Il sinodo dei Vescovi

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La Chiesa sta perfezionando le sue strutture, adeguandole alle mutate esigenze dei tempi e anche utilizzando i mezzi offerti dalla odierna tecnologia.

L'Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è una nuova istituzione ecclesiale sorta dopo il Concilio Vaticano II per rendere più stretta la comunione tra il Papa e l'episcopato mondiale.

La prima Assemblea si riunì a Roma nel 1967, con risultati che si rivelarono felicissimi.

La più recente ebbe luogo pure a Roma, durante il mese di ottobre u.s. e vi parteciparono oltre 200 Vescovi, rappresentanti di tutte le Diocesi del mondo e di tutte le nazioni umane dove la Chiesa non è perseguitata: una manifestazione di cattolicità come soltanto la Chiesa Romana può offrire.

L'argomento che i Vescovi si proponevano di studiare in questo Sinodo ci interessa in modo particolarissimo ed è di importanza fondamentale.

Essi infatti si sono riuniti per approfondire il tema della catechesi, un aspetto del grande progetto generale dell'evangelizzazione, che fu argomento della precedente Assemblea Sinodale.

L'Assemblea si è aperta con la solenne concelebrazione inaugurale presieduta dal Papa nella Cappella Sistina, la mattina del 30 settembre ed iniziò i suoi lavori nel pomeriggio dello stesso giorno, nell'aula sinodale, con un saluto augurale al Papa, pronunciato dal Cardinale Baggio a nome dei Padri, cui rispose il Papa con un discorso del quale riportiamo i punti salienti:

« Siamo lieti di inaugurare questo quinto Sinodo dei Vescovi, rilevando che questa nuova istituzione ecclesiale si è felicemente consolidata ed è divenuta uno strumento per la comunione tra il Romano Pontefice e i Vescovi di tutto il mondo …

È nostra convinzione che i rapporti e la collaborazione tra il Romano Pontefice e i Vescovi del mondo intero siano divenuti più stretti; è nostra convinzione che le condizioni di vita della varie Chiese particolari siano più conosciute e più profondamente comprese; ancora, ci sembra, che « almeno nei punti essenziali della dottrina e sul modo di procedere nella vita della Chiesa » si sia stabilita una maggiore concordia di pareri.

Vi sono dunque motivi per ringraziare di cuore Iddio per i notevoli benefici che mediante questa nuova e « stabile Assemblea dei Vescovi » sono derivati alla Chiesa.

Quando nell'ultima sessione del Concilio Vaticano II, il 14 settembre 1965, ne annunziammo l'istituzione, affermavamo che questa nuova istituzione era piena di speranza.

La speranza non è stata delusa, poiché il Sinodo si è rivelato uno strumento quanto mai idoneo per meglio conoscere le varie situazioni delle Chiese particolari e per favorire una collaborazione più fervida e una più solida unione con la Chiesa Romana, che presiede all'assemblea universale della carità …

Dopo che nel Sinodo del 1974 abbiamo discusso l'argomento della Evangelizzazione nel mondo contemporaneo, ora vi abbiamo convocato per approfondire ulteriormente insieme questo argomento della catechesi, che - come insegna il Concilio Vaticano II - si propone di « illuminare e corroborare la fede, nutrire la vita secondo lo spirito di Cristo, e condurre ad una partecipazione consapevole e attiva del mistero liturgico ».

In verità, perché la catechesi nella Chiesa fosse incrementata, già abbiamo approvato e fatto promulgare il Direttorio Catechistico Generale, preparato dalla S.C. del Clero e pubblicato nella Domenica di Pasqua del 1971.

Così facendo la Sede Apostolica non solo ha portato a compimento il voto espresso dal Concilio Vat. II, ma ha offerto anche utili principi teologici e pastorali, alla luce dei quali l'azione catechetica nella Chiesa può essere rottamente orientata ed organicamente attuata.

Nondimeno, tenendo presente l'importanza di questo tema per la formazione degli uomini di domani, vi abbiamo convocati a questo Sinodo per un approfondimento ulteriore dell'argomento.

