La festa dell'umanità

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Abbiamo tradotto per i nostri lettori un articolo dell'Ab. Richard apparso sul periodico francese « L'Homme Nouveau » in data 7-8-77, non solo perché ci è sembrato degno di attenzione, ma anche perché rifiuta la tesi della morte della SS. Vergine, che è accanitamente sostenuta da altri teologi.

Non spetta a noi, umili fedeli, prender posizione nelle dispute teologiche, ma a tutti i cristiani incombe l'obbligo ( purtroppo assai trascurato ) di istruirsi nelle verità religiose.

E anche a noi è permesso, dove c'è libertà di opinione, di avere le nostre preferenze.

Nelle quali preferenze, poiché « de Maria nuroquam satis », come dice S. Bernardo, ci guida questo criterio, di ritenere più vero quello che per Maria è il più glorioso.

Comunque, a prescindere da ogni atteggiamento preconcetto, il lettore potrà vedere che il lavoro dell'Ab. Richard è materiato di solidi argomenti, oltre che pervaso di poesia e di affetto.

Ed ecco l'articolo, del quale abbiamo omesso qualche periodo iniziale, di semplice introduzione.

Tra gli avvenimenti cristiani sommamente importanti e perciò da commemorare universalmente vi è senza dubbio quello che risponde al nome preciso di Assunzione.

Per la più parte degli uomini questo termine è ancora sconosciuto o incompreso.

Per molti cristiani si tratta di una delle tante verità da credere e rimane una nozione astratta.

Per alcuni magari rappresenta il presunto errore psicologico di un dogma imposto da Pio XII, con gran danno del Movimento Ecumenico.

Fortunatamente per il buon Popolo cristiano l'Assunta è anzitutto una festa della gioia, cioè la glorificazione di Colei che è Madre di Gesù e Madre celeste di tutti noi.

Tuttavia il buon popolo cattolico è ancora lontano dall'afferrare il senso pieno di questa festa, che celebra la sola e vera Liberazione rispondente all'aspirazione fondamentale dell'intera umanità.

Beninteso vi è una festa principale che è già introdotta nella coscienza universale ed è la Pasqua.

Ogni anno il Papa si rivolge a tutto il mondo, come una volta all'O.N.U. ed è ascoltato.

Egli annuncia il Cristo Risorto.

L'amaro calice della Passione, la morte, la Risurrezione, l'Ascensione del Cristo, la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, tutto ciò costituisce un insieme indissociabile, il fatto maggiore della storia umana, non solo giuridicamente, ma già in linea di fatto.

Si citi, se si può, un solo complesso di avvenimenti promosso ad una simile attenzione universale.

Ed esso è certamente il solo capace di conferire un senso e una speranza alla storia degli uomini in tutta la sua generalità, e al fatto quotidiano di ciascuno di noi, di fronte alla vita con i suoi appelli, ma anche alla sofferenza e alla morte, che è apparentemente lo scacco totale.

Se il Cristo non è risuscitato non è solo la nostra fede che è vana, ma vana sarebbe tutta l'attività umana, assurda agitazione di un ridicolo formicaio.

Tuttavia la Pasqua del Nuovo Adamo postula come complemento la Pasqua della Nuova Eva, cioè l'Assunzione di Maria.

Il Cristo non è risorto per lui stesso, ma per Essa e per noi.

Il frutto della risurrezione di Cristo è l'Assunzione, cioè l'elevazione di Maria e dell'umanità intera alla sfera celeste.

Noi non ci limitiamo a guardare il Cristo che penetra nei cieli, ma siamo trascinati al suo seguito, non già come fantasmi, come esseri che abbiano perduto una parte della loro sostanza, bensì siamo trasportati con il nostro stesso corpo, con la nostra realtà completa, come il Creatore l'aveva concepita, eminentemente bella e buona, e suscettibile di ricevere la glorificazione della stessa vita divina.

La festa del 15 Agosto ci fa contemplare la piena vittoria sulla morte realizzata fin d'ora in una tra noi.

Maria, nostra Madre dei dolori, che per la sua perfetta unione al Cristo Redentore, meritò di generare sul Calvario una umanità novella.

* * *

I teologi sono particolarmente invitati oggi a mettere in luce tutta la pienezza di questa vittoria.

Il Papa Pio XII li ha incoraggiati, allorché il 1° novembre 1950, pronunciando la definizione solenne del dogma dell'Assunzione al cielo della Vergine Maria in corpo e anima, evitò accuratamente ogni allusione a una morte e a una risurrezione di Maria.

Il dogma porta unicamente sulla glorificazione celeste del corpo e dell'anima della Vergine, subito dopo il compimento della sua vita terrestre.

