Quarant'anni fa

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Il 19 marzo 1937 il Papa Pio XI pubblicava due documenti di grande importanza sociale: con il primo, « Mit brennender sorge », condannava il razzismo di Hitler; con il secondo, « Divini Redemptoris », condannava il comunismo ateo.

Il razzismo tedesco si abbatté sull'Europa come un flagello, ma fu vinto ed è ormai un ricordo, benché i tedeschi in fondo all'anima siano sempre gli stessi e il loro esempio abbia fatto scuola in varie parti del mondo.

Il comunismo invece, ancor più feroce e deleterio, si diffuse largamente, provocò incalcolabili rovine e massacri e grava tuttora sul genere umano come un cancro maligno, in continua espansione.

La Madonna, apparsa a Fatima nel 1917, aveva minacciato dei gravi castighi se gli uomini non si fossero convertiti dai loro peccati, ma il male è continuato e si è, anzi, aggravato, nonostante le tragedie dei conflitti mondiali e le innumerevoli calamità.

Il comunismo ateo, che è allo stesso tempo un male e un castigo, ha invaso ormai il Continente Antico e si accinge alla conquista del Nuovo, combattendo la Religione, suo principale e irriducibile nemico, con una virulenza che, secondo l'espressione di Pio XI, « supera in ampiezza e virulenza quanto si ebbe a sperimentare nelle precedenti persecuzioni contro la Chiesa ».

Ed è tuffo dire, se si pensa a quanto ebbe a soffrire la Chiesa presso tutti i popoli, durante i suoi duemila anni di storia.

La dottrina a cui si ispira il comunismo è quella del materialismo dialettico e storico, teorizzata da Carlo Marx, secondo cui l'unica realtà esistente è la materia; tutte le dottrine spirituali e religiose sono considerate pura invenzione, anzi un inganno per dominare i popoli ( la religione oppio del popolo ).

Condannata da Pio XI fin dal suo apparire, tutti i suoi successori ne hanno ribadito la condanna, con una serie di ben 45 encicliche, senza contare i vari discorsi e allocuzioni.

« Ma come può avvenire », si domanda Pio XI, « che un tal sistema, scientificamente sorpassato da lungo tempo e confutato dalla realtà pratica, possa diffondersi così rapidamente in tutte le parti del mondo? ».

Confutato largamente come dottrina, sorpassato filosoficamente da lungo tempo, smentito clamorosamente in economia dal suoi insuccessi, denunciato universalmente per i suoi metodi brutali e disumani, dovrebbe essere ormai respinto dovunque e detestato da tutti.

E infatti, nei paesi dove il comunismo è al potere, il popolo, oppresso da un'oligarchia tirannica e fanatica, lo aborrisce.

Ma, inspiegabilmente, nei paesi liberi riesce a raccogliere molte adesioni, camuffandosi abilissimamente come assertore di giustizia e di libertà e tutore dei diritti del povero contro lo sfruttamento capitalista.

Fu osservato acutamente che per giudicare il comunismo non si deve badare a ciò che esso dice nei paesi liberi, ma a ciò che fa in quelli dove è al potere.

Là regna il terrorismo, è abolita la libertà, e la persona umana, semplice ingranaggio di un mostruoso ingranaggio, non conta nulla.

Chi può fugge in Occidente, abbandonando magari tutti i suoi averi.

Bisogna sentire quello che dicono i profughi dal Viet-Nam, dal Laos, dalla Corea, dalla Cambogia, ecc: nonché dal paradiso sovietico.

Tutti conosciamo il Samizdat.

Ma tutto ciò non ha incrinato i movimenti comunisti occidentali, i quali affermano che da noi il comunismo sarà diverso, e avrà un volto umano.

E come può essere diverso se la dottrina è la stessa, lo scopo e lo spirito assolutamente gli stessi?

In nessun paese del mondo si è realizzato il comunismo dal volto umano, e là dove fu tentato venne immediatamente represso: vedi Cecoslovacchia.

Dove non è possibile imporlo con la violenza ( e in attesa di poterlo fare ) si usa la menzogna.

Già ai suoi tempi Togliatti dava queste direttive: mentire, mentire, mentire sempre.

È l'eterna strategia di Satana, padre della menzogna e omicida fin da principio.

Nessuno pensi che si esageri: qui è ingaggiata la lotta a fondo contro Dio, questo è l'essenziale del comunismo.

Tolto Dio cade naturalmente ogni legge morale e ogni difesa della persona umana.

L'uomo diventa vittima di tutti gli eccessi del dispotismo, come dimostra anche la storia.

In una settimana Stalin fece sterminare dodici milioni di contadini, i kulaki, piccoli proprietari delle terre da cui traevano con fatica il loro modesto sostentamento, che avevano tentato di opporsi all'abolizione della proprietà: furono uccisi tutti, uomini e donne, vecchi e bambini.

Gli stessi esecutori di quest'ordine non mostrarono alcuna pietà: così forma i suoi uomini il regime rosso.

