Una cerimonia alpina riparatrice  

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Quasi tutta la stampa ha lasciato cadere nel silenzio o ha ignorato la cerimonia alpina riparatrice che si è svolta la domenica 29 luglio scorso alla frontiera italo - francese, oltre le Terme di Valdieri ( Alta Val Gesso, Cuneo ), sui monti che saranno perforati dal traforo Ciriegia - Mercantour.

Ma noi che apparteniamo alla stampa minima e ci gloriarne dei titoli del Crocifisso e dell'Immacolata, abbiamo il dovere di colmare codesto silenzio ( che farebbe meglio ad inghiottire molte fatuità, molte, troppe notizie di cronaca torbida, moralmente devastatrice ), facendo risuonare fin dove possiamo l'eco di quella commozione, che ha significato non di cronaca locale, ma più che nazionale, poiché assurge genuinamente a valore di cronaca universale.

Tale è infatti nella sua unicità la cerimonia alpina che qui vogliamo ricordare.

Di manifestazioni commemorative di patrie unità orribilmente mutilate da quest'ultima guerra, ce ne sono state.

Ma, come questa, nessuna, perché non solo i nostri, ma tutti gl'insepolti senza Croce, di tutte le guerre, accomuna in un abbraccio di carità universale.

Ne ebbe l'idea il Parroco di Sant'Anna e delle Terme di Valdieri, il quale non si poteva arrendere al pensiero che non avessero ricevuto le debite onoranze almeno della cristiana pietà quegli indomiti Alpini della gloriosa Cuneense che dalla Russia, da Novo Postolajowka, non avevano fatto ritorno alle loro baite.

Ne derivò la conseguenza che l'idea del Parroco si fuse, dilatandosi ad ampio respiro, con quella del Venerabile Servo di Dio Francesco Faà di Bruno.

Nobile alessandrino vissuto nel secolo scorso ( 1825-1888 ), capitano nel Real Corpo di Stato Maggiore per merito di guerra, al fianco del giovane Duca di Savoia a Novara, dottorato con meriti in scienze matematiche alla Sorbona, astronomo dell'Observatoire di Parigi, docente al Politecnico di Torino fino alla morte, ma soprattutto autentico santo che operava sempre nel nascondimento, aveva voluto ricevere all'età di cinquantadue anni l'ordinazione sacerdotale per assolvere compiutamente e durevolmente al voto ispirategli dalle invocazioni, dai lamenti, dallo strazio di tanti moribondi, e di Paesi così diversi, a Novara, i quali non avrebbero avuto degna sepoltura.

Ed aveva perciò eretto il Conservatorio del Suffragio a Torino, con lo scopo precipuo di pregare assiduamente, ogni giorno, per i Defunti soli, dimenticati, e particolarmente per i Caduti di tutte le guerre, senza eccezione di Paese, insepolti o dispersi.

Raccogliendo nel suo cuore anche codesta nobilissima ispirazione, il Parroco alpino dopo mille stenti e tra mille difficoltà, superate ad una ad una dal 1967, è riuscito con l'aiuto degli Alpini a far costruire - non lontano dalla frontiera, nel quadro di pini e di betulle, in una cornice di macigni e fra tanti fiori - un laghetto in miniatura sormontato da un basamento di granito reggente una Croce, ed ai piedi un lastrone a forma di cappello d'Alpino.

La Croce reca un'iscrizione, che spiega come Essa si moltiplichi innumerevolmente, per quel valore senza misura che le conferisce la Passione del Cristo, Vittima di amore per la salvezza di tutti gli uomini: come se fosse stata apposta, nello stesso momento della benedizione impartita da Monsignor Vescovo di Cuneo, non solo su ogni salma d'Alpino, ma di ogni Caduto, insepolto o disperso, senza distinzione di Patria, di frontiera, di latitudine; come se in quel momento, per ciascuno di quei Caduti, si fosse celebrata in raccolta intimità di spirito quella sepoltura, di cui essi soffersero incivile esclusione dall'odio degli uomini.

Ispirazione veramente riparatrice e santamente cristiana, che ancora una volta onora universalmente il nostro vecchio Piemonte.

E se è sfuggita a quasi tutta la nostra stampa, è stata per largo compenso rilevata a Strasburgo e commentata dal Consiglio d'Europa col consenso confortante di un vibrante telegramma, espressivo di « profonda riconoscenza pel questa iniziativa di fratellanza universale », con l'auspicio che « la Croce di Sant'Anna di Valdieri vegli sull'avvenire ed il successo dell'Europa unita! »

Fra quei dirupi, nel luminoso, solenne silenzio raccolto di una limpida giornata solare, in fraterna Comunione di sentimenti e di ricordi, la gente di montagna, una massa compatta di quattromila alpini ha fatto eco a quella cristiana cerimonia celebrativa: degni custodi di quegli altari della terra che sono i monti di tutti i Paesi!

Dis.