Ma in qual modo Maria terminò la sua vita terrestre?

Con la morte, conseguenza della condanna pronunciata contro Adamo: « tu morrai di morte »?

Ci sono delle ragioni di dubitarne.

Infatti, colei che fu preservata dalla macchia originale, non doveva essere preservata dalla conseguenza di questa macchia, che è la morte corporale?

E come le viscere che avevano portato il Verbo di Dio, come questa carne, consacrata dalla presenza durante nove mesi del Vivente per eccellenza avrebbe potuto essere profanata dalla corruzione della morte?

La morte infatti comporta sempre una corruzione fondamentale.

Essa dissocia l'unità del composto umano, il corpo diventa un cadavere e il principio spirituale che lo animava si trovo posto in una condizione anormale.

Certo, Gesù, lui ha voluto subire realmente la morte e che morte violenta.

Però la morte non poteva produrre in Lui l'abituale corruzione della morte umana, giacché la Persona del Verbo, anteriore all'umanità presa nel seno di Maria, rimase, durante i tre giorni della morte umana del Cristo, il principio di una unità superiore, intoccabile, inglobando insieme e l'anima umana e il corpo separato da essa.

Certo, si può anche obiettare che Maria, imitatrice di Cristo in tutto, doveva seguirlo fino in fondo sul cammino della morte corporale.

Ma si dimentica allora che avendolo seguito fino all'ultimo sospiro sul Calvario, Essa allora fu trapassata realmente dalla spada predetta da Simeone, e che Essa soffrì per compassione la morte medesima di suo Figlio, subendo entrambi realmente una unica morte.

Così, in tutta giustizia, sembra, il Redentore doveva applicare a sua Madre la pienezza della Redenzione detta preservatrice, scartando anticipatamente ogni corruzione, sia del peccato originale, sia della morte corporale.

Dunque, qualunque sia la spiegazione che se ne possa dare, il termine che esprime nel senso più tradizionale la fine terrestre nella nostra Madre è questo: Dormizione.

Con Mons. Gabriele Roschini, mariologo eminente, si può pensare che la Vergine sia passata da questo mondo al mondo di Dio in un rapimento estatico, di cui la vita dei grandi mistici ci offre un'analogia, comunque remota.

S. Teresa d'Avila, dottore di S. Chiesa, ha descritto, secondo la propria esperienza, il « volo dello spirito » durante il quale la nostra più alta facoltà, quella che S. Paolo chiama « lo spirito » sembra strappare l'anima dal suo corpo, benché questo rimanga ancora sotto la sua influenza vitale, e quindi rimanga umano.

Alla fine dell'estasi l'anima reintegrerebbe il suo corpo.

Nel caso dell'Assunzione della SS. Vergine, sarebbe per così dire il corpo di Maria che sarebbe stato portato nel Regno di Dio per raggiungervi la sua anima estasiata e glorificata, la quale nel frattempo non sarebbe però mai stata priva della sua funzione radicale di « informare » il corpo e di mantenerlo in vita.

Così intesa, l'Assunzione o glorificazione di Maria, senza che essa abbia conosciuto la morte, mette in evidenza il ripristino completo del piano di Dio devastato dal peccato della prima Eva; e mette anche in rilievo il posto esatto della morte.

La morte non è « di origine ».

Essa è entrata nel mondo a causa del peccato dell'uomo, e anche della menzogna di colui che, come disse il Cristo è « omicida fin dall'inizio ».

Inoltre la cura estrema di Dio nel salvare in Maria l'umanità integrale, cioè il corpo e l'anima, manifesta la grandezza, la bellezza, il significato della natura umana e la sua importanza nell'insieme dell'universo visibile e invisibile uscito dalle mani di Dio.

Certuni vorrebbero minimizzare la realtà del corpo risuscitato di Gesù.

Tuttavia: « Toccatemi, palpatemi, io non sono un fantasma » disse Gesù ai suoi apostoli.

Allo stesso modo, a noi che commemoriamo la sua Assunzione, Maria ci può dire: « Il mio corpo è trasfigurato e glorioso, ma è un vero corpo.

Così io vi posso amare non solo con la mia anima, ma con il mio Cuore di Madre, che palpita per voi ».

Maria ci chiama là dove essa è.

E noi possiamo anche credere che la sua Trasfigurazione, senza passare attraverso la morte, preluda alla liberazione totale dell'ultima generazione cristiana, a quel misterioso rapimento che « la trasporterà vivente sulle nubi del cielo, incontro al Signore » come dice S. Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi. ( 1 Ts 4,16-17 )

Perciò il 15 Agosto meriterebbe veramente di diventare la festa della speranza universale, la festa dell'umanità.

A. Richard