L'Eucaristia e la Chiesa

B221-A1

Messaggio televisivo del Papa al Congresso eucaristico di Lourdes.

Data la sua importanza, ne offriamo il testo integrale ai nostri lettori, nella versione italiana che abbiamo ricavato dall'Osservatore Romano.

Cari Fratelli e Sorelle che partecipate al Congresso Eucaristico di Lourdes, Sia lodato Gesù Cristo!

Fin dal primo annunzio del Congresso Eucaristico io desideravo ardentemente di parteciparvi in persona e mi auguravo di riunire, per offrirlo al Cristo, l'immenso omaggio che salirebbe verso di Lui dalla città mariale.

Volevo associarmi direttamente a voi per manifestare la fermezza di fede, lo slancio di adorazione, di gratitudine e di gioia, e anche l'impegno risoluto con cui la Chiesa accoglie, celebra e custodisce il memoriale del sacrificio del Signore, « Pane spezzato per un mondo nuovo » per la salvezza dei propri fratelli.

Con voi costì, vicino alla grotta benedetta, io pensavo di implorare da Maria, nostra Madre, la Vergine Immacolata, le grazie di conversione che corrispondono a questo sacramento dell'Amore divino e sono richieste per l'avvento di un mondo nuovo, secondo il messaggio da essa affidato a Bernardette Soubirous.

Io rimpiango vivamente di non essere presente fisicamente tra di voi.

Ma la Provvidenza mi invita a offrirne il sacrificio, come tante altre persone ammalate o impedite, e a parteciparvi senza vedervi e sentirvi, ma con cuore tanto più fervido in quanto sente meglio il prezzo dell'Amore del Signore ed è sicuro della vostra devozione eucaristica.

Coloro che avrei desiderato di salutare e incoraggiare a viva voce, io li benedico con particolare affetto:

dapprima voi, cari Fratelli nell'episcopato, riuniti attorno al card. Bernardino Gantin, mio Legato;

voi preti e diaconi, ministri con essi della santa Eucaristia;

voi seminaristi, alcuni dei quali ricevono in questa occasione il sacerdozio;

voi religiosi, religiose e persone consacrate, il cui stato di vita è segno del « mondo nuovo »;

voi padri e madri di famiglia, laici delegati dalle vostre parrocchie o dai vostri movimenti, che rappresentate i vari ambienti e paesi e le varie età;

voi specialmente fanciulli, adolescenti e giovani, così atti a comprendere il dinamismo dell'amore di Cristo.

Un posto speciale lo riservo ai malati, così vicini alla Croce.

Ringrazio tutti coloro che hanno favorito l'accoglienza del Congressisti a Lourdes.

E saluto pure quei nostri fratelli e sorelle che, pur non essendo in piena comunione con noi hanno voluto associarsi alla riflessione e alla preghiera eucaristica, auspicando che un giorno possiamo condividere il medesimo calice del Signore.

La mia preghiera si estende a tutte le comunità della Chiesa cattolica rappresentate a Lourdes, affinché il Cristo aumenti la loro fervente coesione nella fede e nella carità, lo prego specialmente per l'accrescimento delle giovani Chiese, chiedendo per esse il pane quotidiano insieme al Pane di Vita.

Infine saluto cordialmente i figli e le figlie di Francia, da cui mi sono congedato l'anno scorso a Lisieux con un « arrivederci » e che accolgono a Lourdes il Congresso del Centenario.

Io so che l'insieme del Congresso - incontri, conferenze, vigilie, liturgia delle ore, processioni, adorazioni e soprattutto la celebrazione della santa messa - doveva contribuire a mettervi in presenza del mistero eucaristico, per attingerne i diversi aspetti, celebrarne le meraviglie e cercarne i prolungamenti nella vita.

Come diceva Gesù: « beati i vostri occhi perché vedono e beate le vostre orecchie perché sentono » voi avete riconosciuto il Cristo realmente presente nel sacramento, inaugurando il « mondo nuovo » per il quale Egli ha spezzato il pane del suo Corpo e versato il suo Sangue.