E non stiamo a citare tanti altri esempi che vengono alla memoria.

Non possiamo però tacere il nome delle vittime più illustri della persecuzione religiosa, che non risparmiò alcun paese comunista: i cardinali Beran, Trochta, Stepinac, Mindszenty, con tutti i loro Vescovi e preti.

In Polonia il card. Wyszinsky, dopo molte sofferenze, poté rimanere al suo posto grazie alla religiosità profonda del suo popolo ( che avrebbe molto da insegnare ai cristiani d'Italia e di altri paesi di civiltà cristiana ) ma negli altri paesi comunisti non esiste più la gerarchia ecclesiastica e il clero è quasi scomparso.

Di fronte a tutto ciò, come mai tanta gente si lascia abbindolare dal comunismo?

A questo proposito Pio XI, nella citata enciclica, lo spiega così: « Il comunismo di oggi, in modo più accentuato che altri simili movimenti del passato, nasconde in sé un'idea di falsa redenzione.

Uno pseudo ideale di giustizia, di uguaglianza e di fraternità nel lavoro, pervade tutta la sua dottrina e tutta la sua attività di un certo falso misticismo, che alle folle adescate da fallaci promesse comunica uno slancio e un entusiasmo contagioso, specialmente in un tempo come il nostro, in cui da una distribuzione difettosa delle cose di questo mondo risulta una miseria non consueta. Si vanta anzi questo pseudo-ideale come se fosse stato iniziatore di un certo progresso economico, il quale, quando è reale, si spiega con ben altre cause, come con l'intensificare la produzione industriale in paesi che ne erano quasi privi, valendosi anche di enormi ricchezze naturali, e con l'uso di metodi brutali per fare ingenti lavori con poca spesa ».

Oltre a questi motivi, accennati dal papa, ci pare che se ne possano indicare altri due.

Il primo è quell'« uomo vecchio » di cui parla S. Paolo, presente in tutti, vero alleato di Satana, che si oppone tenacemente all'ordine divino, tanto nella persona che nella società.

In altre parole, lo scadimento della vita morale e religiosa.

Per questo, Pio XI nell'indicare i rimedi e i mezzi da opporre al comunismo raccomanda in primo luogo il rinnovamento della vita cristiana.

Il secondo, altro elemento della debolezza umana, è quello che proviene dalla mente, con l'ignoranza, la facilità ad errare, soprattutto contro la logica e la coerenza, perché il pensiero umano è assai influenzato dall'interesse e dalla sensibilità; lo scarso acume critico, ecc.

La gran maggioranza della gente ha difficoltà a percepire i concetti metafisici, che danno l'essenza della verità, ed è facilmente soddisfatta degli argomenti così detti « ad hominem », che hanno tanta apparenza e solleticano l'emotività, ma hanno poca o nessuna sostanza.

Gli antichi sofisti greci hanno fatto scuola.

A chi ha orecchi per intendere Pio XI denuncia gli errori contenuti nel marxismo e le funeste conseguenze che ne derivano, nonché la gravita del perìcolo: « per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dell'uomo contro "tutto ciò che è divino" ».

Ma ogni volta che viene tolto Iddio dalla coscienza degli uomini chi ne soffre le dure conseguenze sono gli uomini stessi.

La legge morale, priva del suo fondamento cede il posto alla legge del più forte e subentra l'arbitrio dello Stato e il terrorismo, come insegna l'esperienza che è sotto gli occhi di tutti.

Eliminata la morale e il diritto la persona umana non ha più alcuna difesa, si accentuano gli antagonismi e lo sfruttamento.

L'individuo non ha più alcuna proprietà sui beni di natura, il matrimonio e la famiglia una istituzione puramente artificiale e civile, dove i genitori non hanno più autorità e i figli appartengono allo Stato.

Chi non ricorda quei nove milioni di ragazzi sbandati, che durante gli anni venti rappresentarono in Russia un vero flagello di delinquenti?

Dio sa che fine avranno fatto.

La degradazione dell'uomo e della famiglia è l'inevitabile conseguenza di una teoria che chiude all'uomo stesso la visione della fede e la speranza della vita eterna.

Pio XI nella enciclica citata deplora i mali prodotti dal comunismo in Russia e nel Messico.

Se egli scrivesse oggi avrebbe ben più ampia materia di deplorazione.

Più che mai oggi è urgente unire e intensificare gli sforzi per respingere questa nuova barbarie che minaccia la civiltà cristiana e mettere in pratica i mezzi suggeriti dal papa: il rinnovamento della vita cristiana, nel rifiorire di una pietà sentita e vissuta in tutti i ceti della società anche nei più colti, il distacco dei beni terreni, l'esercizio della carità, la modestia del vivere, l'attuazione della giustizia in ogni campo, lo studio della dottrina sociale della Chiesa.

E Dio voglia che questi insegnamenti e queste esortazioni siano intese e raccolte finché è tempo.