Il bene della pace

B215-A4

Nessuna epoca storica, forse, fu tanto ansiosa dì pace come la nostra, ben consapevole che solo la pace può preservarla da rovine inimmaginabili, se non dalla totale distruzione, e che solo la pace può consentirle il godimento dei tanti beni che il progresso tecnologico le ha messo a disposizione.

Eppure non si può dire che la nostra sia davvero un'epoca di pace.

Gli uomini di governo si danno da fare e il Papa moltiplica le iniziative, ma in vari paesi del mondo si combatte e negli altri c'è uno stato di tensione più simile ad una tregua che ad una vera pace.

Spese colossali di armamenti, sottratte alle necessità essenziali della vita di intere nazioni, diffidenze, sospetti, contrasti d'ogni genere costituiscono il clima di oggi in tutto il mondo, insieme alla violenza diffusa, quasi come una guerra civile.

Naturalmente i contrasti, prima che nei fatti sono nei pensieri e nei prìncipi ispiratori della vita.

Quando mai vi fu tanta confusione di idee e contrasti ideologici come oggi, dove il mondo sembra spaccato in due da opposte concezioni della realtà e del senso stesso dell'esistenza?

Spesso la verità non è più oggetto di ricerca, ma motivo di discussione, in funzione di interessi particolari.

E la verità rivelata, che Dio ha affidato alla Chiesa perché la diffondesse, è ancora lungi dall'essersi affermata in tutto il mondo.

Con grande tristezza noi constatiamo insieme al Papa che dopo duemila anni di apostolato e sulle soglie del terzo millennio il cristianesimo non è aumentato percentualmente nel mondo, anzi è diminuito.

La crescita demografica è stata più rapida di quella della fede.

Il mondo fisico è ben lungi dall'essere integralmente vissuto dalla massa popolare.

Sono cose che tutti sappiamo e di cui parlano tutti.

Ma non è strano che l'intelligenza umana, cos'i acuta nello scrutare le leggi del mondo fisico e promotrice di stupendi progressi in tutte le scienze, sia così incerta nel campo metafisico e così disorientata in quello morale e in tutte quelle cose che costituiscono i suoi più essenziali interessi, come il senso della vita e il suo ultimo destino?

Il fatto è che l'uomo non è un puro spirito, e per di più è in stato di natura decaduta, dove non regna più l'ordine e l'integrità primitiva, e le idee dell'uomo ne sono influenzate.

L'uomo ragiona anche con le passioni, e cioè spesso sragiona.

Soltanto gli uomini di carattere, capaci di stabilire l'ordine nella loro psicologia, con il dominio della ragione sugli appetiti sensitivi, sono capaci di giudizi obiettivi e totalmente aperti alla verità, nonché alla voce di Dio.

Dio non parla all'uomo nel turbamento: « Non in commotione Dominus » e chi vuoi sentire la voce di Dio deve far tacere le proprie passioni.

Il primo campo di lavoro per costruire la pace è la propria persona, in cui bisogna stabilire e mantenere l'ordine voluto da Dio.

In particolare l'unione intima con Dio esige un clima di pace.

Fra Leopoldo si sentiva esortare da Gesù: « Stai in pace con te stesso … tienti calmo … se mi vedi mesto è perché hai scomposto il mio cuore unito con il tuo ».

E Maria SS. insisteva: « Per quanto ti facciano profonde ferite al cuore le spine a cuì vai incontro renditi superiore e abbi sempre pace nel tuo cuore …

Il tempo di inquietudini ti fa lasciar la preghiera … è tempo perso ».

La pace è un gran bene, premessa e conseguenza ad un tempo di molti altri beni e quindi deve essere positivamente perseguita, sia nella propria vita intima che in campo sociale.

Già nell'Antico Testamento il salmista cantava ed augurava la pace a Gerusalemme e il profeta la prometteva come un premio: « verserò su di lei come un fiume la pace », « i tuoi figli avranno abbondanza di pace ».

Ma è soprattutto nel Nuovo, dopo che Gesù con il suo sacrificio di riconciliazione ebbe compiuta ogni giustizia e abolito lo stato di inimicizia esistente tra Dio e l'umanità, che viene inaugurata l'era della pace, perché, appunto, la pace è opera della giustizia, e la pace con Dio è la premessa fondamentale di tutte le relazioni di pace fra gli uomini.

Nell'ora più drammatica della sua vita.

Gesù diceva ai suoi apostoli pieni di timore: « Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace, ve la do non come la da il mondo.

Non si turbi il vostro cuore ».

Questa pace di Gesù è il frutto della verità e della giustizia, ossia dell'osservanza della legge morale.

Chi opera con rettitudine ha l'animo in pace, nonostante tutte le tribolazioni: questo è già un premio per i buoni, ed è un premio alla portata di tutti.

Gesù vuole che si miri anche alla pace sociale.

Ma gli orientamenti della società sono determinati dalle idee dei propri membri e quando la società è percorsa da idee sovversive, da contrasti ideologici radicali, da urti formidabili di interessi, addio pace.

La pace è la tranquillità dell'ordine, dice S. Agostino, ma noi siamo quasi in uno stato di guerra civile.

Eppure non bisogna scoraggiarsi.

« Beati gli operatori di pace » dice Gesù, e promette che essi possederanno la terra.

Le relazioni con gli altri uomini devono ispirarsi a rispetto, onore, benignità, bontà, longanimità, mitezza, generosità, carità.

Tutti amano di essere trattati così.

