Per rifare l'uomo dal di dentro

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Gli attuali mutamenti in corso nella nostra società sia a livello politico economico e sociale sia a livello umano-culturale e cristiano, ci sollecitano sempre più una volontà di prendere parte al rinnovamento totale dell'uomo e delle cose che l'uomo fa o vive per ricondurle alla pienezza del Cristo; prendere coscienza che soltanto attraverso il proprio e personale intervento qualcosa cambierà in meglio: o si è disposti a pagare un prezzo più alto, a compiere uno sforzo più serio, a "convertirci" sinceramente continuamente e a fondo, sia nella mentalità che nel costume, o verrà presto il momento di dire che il nostro è un cristianesimo formale e legalistico, non certo genuino né autentico secondo lo sguardo ed il cuore di Gesù.

Era questa la premessa che dava vita ed inizio al campo - scuola della Casa di Carità per i ragazzi della 1a e della 2a qualifica, svoltasi durante i giorni dal 22 al 30 di giugno nella bellissima località di Valle Stretta, Melezet ( Bardonecchia ).

Abbiamo scelto di incontrarci tra noi, ( eravamo una trentina di allievi accompagnati dal nostro Sacerdote D. Felix e dai Catechisti Prof. Brusa e Sig. Pierbattisti insieme al Sig. Leone che teneva la contabilità del campo e agli Istruttori Sig. Giraudo, Michieli, Sommarone e Frison che hanno svolto la loro funzione animatrice con saggezza e impegno, per "mettere a fuoco" alcune delle piaghe attuali della nostra società con un accenno particolare al mondo del lavoro, per "decidere di impegnarci insieme" a cambiare non solo noi personalmente ma, grazie al nostro cambiamento, modificare in meglio le attuali strutture che talvolta soffocano l'uomo.

Ecco qui alcuni degli obiettivi che ci siamo prefissati:

1) la serenità: nella ricerca di una bella vacanza alpina e nell'amichevole convivenza.

2) Affrontare alcuni temi e discuterli insieme:

per le prime qualifiche:

a) La realtà attorno a me: riguardo alla coscienza e conoscenza del mio mondo: prendere coscienza che del male che oggi c'è nel mondo anch'io sono responsabile; allora, come posso rimediare? che valore dò per questo cambiamento alla mia "qualificazione" sia umana che professionale e cristiana?

b) È attraverso la morte dell'uomo vecchio ( l'uomo secondo la carne ) e la nascita dell'uomo nuovo ( l'uomo secondo lo Spirito ) che il mondo può essere rinnovato e quindi riportato a Cristo: valore del lavoro e della scelta professionale intesi come "vocazione" e "servizio" all'uomo e alla società in vista dei "cieli nuovi e della terra nuova".

c) La realtà nella quale mi sono formato e mi sto tutt'ora formando per arricchirmi e liberare il mio mondo: ciò che la scuola e gli educatori hanno saputo offrirmi; le ideologie che il mondo propone come "liberanti" e le loro aberrazioni.

Il Cristo Liberatore e il cristiano, altro Cristo, come liberante.

per le seconde qualifiche:

a) La mia famiglia, luogo naturale della mia crescita: i valori che essa mi ha proposto e che vive; le esperienze comuni alle altre famiglie operaie; la cultura che mi è stata trasmessa, la solidarietà all'interno della mia famiglia.

b) La mia scuola, luogo naturale per la mia formazione professionale cristiana e sociale: una carrellata sugli aspetti educativi della scuola in vista del nostro inserimento nel mondo del lavoro come portatori di Pace e di Liberazione, nel e con il lavoro.

c) Il mondo che mi aspetta, fatto di lavoro e di fabbrica; è un mondo "naturale?" attraverso le esperienze di fabbrica delle persone che conosco, come si presenta il mondo del lavoro? gli operai? le loro rivendicazioni? i loro valori?

A seconda di quanto ho scoperto: come devo introdurmi in questo mondo per portare Luce e per essere "missionario" offrendo la Parola di vita che Cristo ci ha rivolto a tutti?

Il metodo di lavoro è stato abbastanza ben accettato perché ci ha permesso di discutere e di pregare insieme.

La S. Messa fu altamente dialogata e partecipata benché fosse proposta come invito; i questionari ci permisero di dividerci a gruppi di lavoro secondo gli schemi sopra citati e di mettere insieme la nostra riflessione durante l'adunanza di conclusione alla sera.

Non mancò né la gioia dello scherzo né l'allegria giovanilmente espresse attraverso i canti che tennero alto il nostro morale.

Alcune passeggiate fatte alla conquista di punti chiave per la loro difficoltà e bellezza ( il Monte Tabor, la Guglia Rossa ) servirono per affiatare di più e meglio il nostro spirito di "voler marciare insieme" e di allietarci nella festosa contemplazione di quanto Dio ha creato per amor nostro.

Allo stesso modo abbiamo offerto alla casa che ci ospitava, era la casa della Parrocchia di S. Vincenzo de' Paoli di Torino, il nostro contributo di lavoro: preparando la legna per l'inverno, panche e porte, installando una nuova linea elettrica nelle camerate ecc.

Veramente sono stati giorni meravigliosi e pieni di grazia che ci hanno offerto, per bontà divina, di capire meglio quale deve essere il nostro contributo educativo verso questi giovani lavoratori e come spronarli ad "essere servizio" nel loro ambiente di officina, "vangelo in atto" attraverso la loro vita insieme a tanti altri operai che non hanno avuto la loro fortuna né i loro doni per potersi migliorare dal di dentro e rendere più umano il loro mondo di faticoso lavoro.

Perché l'insegnamento della Casa di Carità "splenda nel mondo cristianamente e cattolicamente" - come è il volere di Gesù Crocifisso - la nostra marcia dev'essere questa: mettere il giovane a contatto con la realtà che vive, con i valori e i disvalorì che essa gli offre, fare di questi una scelta alla luce del Vangelo e "offrirsi" come testimone dell'"Amabilissimo Signore" che tutto vuole sanare e tutti vuole guarire.

Sac. D. Felix Garcia