contatto col popolo colombiano sono evidenti le esortazioni del S. Padre che incitano i cattolici colombiani a dare il massimo efficace contributo ad un ordinato sviluppo civile e sociale del loro popolo.

Ma è sopratutto nei tre discorsi fondamentali: quello ai contadini, quello ai lavoratori, imprenditori ed intellettuali sul problema dello sviluppo, e quello ai vescovi latino-americani nella cattedrale di Bogotà, che si colgono tre constanti di fondo: la denuncia vigorosa ed incisiva delle situazioni di ingiustizia sociale che avviliscono la persona umana, l'invito a modificare le attuali strutture politico-economiche, e il rifiuto della violenza.

Il Papa ha tuttavia sempre sottolineato in modo peculiare e preminente l'aspetto religioso e rivolgendosi ai « Campesinos » ha detto « Siamo venuti per onorare in Voi Gesù Cristo », ha ricordato che i poveri sono « Sacramento », che l'amore verso i fratelli è l'amore verso Dio che si rifrange sulle Sue creature.

Ma Paolo VI è stato chiaro con tutti; si è rivolto:

ai privilegiati - chiedendo giustizia e liberazione per l'abbandonata popolazione indigena;

ai dirigenti - sollecitando la fine di inique sperequazioni ed abusi;

ai governi dei paesi economicamente progrediti - ricordando il preciso dovere di far parte delle loro ricchezze con aiuti che non ledano la dignità e « la libertà dei popoli »;

ai lavoratori, ai poveri, ai sofferenti dopo aver confermato che la Chiesa fa sua in ogni tempo la loro causa, li ha esortati a non mettere la loro fiducia nella violenza.

A tutti ha ricordato che la rigenerazione sociale si fonda sul rinnovamento di ogni uomo, sulla promozione interiore, sulla libertà di ciascuno prima che sulla trasformazione delle strutture sociali.

Ed ha esortato ciascuno ad operare per la propria promozione spirituale, morale, professionale, tecnica, civile e sociale.2

Si tratta quindi, in ultima analisi, di una immensa opera di educazione umana e cristiana, che deve sviluppare ed elevare alla massima perfezione ogni membro della società, in una sintesi di armoniosa solidarietà, in cui i più dotati devono mettere tutti i talenti ricevuti gratuitamente da Dio a beneficio dei fratelli più bisognosi.

È stato questo il tema di fondo del nostro Convegno di formazione catechistica svoltosi dal 15 al 22 sett. u.s., di cui si tratta diffusamente nel presente Bollettino.

Ivi il problema dell'educazione cristiana, tesa « a promuovere efficacemente il bene della città terrena tutt'uno con la diffusione del Regno di Dio e la salvezza delle anime » è stato dibattuto in funzione delle esigenze della mentalità contemporanea.

Al rientro in Italia, all'aeroporto di Fiumicino, il S. Padre sintetizzava così le istanze del suo viaggio nell'America Latina: « La Chiesa ha ripetuto il suo messaggio sociale di rispetto della persona umana, di elevazione, di libertà, di progresso, di pace, in messo ai rappresentanti del lavoro e della cultura, offrendo al mondo un quadro impressionante di ciò che possa, anche nei riflessi più pratici, l'unione delle forze sane e generose, nell'amore di Cristo, e nell'operosità libera, cosciente e costruttiva ».

La meditazione attenta di questi tratti salienti dei circa trenta discorsi pronunciati dal Papa nel viaggio a Bogotà è certamente motivo di incitamento per tutti « all'apostolato catechistico e sociale ».

1 Bollettino Salesiano N.13 - 1968.

2 Cfr. « Vogliamoci bene » - Settembre 1968.