E avete fatto nello stesso tempo la esperienza della fraternità dei figli di Dio, della felicità che si prova a partecipare e a ricevere gli uni dagli altri.

Insieme voi avete compreso che gli uomini non vivono di solo pane, e neppure di amicizia umana, ma di Dio; che essi sono capaci di riunirsi per ogni parola e gesto che vogliano significare e costruire il mondo nuovo con Cristo.

Beati voi!

Permettetemi adesso, come successore di Pietro di rivolgervi il mio messaggio.

Io ve lo offro come una meditazione particolare sulla « frazione del pane ».

Ve lo affido perché ne viviate e lo trasmettiate.

L'esperienza che avrete fatto costì a Lourdes, durante questo Congresso, vi ha investiti di una missione di testimoni, nella Chiesa e per il mondo.

Come i discepoli di Emmaus, felici di aver ritrovato il Signore risuscitato e di averlo riconosciuto « alla frazione del pane » voi rientrate ai vostri paesi « con il cuore che ancora vi arde » per le parole ascoltate.

Toccherà a voi far capire attorno a voi che ancora oggi il Signore si incontra nella « frazione del pane » e che questo incontro dona il senso alla vita.

La mia intenzione adesso è di dirvi a quali condizioni precisandone tre convinzioni.

1) La prima è che « il mondo nuovo » - di cui troviamo un segno e un abbozzo effettivo nella partecipazione, il mutuo scambio, l'ospitalità, la comunità di ideali, la generosità a servire, l'unità della fede e il fervore della carità - non ha altro fondamento fuorché Gesù Cristo, il Figlio del Padre, divenuto per amor nostro fratello in umanità.

Questo mondo nuovo è stato annunciato da Lui durante tutta la sua vita terrestre come Regno di Dio; meritato dal suo sacrificio, inaugurato con la sua risurrezione e il dono del suo Spirito.

Esso si costruisce oramai attorno al Cristo presente nel cuore degli uomini, primo nato dai morti e Capo della Chiesa.

Esso troverà il suo compimento quando il Cristo avrà tutto riempito della sua pienezza nell'al di là « cieli nuovi e terra nuova » di cui il mondo rinnovato di oggi secondo il suo Spirito è sempre unicamente l'abbozzo.

In definitiva, l'umanità nuova, per la fede cristiana, è sorta dalla croce, ed è là che la « frazione del pane » prende dapprima il suo senso: « Questo è il mio Corpo dato per voi … questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue ».

Sì, la vera frazione del pane, quella che è fondamentale per noi cristiani, non è altro che quella del sacrificio della Croce.

É ad essa che le altre derivano e verso di essa confluiscono.

Infatti è appunto perché l'umanità non si chiuda nel suo rifiuto, perché l'ultima parola non appartenga all'ingiustizia, perché l'odio sia abolito e la storia si apra verso un nuovo avvenire, che il Cristo accettò di essere Lui stesso sulla Croce la vittima offerta per il peccato, per l'incredulità e l'ingiustizia.

É in quell'ora che Lui, il Pane vivo disceso dal cielo, compì sulla nostra terra la frazione del pane per eccellenza, stendendo liberamente le sue mani sulla Croce per distruggere la morte e condurre alla vita.

Il mondo nuovo dipendeva da questo Sacrificio: il muro di separazione fu allora abbattuto; la risurrezione dei morti confermata e, con essa, la possibilità di una umanità riunificata.

Sarà questa dunque la prima convinzione della quale voi dovrete vivere e di cui vi domando di rendere testimonianza.

2) Ed ecco il principio che ne deriva: il sacrificio della Croce è così decisivo per l'avvenire dell'uomo che il Cristo non l'ha compiuto e non è ritornato al Padre se non dopo di averci lasciato il mezzo di prendervi parte come se vi fossimo stati presenti.

L'offerta del Cristo in Croce - che è il vero pane di vita spezzato - è il primo valore che dev'essere comunicato e partecipato.

