Il nuovo rito dell'Unzione degli infermi e la cura …

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Con la quaresima di quest'Anno Santo è andato in vigore il nuovo rito dell'Unione degli Infermi.

Ciò è per noi tutti occasione di studio e di approfondimento circa questo Sacramento sia sul piano dottrinale sia su quello pastorale catechistico.

« Il problema del dolore e della malattia è sempre stato uno dei più angosciosi per la coscienza umana.

Anche i cristiani ne conoscono la portata e ne avvertono la complessità ma, illuminati e sonetti dalla fede, hanno modo di penetrare più a fondo il mistero del dolore e sopportarlo con più virile fortezza.

Sanno infatti dalle parole di Cristo quale sia il significato e quale il valore della sofferenza per la salvezza propria e del mondo ».

Cosi inizia il documento della Congregazione del Culto Divino, approvato dal Papa Paolo VI.

« Rientra nel piano stesso di Dio e della sua provvidenza che l'uomo lotti con tutte le sue forze contro la malattia in tutte le sue forme e s'industri in ogni modo per conservarsi in salute: la salute, infatti, questo grande bene, consente a chi lo possiede di svolgere il suo compito nella società e nella Chiesa.

Ma si deve anche essere pronti a completare nella nostra carne quello che manca ancora ai patimenti di Cristo per la salvezza del mondo, nell'attesa che tutta la creazione, finalmente liberata, partecipi alla gloria dei figli di Dio.

Non solo, ma i malati hanno nella Chiesa una missione particolare da compiere ed una testimonianza da offrire: quella di rammentare a chi è in salute che ci sono beni essenziali e duraturi da tener presenti, e che solo il mistero della morte e risurrezione di Cristo può redimere e salvare questa nostra vita mortale.

Sono molti i passi dei Vangeli da cui traspare la premura di Cristo Signore per i malati: egli li cura nel corpo e nello spirito, e raccomanda ai suoi fedeli di fare altrettanto.

Ma il segno principale di questa premura è il Sacramento dell'Unzione: istituito da Cristo e fatto conoscere nell'epistola di S. Giacomo, questo Sacramento è stato poi sempre celebrato dalla Chiesa per i suoi membri malati; in esso, per mezzo di una unzione, accompagnata dalla preghiera dei sacerdoti, la Chiesa raccomanda i malati al Signore sofferente e glorificato, perché dia loro sollievo e salvezza ed esorta i malati stessi ad associarsi spontaneamente alla Passione e morte di Cristo per contribuire al bene del popolo di Dio.

L'uomo gravemente infermo ha infatti bisogno, nello stato di ansia e di pena in cui si trova, di una grazia speciale di Dio per non lasciarsi abbattere, col pericolo che la tentazione faccia vacillare la sua fede.

Proprio per questo Cristo ha voluto dare ai suoi fedeli malati la forza e il sostegno validissimo del Sacramento dell'Unzione, che conferisce al malato la grazia dello Spirito Santo; inoltre il malato può conseguire anche la salute, qualora ne derivasse un vantaggio per la sua salvezza spirituale, ed anche, se necessario, il perdono dei peccati.

Nel Sacramento dell'Unzione, esplicitamente legato alla preghiera della fede, la fede stessa si esprime e si manifesta; devono prima d'ogni altro ravvivarla e manifestarla sia il ministro che conferisce il Sacramento, sia soprattutto il malato che lo riceve; sarà proprio la sua fede e la fede della Chiesa che salverà l'infermo, quella fede che mentre si riporta alla morte e risurrezione di Cristo, da cui il Sacramento deriva la sua efficacia si protende anche verso il regno futuro, di cui il Sacramento è pegno e promessa.

L'Unzione si deve dare agli infermi - dice l'epistola di S. Giacomo - perché ne abbiano sollievo e salvezza.

Con ogni premura e diligenza si deve provvedere al Conferimento dell'Unzione a quei fedeli, la cui salute risulta pericolosamente minata per malattia o vecchiaia - ricordando l'aureo detto dello scrittore latino Cicerone quando dice che "la vecchiaia di per se stessa è una malattia" ».

Inoltre prima di un'operazione chirurgica, si può dare all'infermo la sacra Unzione, se motivo dell'operazione è un male pericoloso.

In proposito si può citare il caso recente di Mons. Maritano, vescovo ausiliare di Torino, che prima di subire una grave operazione chirurgica all'Ospedale Cottolengo, ha voluto ricevere l'Olio degli Infermi.

Nella catechesi sia comune che familiare si abbia cura di educare i fedeli a chiedere essi stessi l'Unzione - ribadisce il documento ecclesiastico - e appena ne verrà il momento, a riceverla con fede e devozione grande, senza indulgere alla pessima abitudine di rinviare la recezione di questo Sacramento.

Come materia del Sacramento, accanto all'olio d'oliva, è permesso un altro olio vegetale, perché in certi paesi l'olivo è sconosciuto.

La celebrazione del Sacramento consiste sostanzialmente in questo: previa la imposizione delle mani fatta dai presbiteri della Chiesa si dice la preghiera della fede e si ungono i malati con l'olio santificato dalla benedizione di Dio, solamente più sulla fronte e sulle mani.

Con questo rito viene significata e conferita la grazia del Sacramento.

La formula nel rito latino è la seguente: Per istam sanctam unctionem et suam piissimam misericordiam adiuvet tè Dominus gratiam Spiritus Sancii ut a peccatis liberatum tè salvet atque propitius allevet.

La storia dell'Unzione degli Infermi, alle origini della Chiesa, si sviluppa sulla scia della tradizione di S. Giacomo; solo nel secolo XII si inizia a chiamarla "estrema Unzione"; la teologia scolastica darà forma organica al Sacramento e così l'approverà anche il Concilio di Trento; si giunge così al rito che è stato in uso finora ed alla concezione abituale di sacramento "in extremis", al quale mancavano inoltre nell'amministrazione la dimensione ecclesiale e la fede in Cristo risorto.

Il nuovo rito tende appunto a valorizzare questi importanti aspetti.

Il Sacramento dell'Unzione degli infermi è espressione della nuova dimensione portata nella vita dei credenti dalla morte e risurrezione di Gesù.

Come ogni Sacramento è un incontro tra Cristo e il credente nella Chiesa, è un Sacramento per la situazione di malattia in quanto tale, piuttosto che una preparazione alla morte cristiana ( il Sacramento dei moribondi è il Viatico ); non esclude il riferimento alla morte perché ogni malattia è un preavviso della morte.

Infine tra Cristo ed il credente s'instaura un rapporto, che si struttura con una partecipazione alle sofferenze di Cristo, nella fede della sua risurrezione, nella partecipazione alla vittoria di Cristo sul male.

Con questi intendimenti sia compito d'ogni Catechista l'essere preparato ed all'occorrenza, pronto, a difendere tra il popolo cristiano l'apprezzamento adeguato per questo Sacramento, a volte così trascurato, in modo che la sua efficacia apporti alle anime quei benefici frutti spirituali e fisici, per cui la Divina misericordia l'ha istituito.

P. Bagna