Perciò in cosa di tanta importanza, che riguarda l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo, e che direttamente tocca la sua missione di insegnare alla gioventù, il Sinodo si propone di promuovere una unità d'azione, come è richiesta da tutti e dalla quale si aspettano, indubbiamente, frutti copiosi per le generazioni del domani … ».

Gli organizzatori del Sinodo, allo scopo di regolare l'andamento delle discussioni avevano predisposto un « documento di lavoro sulla catechesi nel nostro tempo » tenendo presente:

a) la situazione della catechesi nel mondo

b) la catechesi della Chiesa

c) le previsioni per il rinnovamento della catechesi

Circa il punto b) il documento dichiarava: « occorre orientare la catechesi verso l'unità, nonostante il pluralismo imperante …

Se la catechesi è funzione profetica della Chiesa, che annuncia il messaggio di Cristo, il battesimo ne è la radice.

Perciò essa non è riducibile a sola istruzione, né a sola lettura biblica, né a lettura di brani teologici, né a preparazione alla liturgia, né a principio di azione economica o politica.

Nella catechesi non si possono separare la coscienza di Dio dalla celebrazione della fede nei sacramenti e la sua confessione nella vita quotidiana.

Da qui il carattere civilizzatore della catechesi e il diritto di libera espressione nella società civile.

Infine da ricordare che la forma della catechesi è il Vangelo e il Credo, come sono proposti dal Magistero ».

Gli interventi dei Padri durante venti giorni di sedute e di discussioni costituiscono un tesoro di informazioni per conoscere la situazione della Chiesa in tutto il mondo nell'esplicazione del suo magistero catechistico, il contenuto di esso, gli operatori della catechesi, i destinatari, il metodo, i sussidi, le difficoltà, ecc.

È impossibile dare qui anche un riassunto di tutti i lavori del Sinodo e quindi ci limitiamo a scegliere qua e là qualche intervento che ci è parso di particolare interesse per noi.

Fin dai primi giorni il card. Freeman, Arcivescovo di Sydney, fece le seguenti osservazioni, che riappariranno poi, più o meno sviluppate, nelle relazioni di altri Padri:

1) la catechesi si deve adattare alle mutate condizioni di vita del mondo moderno in ogni singola nazione, ma nello stesso tempo deve insistere affinché sia insegnata e trasmessa solo la dottrina ortodossa;

2) la catechesi deve consistere non solo nell'educare alla conoscenza delle verità della fede, ma anche nel promuovere uno stile di vita veramente cristiana, che comporti l'impegno per Cristo Signore;

3) grande importanza va data alla catechesi degli adulti; specialmente dei genitori, in modo che essi stessi, con la parola e con l'esempio, possano adempiere con responsabilità i loro doveri verso i figli.

La prima osservazione non costituisce certo una novità in linea di principio, ma è la sua realizzazione che è ardua.

Una conoscenza approfondita degli errori, dei preconcetti, dei complessi, delle situazioni affettive in un mondo percorso da formidabili contrasti di interessi e da violente passioni, e insieme il modo di affrontare questo caos, richiederebbe dei corsi speciali di studio e l'approfondimento dei punti deboli della dottrina, come ad es. la sociologia.

Un tema quasi nuovo emerso dal Sinodo è quello della catechesi degli adulti, che risponde ad una gravissima necessità, anche se poco sentita dagli interessati.

Con molta soddisfazione vediamo ora qua e là dei tentativi di avviare a soluzione questo problema.

Catechesi e famiglia

Da molte parti si è insistito sulla necessità che i primi catechisti siano i genitori e sulla necessità di una più stretta collaborazione con la famiglia, che resta la cellula primaria e la speranza della Chiesa nella società e in tutto il mondo.

I genitori cristiani con il loro esempio instillano nei figli uno stile di vita e la loro catechesi è per questo particolarmente efficace.

« Per l'annuncio della Buona Novella », dice un Vescovo, « occorrono, in primo luogo, catechisti ben formati, competenti, testimoni con la loro vita del Vangelo che essi annunciano.

Bisogna cercare questi catechisti tra gli uomini di buona volontà, ma soprattutto fra i genitori, di modo che le famiglie formino comunità ecclesiali di base.

