Messa del povero

B217-A7

Torino, 7 ottobre 1980

A conclusione di un altro anno di attività della Messa del Povero, siamo lieti di rinnovare con gli amici che ci seguono, l'annuale incontro attraverso questo scritto che vuol essere testimonianza di un ricordo che a loro ci lega, di una partecipazione che sentiamo viva all'Opera e di un ringraziamento per l'interesse e la generosità di tanti.

La Messa del Povero è Opera che si affianca alle altre iniziative recenti o meno di cui si è parlato e scritto, specialmente in questi ultimi tempi, a favore dei « senzatetto » e dei diseredati della nostra città.

Essa è sorta nel 1928 e dal 1933 ha trovato la sua formula definitiva che ancora mantiene dopo tanti anni.

Formula che ancora oggi, pur dopo tanti interventi e tante discussioni, è viva e attuale.

Ha quindi una lunga esperienza alle sue spalle e, nei consuntivi annuali, si presenta tuttora valida ed efficace nella sua azione.

Mentre scrivo, sono ancora sotto l'impressione del rinnovato incontro festivo di domenica, primo della ripresa dell'anno.

Sono tornati i cari amici in gran numero: erano un centinaio nella sede di Via Colombini e altrettanti nella Sede di Via Cibrario.

Sono tornati col sorriso sul volto, lieti di incontrarsi tra loro e con noi in un clima di amicizia, di comprensione, di fraternità.

Hanno raccontato tante cose: di amici morti o ricoverati nel periodo estivo, di delusioni provate, di piccole soddisfazioni e hanno pregato con devozione durante la Santa Messa.

Anche noi eravamo contenti: la presenza numerosa e gioiosa ci dava ancora una volta una conferma che questi nostri amici, oltre le necessità materiali che sono veramente tante e grandi, hanno bisogno di incontrarsi con i fratelli, e soprattutto di incontrarsi con Dio, di pregare, di pensare alla loro vita spirituale.

Quante sono le testimonianze che potremmo citare!

Molte e gravi sono le necessità materiali ma la maggior sofferenza per questi nostri fratelli è la solitudine, l'isolamento, l'emarginazione, è il trovarsi in una condizione di abbandono, di incomprensione.

Ognuno ha, nel suo bagaglio, un breve o lungo cammino per strade dolorose di malattie fisiche o mentali, di situazioni familiari disastrose, forse anche di errori, di voluto isolamento, di ricercata avversione ad ogni soluzione, di comoda acquiescenza in uno stato di disimpegno.

Ma il parlare con loro ci rivela che, nella maggior parte dei casi, tutto questo è conseguenza di traumi subiti, di avvenimenti negativi e purtroppo decisivi nella loro vita.

Non possiamo immaginare una vita di questo genere se alla base non c'è una triste svolta.

É questo il dramma dei nostri fratelli, a cui non può dare risposta un pezzo di pane o una minestra calda, ma soltanto l'amicizia di chi, nell'unica paternità divina, li sa accogliere come sono, li fa sentire fratelli.

É quanto, pur con tanti limiti e mancanze, si propone la Messa del Povero, e quanto con la generosità e la comprensione di molti riesce a realizzare il « gran cuore di Torino » come si espresse il Papa Giovanni Paolo II nel suo pellegrinaggio apostolico nella nostra città.

Ci ha detto il Papa:

« Il lavoro non faccia poi dimenticare i poveri, i sofferenti.

La carità del Cottolengo ha creato qui a Torino la cittadella della Carità: e ancora vi lodo per l'appoggio che sapete dare a quella istituzione.

Buon segno, questo! Indica che, pur nell'acuirsi dei contrasti sociali, nell'incrociarsi delle tensioni di vario genere, il gran cuore di Torino non dimentica chi soffre.

Ma la sofferenza è in mezzo a noi, accanto a noi, negli stessi edifici ove abitiamo, forse nascosta da un velo di riserbo che si vergogna a chiedere.

Occorre che la fatica quotidiana non solo non ottunda l'occhio spirituale per scoprire le pene e le privazioni altrui, ma anzi lo acuisca, accresca la sensibilità, susciti la "simpatia" cioè il "soffrire con altro".

Continui Torino, o torni, continui a essere la città della carità!

Perché non possiamo trovare una parola più piena che esprima il Cristianesimo che la parola carità ».

La via più piena e completa per vivere ed esprimere il nostro essere cristiani sta nella carità: una carità che non è « elemosina » ma « amore ».

S. Paolo ammoniva: « E se anche distribuissi tutte le mie sostanze … ma non avessi la carità, niente mi giova » ( 1 Cor 13,3 ).

La vera carità diventa allora dedizione di sé, non solo delle proprie sostanze, diventa dedizione di anima, di tempo, di premure, di attenzione.

Dedizione di anima è ascoltare, partecipare, consigliare: dedizione di tempo è essere disponibile, dedizione di premure e di attenzione è non chiudere il cuore alle voci che si alzano dal mondo della miseria, è contribuire secondo i propri mezzi a portarvi sollievo.

Dedizione è condividere con chi non corrisponde alle nostre attenzioni ma conserva in sé ostilità e forse cerca solo di sfruttare; dedizione è tendere la mano a chi non la accoglierà che con egoismo e con disprezzo.

Gesù in croce sta ad indicarci l'eroismo della dedizione; Gesù nell'Eucaristia continua a mostrarcelo sempre vivo.

Per questo l'unione con chi soffre trova la sua espressione più completa nella Santa Messa: la Messa del Povero.

