Un emulo di Fra Leopoldo

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Durante l'Anno Santo 1975 sarà canonizzato, tra gli altri, il Beato Juan Macias, del quale forse, i lettori del Bollettino non hanno mai sentito parlare, perché vissuto in tempi lontani da noi ( 1585 - 1645 ) e in paesi remoti ( Spagna e Perù ) e che presentiamo loro, non solo perché un nuovo santo è sempre un avvenimento di importanza per tutta la Chiesa, ma anche perché la sua vita è molto simile a quella di Fra Leopoldo Maria Musso.

Anch'egli, infatti, era di famiglia poverissima, anch'egli religioso laico, illetterato, anch'egli, soprattutto, favorito di grazie mistiche eccezionali.

Fino a vent'anni visse in Estremadura facendo il pastore di greggi, ma puro come un angelo e già elevato ad una alta contemplazione.

La solitudine della campagna era allietata da frequenti apparizioni di S. Giovanni Evangelista, l'apostolo vergine, prediletto da Gesù, che fu suo amico, guida e consigliere in tutte le circostanze della vita.

Durante un'estasi udì una voce che gli ordinava di recarsi nel Perù.

Egli allora si mise al servizio di un mercante che voleva recarsi in America a cercare fortuna, come facevano molti in quell'epoca e con lui si imbarco a Jerez per raggiungere il Nuovo Mondo.

Dopo quaranta giorni di penosa navigazione sopra un galeone a vela sbarco a Cariogena, dove già S. Pietro Claver compiva prodigi di carità e di pazienza tra gli schiavi negri, che a migliaia arrivavano dalle coste dell'Africa.

Da Cariogena, parte navigando sui fiumi, parte per terra, a piedi e a cavallo, passò per Barranquilla, Bogotà, Pasto, Quito e infine raggiunse il Perù, sempre immerso in intima orazione e tra continue esperienze extra-naturali, che, sul letto di morte gli fecero esclamare: « Oh Signore, quanti doni e prodigi mi fece godere Iddio in quelle regioni.

S. Giovanni Evangelista mi assisteva, mi accompagnava e mi guidava continuamente ».

A Lima il suo primo pensiero fu quello di chiedere l'ammissione nell'Ordine dei Frati Predicatori ( "coloro che annunciano la parola di Dio" come egli si esprimeva ) di cui aveva sentito parlare nella Spagna, e al quale lo aveva inviato la voce celestiale che gli parlava.

Per due anni dovette attendere l'ammissione e nel frattempo fece sempre il pastore di greggi; ma alla fine fu ricevuto alla "Recoleta de Santa Maria Magdalena".

Il Padre Priore lo dispensò da ogni altra prova e il 2 gennaio 1622 lo rivestì dell'abito domenicano.

Un anno dopo emetteva i suoi voti e gli veniva assegnata la carica di portinaio del convento, dove rimase fino alla morte e dove fece prodigi di carità, acquistando gran fama di santo.

La vita esteriore di San ]uan Macìas trascorse tutta in queste due umilissime occupazioni: quella di pastore e quella di portinaio.

Ma la sua vita interiore fu uno splendore agli occhi degli angeli e di Dio e qualche raggio di tale splendore brillò anche agli occhi degli uomini, che furono colpiti dalla sua innocenza, penitenza, pietà e carità.

Le sue eroiche virtù gli valsero l'amicizia degli Arcivescovi e del Viceré, nonché l'ammirazione e l'affetto di tutto il popolo di Lima, e fu un grande richiamo alla onestà in quell'ambiente di cupidigia e di crudeltà.

Morì il 16 settembre 1645 all'età di 60 anni.

Il papa Gregorio XVI lo dichiarò Beato il 31 gennaio 1836 e Paolo VI ne annunciò la canonizzazione nel concistoro del 12 dicebre 1974; canonizzazione che sarà celebrata il 28 settembre p.v.

Le sue reliquie sono venerate nella chiesa di S. Domenico a Lima.

Ogni canonizzazione reca: un messaggio alla Chiesa: qual è il messaggio che il Signore ci invia per mezzo di questo nuovo santo?

È anzitutto un messaggio di purezza, di candore, di innocenza, di verginità, di umiltà.

Dio volle che questo santo fiorisse in un genere di vita umile, inondata dì grazia e nel candore dei suoi santi costumi, e risplendesse oggi, alla nostra epoca, caratterizzata da una spaventosa decadenza morale, dove si va perdendo ogni senso di pudore e di onesta, dove tutto congiura a corrompere la gioventù, a sgretolare la famiglia, a insidiare la vita.

In secondo luogo S. Juan Macìas fu un insigne devoto di Gesù Crocifisso, ai cui piedi trascorreva lunghe ore della notte in pia contemplazione, considerando specialmente la dolorosa agonia di Gesù nel Getsemani.

Frutto di questa devozione fu il suo grande spirito di penitenza.

La nostra epoca, che aborrisce da ogni rinuncia, deve ricordare che ogni vita cristiana, a imitazione di Cristo, deve essere animata dallo spirito di mortificazione.

Nel suo ufficio di portinaio S. Juan Macìas diventò un grande elemosiniere.

I suoi amici ed ammiratori, mettevano nelle sue mani delle cospicue somme di danaro per i poveri, ed egli distribuiva tutto con saggezza e carità, tanto che fu chiamato Padre dei poveri.

Dio voglia che il messaggio di purezza, di penitenza e di carità che oggi viene da San Juan Macìas, venga accolto dalla nostra epoca, che ne ha tanto bisogno.