La catechesi dev'essere impegno di tutti, ma soprattutto dei genitori, coadiuvati dai sacerdoti e dai catechisti.

L'azione catechistica deve dirigersi verso una pedagogia esistenziale e progressiva, al fine di stimolare una fede viva maggiormente personalizzata.

Questa azione deve svolgersi in concomitanza ad una migliore preparazione ai sacramenti e al rinnovamento liturgico della celebrazione eucaristica ».

« Il luogo ottimale della catechesi », dice un altro Vescovo, « è oggi la situazione concreta nella quale gli uomini vivono; questa situazione di vita e l'ambiente sociale devono entrare nel contesto della catechesi, affinché si possano dare le risposte adeguate agli interrogativi sulla vita.

Risulta poi di grande importanza l'esempio che i genitori cristiani danno ai loro figli.

Il card. Primatesta, arciv. di Cordoba, dice che « si deve insistere perché la famiglia, in tutti i suoi membri, prenda in considerazione il suo ruolo fondamentale nella espansione della fede.

La catechesi realizzata dalla famiglia ha il vantaggio di trasmettere in modo globale sia il contenuto della fede, sia i valori morali, sia il modo di vivere.

Per rendere la famiglia il luogo naturale dell'incontro fra la Chiesa e il mondo, si deve cercare l'equilibrio tra i valori soprannaturali e quelli naturali.

Si educhi alla preghiera e alla solidarietà umana, nell'amore di Dio e nel servizio al prossimo.

La famiglia è anche "contenuto" della catechesi, in quanto "Chiesa domestica" e cellula della società, realtà specifica percepibile in questo senso solo alla luce della fede e che pertanto deve essere parte del messaggio cristiano.

La famiglia è la "forma normale" di vivere la vocazione laicale come esperienza cristiana di fede e di apostolato ».

Un vescovo indiano ( il Metropolita di Trivandrum ) osserva che la catechesi implica anzitutto l'azione dei genitori.

La costruzione della vita spirituale presuppone la crescita fisica dei figli nell'impegno dei genitori secondo la legge naturale.

Questo dovere nel piano della fede si traduce nella iniziazione dei figli alle letture bibliche e al sacramento dell'Eucaristia.

Non si deve nascondere l'esempio che proviene dall'induismo, che pur mancando di istituzioni giuridiche per la trasmissione delle credenze, è vivo perché può contare totalmente sulla trasmissione degli usi religiosi della famiglia.

L'intera vita quotidiana delle famiglie indù è intrisa di simbolismo religioso.

Nel fare un bilancio al termine della decima congregazione generale i Padri concludono che i genitori sono i primi catechisti dei loro figli e che i giovani possono essere efficacemente catechisti dei loro coetanei.

Religione e scuola

Non è mancato certo un richiamo alla scuola cattolica come importante sede di catechesi: « la chiesa ha il diritto - per l'educazione cristiana dei battezzati - di aprire scuole cattoliche come strumento di catechesi.

Se la scuola cattolica, poi non adempisse questo dovere, cesserebbe di essere tale.

Nelle scuole cattoliche la catechesi supera la semplice istruzione e mira a formare una gioventù umanamente matura e cristiana.

La secolarizzazione imperversa anche in certe scuole cattoliche, per cui l'azione religiosa è molto ridotta ».

Ambiente sociale e mondo giovanile

La catechesi per essere fruttuosa deve tener conto del mondo in cui vivono gli uomini a cui è diretta.

Il rapido sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale ha cambiato le relazioni umane a livello mondiale e le differenti età e classi sociali sono ridotte ad un'unica grande massa raggiunta contemporaneamente e costantemente da questi mezzi.

Un senso di autosufficienza si impossessa spesso dell'animo medesimo, che vuole tutto provare con la ragione e tende a porre Dio fuori causa.

Il Vescovo di Novara, mons. Del Monte, afferma che soltanto nella catechesi può compiersi intimamente l'itinerario verso una vera maturazione nella fede.

Ma è necessario conoscere a fondo la situazione del mondo giovanile e poi saper discernere, con amore e con fiducia, i segni positivi ( e sono molti ) che consapevolmente o no i giovani portano con sé.