Per questo, prima di salire sul Calvario, il Cristo volle, nel silenzio sacro del Cenacolo, prendere il tempo per compiere una frazione liturgica del pane: Egli la celebrò con i Dodici e chiese loro di rinnovarla in sua memoria fino a quando Egli ritornerà ad inaugurare i tempi nuovi.

Sul pane e sul calice della prima Pasqua cristiana.

Egli compì allora i gesti e pronunciò le parole che, per il ministero dei vostri Vescovi successori degli Apostoli e dei preti, loro cooperatori, sono stati ripetuti costì per farvi accedere al Sacrificio di Cristo e, per mezzo di Lui, alla risurrezione che trasformerà tutte le cose.

Voi lo sapete benissimo, cari Fratelli e Sorelle, questa celebrazione eucaristica non fa numero con il Sacrificio della Croce; non vi si aggiunge e non lo moltiplica.

La Messa e la Croce non sono che un solo e identico sacrificio.

Tuttavia la frazione eucaristica del pane ha una funzione essenziale, quella di mettere a nostra disposizione l'offerta primordiale della Croce.

Essa la rende attuale oggi per la nostra generazione.

Rendendo realmente presenti il Corpo e il Sangue del Cristo sotto le specie del pane e del vino, essa rende - nello stesso tempo - attuale e accessibile alla nostra generazione il Sacrificio della Croce, che rimane, nella sua unicità il perno della storia della salute, l'articolazione essenziale fra il tempo e l'eternità.

L'Eucaristia è così nella Chiesa l'istituzione sacramentale che ad ogni tappa serve di « stazione » al Sacrificio della Croce, che gli offre una presenza allo stesso tempo reale e operatoria.

Così può manifestare ad ogni epoca la sua potenza di salute e di risurrezione.

Grazie alla successione apostolica e alle ordinazioni, il Cristo ha dato alle parole istituzionali della sua Eucaristia, unite all'azione del suo Spirito, forza e potenza fino al tempo del suo ritorno.

É Lui che le pronuncia con la bocca del prete che consacra; è Lui che ci fa così partecipare alla frazione del pane del suo unico Sacrificio.

Tale è la meraviglia dell'Eucaristia.

Per la sua importanza essa appartiene, congiuntamente con la Passione e la Risurrezione, alla storia della nostra salute.

Essa è una delle strutture costitutive della Chiesa: « essa fa la Chiesa ».

La nostra epoca non può ingannarsi: deve riconoscerle tutto il suo posto nella Carta del mondo nuovo.

Affinché sia così è ovvio che è necessario in sommo grado riconoscere e mantenere tutta la loro forza alle parole del Signore, come la Tradizione unanime della Chiesa, i Padri, i Concili, il Magistero e il senso comune del fedeli le hanno sempre ricevute e comprese: e cioè che il Signore crocifisso e risuscitato è veramente, realmente e sostanzialmente presente nell'Eucaristia, e vi rimane finché sussistono le specie del pane e del vino; gli si deve non soltanto il più grande rispetto, ma la nostra adorazione.

É là il cuore della Chiesa, il segreto del suo vigore; essa deve vigilare con cura gelosa su questo Mistero e affermarlo nella sua integralità.

3) Infine, cari Fratelli e Sorelle, il Congresso vi avrà fatto comprendere meglio il ruolo dei ministri dell'Eucaristia e quello di tutto il popolo dei battezzati in ciò che riguarda la messa.

I preti, avendo ricevuto il sacramento dell'Ordine, assumono in mezzo a voi il posto del Cristo, Testa della sua Chiesa; il loro sacro ministero è indispensabile per significare che la frazione del pane da essi realizzata è un dono ricevuto dal Cristo che oltrepassa radicalmente il potere dell'assemblea; esso è insostituibile per collegare validamente la consacrazione eucaristica al Sacrificio della Croce e alla Cena.

Voi avrete sempre più a cuore di accogliere questo ministero con rispetto e riconoscenza, e di pregare perché la Chiesa non manchi mai di preti, di santi preti.

Ma il vostro battesimo fa anche di voi, a un altro titolo e in un altro senso « un popolo di sacerdoti ».

