Anno santo e giornate del Crocifisso

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Vi è un richiamo spontaneo e naturale fra queste due cose.

Infatti l'Anno Santo non è forse un richiamo straordinario, insistente alla conversione?

E che cos'è la conversione se non un ritorno a Colui che ci ha amati per primo, che è disceso dal cielo alla ricerca del peccatore, che se ne è addossate tutte le colpe e le ha espiate sulla croce?

In questo periodo quaresimale risuona più che mai l'invito alla conversione e cioè al ritorno a Dio nell'intimo della coscienza prima di tutto e poi nella coerenza della condotta: dal male al bene e dal bene al meglio.

Quindi non c'è nessuno che non abbia bisogno e non sia invitato a convertirsi.

S. Giuseppe Cofasso, il gran santo torinese, che era formatore di sacerdoti e direttore spirituale di S. Giov. Bosco, si era assunto, anche, un ministero assai difficile, quello della assistenza spirituale ai carcerati e ai condannati a morte.

Discendeva in carcere la vigilia dell'esecuzione capitale e passava la notte con i carcerati preparandoli alla morte con una buona confessione.

Ne assisté 73 durante il suo ministero, e tutti si confessarono in carcere, eccettuato uno solo, che si ostinò nel suo rifiuto.

Giunto però sul patibolo anche questi chiese il Crocifisso, che il sacerdote gli porse subito, e lo baciò con trasporto, ripetutamente.

Il santo alzò subito la mano e gli diede l'assoluzione.

Anche questo era salvo.

Più forte di tutti gli uomini aveva parlato Gesù Crocifisso.

Pareva ripetersi la scena del buon ladrone sul Calvario.

Non stanchiamoci dunque di additare a tutti il SS. Crocifisso.

Una pratica molto opportuna ed efficace che sotto l'auspicio di Fra Leopoldo Musso o.f.m. si è introdotta nelle case dei Fratelli S.C. ma che si può sviluppare in qualunque chiesa è appunto la « Giornata del SS. Crocifisso » che si svolge in vari modi, secondo le circostanze e che è quanto mai attuale in questo anno santo.

Però l'efficacia di queste giornate, lo scopo pratico a cui dovrebbero mirare è la frequenza della Confessione.

Potrebbero addirittura essere impostate come una preparazione prossima e più diligente a questo Sacramento e ad orientare i giovani alla ricerca di una direzione spirituale permanente attraverso di essa.

La Chiesa lamenta che, paradossalmente, mentre è aumentata la frequenza alla Comunione è diminuita quella della Confessione.

Il papa Paolo VI invece insisteva in modo particolare affinché il Clero, al di sopra e a preferenza di tutte le opere di apostolato mirassero ad esortare i fedeli e a condurli alla Confessione, facilitandone la pratica in tutti i modi.

Ci pare più che mai di attualità l'esempio del Santo Curato d'Ars, che arrivò a stare in confessionale 18 ore in un giorno, sempre assediato dai penitenti, vera vittima della Penitenza.

Quest'uomo eccezionale è un autentico messaggio della Provvidenza di Dio per i nostri giorni, più che mai attuale, e che non deve esser lasciato cadere.

Messaggio che non è rivolto solamente ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli, perché prendano sul serio e si giovino di questo impareggiabile mezzo di salvezza lasciateci dalla misericordia divina.

Se l'Anno Santo avrà contribuito a rendere più seria e più frequente la pratica della Confessione da parte del popolo, avrà ottenuto uno dei migliori scopi che si potesse proporre.