Infine si richiede di moltiplicare i gruppi, circoli, associazioni, purché siano veramente ecclesiali, nei quali soltanto è possibile mettere in atto tutta la ricchezza trasformatrice della propria catechesi.

Ivi, la pienezza del mistero di Cristo, attraverso la conoscenza e l'esperienza, può incontrarsi con tutto l'uomo, nel momento più dinamico e creativo qual è appunto l'età giovanile.

L'Arcivescovo di Colonia sottolinea, per la catechesi dei giovani, questi cinque punti:

1) molti giovani stanno lontani dalla Chiesa, eppure cercano con tutte le forze il vero senso della loro vita;

2) la fede deve trovare un'espressione accessibile ai giovani e deve essere l'espressione dell'uomo totale: intelligenza e cuore, ecc.

3) l'annuncio della fede deve raggiungere i giovani dove si trovano

4) si devono raggiungere tutti i giovani

5) i giovani sono portati alla creatività e all'azione, soprattutto per quanto riguarda l'ingiustizia e l'oppressione.

Partendo dunque dalla catechesi, si devono introdurre i giovani nella dottrina sociale della Chiesa e premunirli contro l'utopia di un paradiso terrestre.

Caratteristiche della catechesi

L'Arcivescovo di Nagpur ( India ) rileva che la catechesi è un ministero profetico, col quale la comunità cristiana, come gruppo e in modo dinamico, nella libertà e sotto la spinta dello Spirito Santo è capace

a) di scorgere la presenza salvifica di Dio e di incontrare Dio nello Spirito di Gesù Cristo, nelle situazioni della propria vita;

b) di dare senso alla vita e di scoprire il piano divino alla luce della parola di Dio.

( Non sembra di leggere le opere di S. G. B. La Salle? )

Uno dei Padri auspica, in base a testi scritturistici, che i catechisti ricevano nella Chiesa uno specifico riconoscimento mediante l'elevazione del loro apostolato a ministero.

Un Vescovo brasiliano chiede che sia chiarita la specificità profetica, sacerdotale, regale della catechesi e propone la seguente descrizione di catechesi: - azione profetica ecclesiale, mediante la quale, sotto la spinta dello Spirito Santo, le comunità cristiane o i singoli fedeli, riflettendo sulla loro esistenza e sul mistero pasquale di Cristo rivelato nel Vangelo ed esplicato dalla Chiesa, formano una coscienza critica per una costante interpretazione della vita e della storia umana alla luce della fede, allo scopo di giungere alla maturità della loro vita cristiana.

L'Arcivescovo di Marsiglia dice che la catechesi non solo è al centro della missione della Chiesa, ma è scaturigine stessa della sua esistenza: la Chiesa sopravvivrà solo trasmettendo la fede così come l'ha ricevuta dal Signore.

Essa resta un luogo privilegiato dove giovani e adulti possono incontrarsi ed esprimersi liberamente sul senso cristiano della vita …

L'annuncio della parola di Dio precede e fonda l'esperienza religiosa del cristiano, e non viceversa.

Da tutto quanto precede risulta l'importanza della catechesi, e di conseguenza la necessità di una seria preparazione dei catechisti.

Anche questo argomento venne sottolineato dai Padri.

« È oggi un fatto promettente che numerosi laici si prestino per questo importante servizio.

Ma è evidente che a tale importante compito essi debbano venire adeguatamente preparati, non solo intellettualmente, ma anche e soprattutto spiritualmente affinché non si corra il pericolo che il « depositum fidei » venga trasmesso monco e alterato.

Il peculiare carattere del laico, la sua legittima « laicità » può contribuire perché l'insegnamento della religione venga impartito meno astrattamente, ma in modo più aderente alle realtà temporali.

Si propone che il Sinodo invii un messaggio di lode e di incoraggiamento ai laici impegnati in questo apostolato e di esortazione alla gioventù cattolica a collaborare in esso ». ( card. Opilio Rossi ).

Esigenze di una efficace catechesi

Oltre ad una seria preparazione dei catechisti per un efficace apostolato furono richiamati altri requisiti:

1) fedeltà al messaggio: « Si deve tener conto del principio della gerarchia della verità e della fedeltà all'integrità del messaggio cristiano senza mutilazioni e riduzioni ».