Gli uomini hanno bisogno e desiderio di pace.

Beati coloro che si adoprano per metter pace dovunque.

E qui c'è lavoro per tutti.

Quanti urti, malintesi, suscettibilità si possono evitare o sopire, se si è animati veramente da spirito buono.

Pensiamo alle tante famiglie dissestate che potrebbero ritrovare la gioia e l'armonia della convivenza se tutti i membri si sforzassero un poco alla pazienza, all'umiltà, alla generosità.

Pensiamo alle infinite rivalità, suscettibilità ed ostilità, nascoste o palesi, che avvelenano la società e che, se fossero superate, potrebbero dar luogo ad una fruttuosa e lieta collaborazione.

Ciascuno vuole avere il sopravvento, dire l'ultima parola.

Invece Gesù insegna proprio il contrario: « É stato detto: occhio per occhio, dente per dente.

Ma io vi dico di non resistere al malvagio; ma se uno ti percuote nella guancia destra, porgigli anche la sinistra.

Se uno vuoi litigare con te per toglierti la tunica, cedigli anche il mantello … ».

É vero che qui Gesù usa il paradosso, ma lo fa appunto per dar forza al pensiero dominante: « Imparate da me, che sono mite e umile di cuore ».

Il profeta I saia descriveva così l'aspettato dalle genti: « Non griderà, non spezzerà la canna fessa, non spegnerà il lucignolo fumigante ».

Non temere di passare per vinto: in realtà il vincitore sei tu.

Infatti i mansueti possederanno la terra, dice il Signore e cioè in primo luogo il proprio cuore, con il dominio delle passioni, e poi la stima delle persone ragionevoli.

E in prospettiva più o meno prossima anche l'affermazione della giustizia.

Non è questo lo stile della Chiesa, contro di cui la persecuzione non è mai cessata durante la sua storia bimillenaria, in una forma o nell'altra, in un paese o nell'altro?

Gesù l'aveva predetto molto esplicitamente: « Vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate prudenti come serpenti e semplici come colombe.

Guardatevi dagli uomini; vi trascineranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, sarete condotti davanti a presidi e a re per cagione mia ».

Oggi poi la persecuzione ha assunto un'ampiezza, una durezza e una scaltrezza mal prima raggiunte, data la maggiore efficienza dei poteri costituiti.

La violenza contro l'idea stessa di religione e l'imposizione di un ateismo radicale perfino nelle strutture sociali è una novità del nostro secolo.

La Chiesa non si difende con la forza, ma solo con l'affermazione dei suoi diritti.

Eppure il suo prestigio e la sua forza morale sono immensi.

Il sangue dei martiri continua a scorrere e la passione di Gesù è partecipata dal suo corpo mistico.

Ma i persecutori sono considerati tali e condannati senza appello dal tribunale dell'opinione pubblica.

E i persecutori passeranno, ma la Chiesa resterà, anche se dovrà sempre affrontarne dei nuovi.

« Si vis pacem para bellum » sentenziavano gli antichi pagani.

Ma oggi il Papa, cioè il rappresentante di Gesù Cristo smentisce i pagani e dice: « Si vis pacem para pacem ».

E quanti sforzi hanno fatto i papi di questo secolo per contrastare la guerra, per promuovere le intese fra i popoli e promuovere una vera pace.

Pio X che prevedeva e tanto temeva il « guerrone » come lo chiamava lui, non fu ascoltato dai governi massonici dell'epoca e ne morì di dolore.

Benedetto XV stigmatizzò la guerra con quell'epiteto che tanto irritò i belligeranti, ma che definiva esattamente la realtà: « inutile strage ».

Pio XI adottò il motto « Pax Chisti in regno Christi » quasi come programma del suo pontificato.

E Pio XII, il cui pontificato fu un martirio, scelse il motto « In justitia pax » che fu anche un ammonimento.

Omettiamo di citare i successivi pontefici, di cui tutti ancora ricordano e vedono l'instancabile opera pacificatrice.

« Con la guerra tutto è perduto. Con la pace tutto è possibile ».

Questa frase di Pio XII dovrebbe essere meditata da coloro che hanno responsabilità e che, voltandosi indietro, possono anche vedere gli orrori dell'ultimo conflitto e le sue conseguenze ancora attuali e constatare quanto avesse ragione il Papa.

Preghiamo il Signore che dia efficacia all'opera intelligente ed insistente di Giovanni Paolo II in favore della pace e possa godere quella consolazione che non hanno potuto avere i suoi predecessori.

Il Cile e l'Argentina hanno avuto il raro buon gusto di chiedere la mediazione del S. Padre per le loro controversie sulla zona australe.

In tale occasione Giovanni Paolo II ribadì ancora il concetto cristiano: « La pace è uno dei più grandi valori umani e la sua ricerca e realizzazione un desiderio, più ancora, un comando del Figlio di Dio fatto uomo, del Principe della Pace ».

Preghiamo davvero, senza stancarci, per ottenere la pace, frutto della giustizia.

Ne vai bene la pena.

Vi sono delle famiglie di religiosi contemplativi, che il Signore ha voluto e fatto sorgere perché fossero dedicati esclusivamente a pregare e ad offrirsi in sacrificio per la pace nel mondo.

Uniamoci ad essi e non manchiamo neanche di fare opera di pace attorno a noi.

Ci assista e ci guidi la SS. Vergine Maria, che è la Regina della pace e che in tante sue apparizioni ha esortato appunto a pregare per la pace ed a fare incessantemente opera di pace.

C.T.