Nel ricordo del Catechista

B226-A8

Mario Lorenzatto

Torino * 20 marzo 1906 - + 27 dicembre 1982

« Ringrazio Dio di avermi fatto nascere in una nazione e famiglia cristiana e del singolare privilegio di appartenere all'Istituto Secolare dei Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Professo di voler vivere e morire in grembo della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, nella piena sottomissione al Sommo Pontefice ed ai Vescovi, successori degli Apostoli.

Imploro da Dio la grazia di volermi conservare e rafforzare in vita e in morte nella vocazione che Egli mi ha dato ».

Con un ringraziamento, una professione, un'implorazione inizia il testamento spirituale del Catechista Congregato Mario Lorenzatto, deceduto al Cottolengo il 27 dicembre 1982 all'età di 75 anni.

Andò incontro alla morte con quella serenità di spirito, pazienza, docilità e umiltà che furono caratteristica della sua vita.

Anche nell'ultimo periodo, seppe velare la sofferenza fisica e morale, con l'accogliente abituale sorriso che ne trasformava il volto: sorriso di chi tutto attende dagli altri con infantile fiducia in comprensione e ascolto, ma dopo aver dato tutto di se stesso in stima, affetto, venerazione.

E questo è frutto di grande bontà d'animo, di grande umiltà, di grande semplicità: ed è la vera Sapienza che apre la porta del Regno dei Cieli!

Come semplice, ma ricca di coltivata istruzione religiosa, fu la sua spiritualità che sintetizza così nel suo testamento spirituale: « Lascio il mio cuore a Maria SS. Immacolata, mia e nostra protettrice particolare e lascio l'anima a Dio, al mio "Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso" affinché l'accolga nella sua immensa misericordia ».

In questa luce si pone tutta la sua vita di studente, di professionista, di cristiano impegnato, di Catechista consacrato.

Nasce a Torino da famiglia di origine canavese.

Consegue la licenza tecnica e la licenza superiore per il Commercio.

Svolge la sua attività professionale come impiegato amministrativo e segretario di azienda.

Le referenze sono ottime: « Dimostra capacità e zelo; è persona di ottime qualità morali, riservato, serio, deferente ».

Già in pensione, per oltre un decennio è contabile preciso e meticoloso dell'Unione Catechisti.

Dopo seria preparazione, con la frequenza di vari corsi teologici, tra cui quello quadriennale di Cultura Religiosa per laici promosso dall'Unione Catechisti, esercita vasta attività apostolica: catechesi presso la Parrocchia di N. Signora della Pace, dove conosce Fratel Teodoreto, nelle sezioni giovanili dell'Unione e della Casa di Carità, dove insegna anche italiano e matematica nei corsi festivi.

Esercita apostolato d'ambiente « nella grigia e sempre uguale vita di ufficio » come ebbe a scrivere e dove è ricordato con affetto.

Negli ultimi tempi è assiduo parrocchiano a N. Signora degli Angeli.

Sempre, nella vita, è adoratore e zelatore della Adorazione a Gesù Crocifisso.

Fu tra i primi giovani che, nel 1935, iniziarono con il Presidente dell'Unione Catechisti, dott. Tessitore, il regolare Noviziato, in seguito alla approvazione dell'Unione Catechisti da parte del Card. Gamba di Torino.

Quando l'Unione si costituì in Istituto Secolare nel 1948, rinnovò la sua Professione: è lui che con commosse parole e con quella precisione che lo distingueva fa la relazione della consegna delle Nuove Regole ai Catechisti da parte di Fratel Teodoreto.

Fratel Leone che riporta la relazione nella biografia del Servo di Dio ( pag. 251 ) la introduce con questa affermazione: « Ci spira aria di fioretti! »

Nell'agosto 1978 subisce un intervento chirurgico da cui non si riprende più completamente.

Ospitato presso il Centro La Salle dei Fratelli delle Scuole Cristiane, partecipa con fervore esemplare alla vita spirituale dei Fratelli e si adopera con dedizione eroica e nascosta, per quanto le sue condizioni glielo permettono, ad aiutare e sostenere Fratelli anziani in difficoltà, sempre con quella discrezione e umiltà di chi ritiene di molto ricevere e di dare ben poco.

Quando la malattia si manifesta più violenta, ne accetta con intima sofferenza, ma con sereno comportamento, le limitazioni e umiliazioni, preoccupato veramente per lo stato di disagio che crede di creare.

Il 7 dicembre 1982, dietro sua richiesta, riceve da don Giuseppe Baiocchi, la Unzione degli infermi, presenti i suoi Confratelli dell'Unione Catechisti, Fratelli, Suore: partecipa, in piena lucidità alle preghiere con serenità e fervore, quasi confuso di essere al centro di tante attenzioni e premure e di tanta affettuosa presenza, che pensa superiore ai suoi pur grandi esempi e meriti.

L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, rinnova la professione perpetua, dopo cinquant'anni di vita nell'Unione Catechisti.

Vita che lo vide partecipare con fervore e zelo a tutte le iniziative, a tutti gli incontri, manifestazioni, ritiri, pellegrinaggi dell'Unione: era manifesta e chiara in lui la gioia e la serenità che gli portava il ritrovarsi con i suoi Confratelli, pur restando sempre nel nascondimento e all'ultimo posto: una presenza umile, semplice, fatta di convinzione.

Il 10 dicembre è trasportato al Cottolengo, nel Reparto Padre Anglesio.

Il declino, dopo il trasferimento, si fa rapido.

Nei momenti di lucidità accoglie tutti con il suo mite, rassegnato sorriso.

Quando il torpore, sempre più frequente lo prende, ritrova coscienza solo se sente sussurrare una preghiera, una invocazione, capace di attenzione più viva se accanto a lui si fa l'Adorazione a Gesù Crocifisso o se gli si porta Gesù Eucaristia: pare ritrovare il sapore del pane quotidiano di cui si è nutrito tutta la vita.

Il 27 dicembre, alle prime luci, si abbandona senza scosse, nella distensione e nella serenità dell'ultimo riposo: il lungo cammino che si era fatto sempre più faticoso, ritrovava nuovo slancio di giovinezza dello spirito per andare incontro al Padre, esaudito, così, nella preghiera del suo testamento spirituale: « Prego il Signore che mi abbia ad aiutare in tutta la mia vita ma specialmente in punto di morte.

Il mio Crocifisso sia in quel momento il mio Salvatore e che abbia a morire nella Sua Grazia.

Viva Gesù nei nostri cuori! Sempre! ».

Ora vive lui, per sempre, nel cuore di Gesù Crocifisso e Risorto!