È evidentemente un requisito fondamentale e il suo richiamo è tutt'altro che superfluo.

« La catechesi implica, tra i suoi elementi, la conoscenza della Parola di Dio, la vita sacramentale, la testimonianza e l'impegno.

La conoscenza della Parola di Dio non si realizza con una semplice presentazione frammentaria dei testi biblici.

Occorre un filo conduttore che permetta di percepire il senso, cioè la storia della salvezza che si realizza in Gesù, Figlio di Dio fatto uomo.

La catechesi deve risvegliare la coscienza delle proprie responsabilità nel campo della fede.

Nella vita liturgica i cristiani troveranno il punto di riferimento e il nutrimento per la loro vita di fede.

La catechesi non può limitarsi alla formazione intellettuale, ma deve condurre alla conversione ».

2) La Sacra Scrittura è la fonte primordiale da cui scaturisce la fede cristiana.

3) La catechesi si sforzerà di rivolgere incessante e particolare attenzione alla centralità del Mistero di Cristo.

Il nucleo centrale della rivelazione consiste nell'amore di Dio verso gli uomini.

La rivelazione non venga diluita e quasi annientata da una catechesi che faccia perno su divagazioni speculative, psicologiche, sociologiche; non si diffondano opinioni teologiche immature e persino contrarie alla fede.

4) La presentazione della fede della Chiesa Cattolica nella Vergine Maria è una dimensione indispensabile della catechesi.

La Madonna nei misteri della sua esistenza è un compendio di catechesi e un catechismo vivente, che richiama i fedeli, e soprattutto i giovani, ad un impegno di fede e di perfezione cristiana.

5) La catechesi deve creare attorno al giovane una comunità viva, perché la trasmissione della fede avviene soprattutto nella testimonianza fatta di parola e di esempio.

Essa deve aiutare i giovani a sviluppare la coscienza della fede, a trovare forme adeguate di espressione della fede, ad armonizzare fede e opinione, a vivere con la Chiesa, a dedicarsi con passione alla costruzione di un mondo migliore e più giusto.

6) Il problema della « vita in grazia » non è sempre sufficientemente posto in luce nella catechesi orale e scritta, mentre esso è di prima importanza per la vita cristiana.

7) È necessario un buon testo di religione da mettere in mano ai giovani.

La pedagogia moderna, poi, insiste sull'uso dei sussidi didattici, fra cui la conoscenza visiva della Terra Santa, scenario naturale della catechesi, attraverso films, diapositive, carte, libri, ecc.

8) Il catechista deve preoccuparsi non solo di far capire, ma anche di far ritenere a memoria.

Non ci si deve dimenticare, pena l'impoverimento della trasmissione della fede, di far imparare alcune formule a memoria, come il Simbolo della fede, le orazioni comuni, le formule sacramentali, le parti principali della messa, il decalogo, le beatitudini, cioè tutti quegli elementi che manifestano l'identità della Chiesa.

Conclusione del Sinodo

I Padri Sinodali hanno presentato al S. Padre i risultati del loro lavoro chiedendogli di farne oggetto di un suo documento diretto alla Chiesa Universale.

A sua volta il S. Padre nel discorso conclusivo diretto ai Padri sinodali, dopo di essersi congratulato con loro e sottolineato ancora l'importanza dell'argomento discusso esortava all'azione tutto l'Episcopato, tutti coloro che sono uniti ai Vescovi nell'impegno pastorale, e tutti coloro che sentono la loro responsabilità di cristiani, affinché si diffonda una rinnovata azione catechistica in tutta la Chiesa.

Il Papa volle ancora ribadire la fedeltà e l'integrità della dottrina, la necessità di una catechesi sistematica e l'utilità delle formule, riaffermando il diritto della Chiesa alla propria libertà.

Ci auguriamo che tutti i cristiani, consapevoli del formidabile impegno che grava sulla Madre Chiesa per una catechesi universale, si facciano un dovere di collaborare secondo le loro possibilità, tra cui, accessibile a tutti, quella della preghiera.