Uniti tutti accanto a Gesù che si offre per chi lo accetta e per chi lo rifiuta, per chi lo accoglie e per chi lo rigetta.

In questo spirito ogni Messa del Povero diventa unione di spiriti con chi è presente e con chi, per motivi vari, non può partecipare di persona ma si sente vicino e ci consente di continuare in questa Opera.

Ci reca inoltre una spinta a continuare, l'apprendere che anche in altre parti la Messa del Povero ha avuto inizio dopo la nostra.

Ne citiamo alcune:

- Firenze: « La sollecitudine senza tregua, di ogni istante è per La Pira l'assistenza dei poveri.

La Pira amava stare con i poveri, conoscerne le difficoltà, i dolori, le afflizioni, cercare insieme i rimedi: chi è mosso dalla carità sa che i poveri hanno bisogno di tutto, anche dei soldi.

La Messa del Povero, celebrata al mattino della Domenica nell'antica Chiesa della Badia fiorentina era il settimanale appuntamento » ( Oss. Rom., 17-X1-1978 ).

- Roma: vi funzionava la Messa del Povero a cui Don Luigi Moresco diede la propria vita: nel suo testamento spirituale scrisse ai collaboratori, da Lugano: « Sono sicuro che non lascerete cadere la Messa del Povero e, se anche quest'anno le circostanze non lo permettessero voi la riprenderete negli anni futuri …

Mi piacerebbe che assumeste come motto della « Messa del Povero »: « Et nos credidimus charitati » ( « E noi abbiamo creduto nell'amore » ).

- Australia: Successo dell'iniziativa arcidiocesana « Messe del Povero »: Sydney.

- I cattolici dell'Arcidiocesi di Sydney hanno partecipato alle « Messe del Povero » portando aiuti in cibo, indumenti e danaro per i più poveri della circoscrizione ( Oss. Rom., 2-VII-1978 ).

É nostra convinzione che il termine sia giunto laggiù tramite i nostri confratelli che hanno conosciuto il messaggio di Fratel Teodoreto e le Opere della Unione Catechisti.

L'attività dell'anno trascorso non ha avuto particolari diversità da quella degli anni passati.

L'incontro settimanale è avvenuto regolarmente nei due centri:

- da settembre a maggio in Via Saccarelli

- da ottobre a giugno in Via Colombini

con il seguente orario:

- Sabato dalle 14 alle 17,30: catechesi, servizio barbe e capelli, refezione calda in Via Colombini.

- Domenica dalle ore 8 alle 11,30: Santa Messa, refezione calda, distribuzione indumenti, incontri e pratiche varie nelle due sedi.

- Domenica 20 luglio e Venerdì 15 agosto: incontro estivo in Via Colombini.

Il numero complessivo dei partecipanti abituali, nelle due Sedi, si aggira sulle 200 presenze.

Tuttavia, con presenze saltuarie, sono circa 500 le persone avvicinate.

Il numero delle persone che vi prestano servizio è di circa trenta volontari e comprende Fratelli, Catechisti, Suore, Salesiani, volontari.

Da ricordare:

- la più solenne celebrazione delle Feste: Natale, Settimana Santa, Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini, Consolata;

- la Befana del Povero, domenica 3 febbraio, in Via Cibrario con canti, festa e lotteria;

- la riuscita gita-pellegrinaggio al Santuario di Oropa, sabato 14 giugno, con Messa, pranzo, visita al Parco della Burcina e tanta serenità e allegria, a cui parteciparono circa 100 assistiti.

Sono questi gli scarni dati di un bilancio che è possibile controllare: quello che resta per noi sempre il pensiero più assillante, è quanto l'Opera riesce a realizzare nel cuore di chi vi partecipa: per chi vi presta servizio è un bilancio senz'altro positivo perché sentiamo che molto riceviamo da questi nostri fratelli, più di quanto riusciamo a dare; per chi viene, tutto è affidato all'azione della Grazia che sicuramente opera nelle anime.

Per questo i nostri incontri avvengono sempre tra noi e con Gesù Crocifisso a cui ci conduce la Vergine Immacolata: a loro tutto è affidato perché la Messa del Povero porti veramente i nostri fratelli ad un incontro con il Padre.

Resta il bilancio economico: lo affidiamo alla Provvidenza e con nostro stupore ci accorgiamo, anche attraverso ad interventi straordinari e nattesi, che essa è veramente generosa e supera ogni nostra più rosea previsione.

I canali di cui si serve sono molti e sappiamo che tra questi ci sono anche i tanti amici che ci seguono con la preghiera e con l'aiuto.

Per tutti il nostro « Grazie » è accompagnato dalla preghiera nostra e degli amici della Messa del Povero.

Consuntivo spese anno 1979-1980

Refezione domenicale e prefestiva:  
Sezione Via Colombini L. 7.345.100
Sezione Via Cibrario L. 5.453.900
Vestiario nuovo e usato L. 2.283.000
Servizi vari ( pulizia, barba, medicine … ) L. 1.585.700
Sussidi vari ( locande, documenti, bollette … ) L. 827.800
Lotteria domenicale, Epifania L. 784.000
Religione ( S. Messa, liturgia … ) L. 320.000
Offerte: Giornata Missionaria L. 100.000
Giornata Lebbrosi L. 25.000
Gita-pellegrinaggio ad Oropa L. 565.000
Spese di Segreteria ( posta, relazione … ) L. 28.000
Totale L. 19.317.500

Al consuntivo spese fa riscontro il consuntivo entrate di L. 19 800.000.

L'avanzo positivo è già servito per le prime provviste del nuovo anno.

Per la « Messa del Povero »

Il Responsabile