Grazie a questa qualificazione, ciascuno di voi è chiamato a presentarsi lui stesso in offerta generosa, gradita al Padre nel Cristo.

Spetta a voi dare alla vostra partecipazione eucaristica il medesimo senso che il Cristo diede al suo Sacrificio.

Egli non è morto per sparire, ma per risuscitare, affinché la sua Parola e la sua azione continuino, affinché la missione ricevuta dal Padre sia compiuta con la potenza dello Spirito.

I suoi membri sono chiamati alla libertà secondo lo Spirito e alla iniziativa; la strada della fede e dell'unità è aperta, le norme della umanità nuova sono proclamate, il Cristo attende dal suo popolo sacerdotale il coraggio di avanzare e di intraprendere, nella via della carità, di soffrire e di morire ancora, certi come i martiri, ma credendo come essi al successo ottenuto con il sacrificio.

Questa riflessione teologale ha degli sviluppi umani di ordine fraterno.

Codesto Congresso vi ha insegnato a vivere la frazione del pane nella Chiesa, secondo tutte le sue esigenze: l'accoglienza, lo scambio, la partecipazione, il sorpassamene delle frontiere, la volontà di conversione, la rinuncia ai pregiudizi, la sollecitudine a trasformare il nostro ambiente sociale fin dalle strutture e nello spirito.

Voi avete compreso che per essere vero e logico il vostro incontro alla tavola eucaristica deve avere delle conseguenze pratiche.

Giacché se è vero che nell'Eucaristia, il Cristo rende sacramentalmente presente il suo Corpo e Sangue, come pure il suo Sacrificio della Croce con la sua potenza di risurrezione, è perché noi vi comunichiamo in pienezza: non solo in spirito, ma anche sacramentalmente, per risalire fino alla sorgente che è il Cristo, poi nella vita concreta e nella storia, per giungere fino al termine del nostro sforzo, non trascurando nulla di ciò che dipende dall'uomo.

Tale è il messaggio che lo indirizzo affettuosamente a ciascuno di voi, congressisti e pellegrini di Lourdes.

Esso vi richiamerà i tre elementi costitutivi del « mondo nuovo » per il quale siete decisi a lavorare.

La Chiesa di oggi non deve trascurarne alcuno.

Cari Fratelli e Sorelle, contemplando così il Cristo nel suo Mistero eucaristico, il vostro sguardo ha incontrato quello di Maria sua Madre.

É in essa, per opera dello Spirito Santo, che si è formato Gesù, il corpo e il sangue di Gesù.

« Egli è nato dalla Vergine Maria ».

Beata quella che ha creduto!

Per suo intervento ha avuto luogo il primo segno di Gesù a Cana, provocando la fede dei discepoli.

Al Calvario essa è unita al dono supremo di suo Figlio.

Alla sua presenza, mentre essa pregava con i discepoli alla Pentecoste, è venuto in abbondanza il dono dello Spirito Santo.

Associata ormai alla gloria del Cristo nel « mondo nuovo » essa si è mostrata costì stesso, a Lourdes, agli occhi di Bernardetta, così vicina agli uomini, agli uomini peccatori, al loro bisogno di conversione, alla loro sete di felicità piena.

Siate sicuri che essa intercede per voi, per condurvi e condurre tutta la Chiesa alla pienezza della fede eucaristica e al rinnovamento spirituale.

Concludendo questo messaggio io mi rivolgo con essa verso il Signore: O Cristo Salvatore, noi ti rendiamo grazie per il tuo sacrificio redentore, unica speranza degli uomini!

O Cristo Salvatore, noi ti rendiamo grazie per la frazione eucaristica del Pane, che tu hai istituita per incontrare realmente i tuoi fratelli nel corso dei secoli!

O Cristo Savatore, metti in cuore ai battezzati il desiderio di offrirsi con Te e di impegnarsi per la salvezza dei loro fratelli!

Tu che sei realmente presente nel SS. Sacramento, spandi abbondantemente le tue benedizioni sul tuo popolo adunato a Lourdes, affinché questo Concilio rimanga veramente un segno del « mondo nuovo ».

Amen.