La parola del Papa

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Durante il prossimo mese di ottobre si svolgerà in Vaticano la VII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi per studiare il tema « Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a vent'anni dal Concilio Vaticano II »

Negli incontri domenicali per la preghiera mariana, l'Angelus, il Santo Padre ha iniziato dal 1° febbraio 1987 una catechesi volta a rivelare ai laici la loro vocazione e la loro missione, seguendo un itinerario che consentirà di preparare il Sinodo, mediante riflessioni tratte dai documenti conciliari e post-conciliari.

Riportiamo le riflessioni tenute il 22 febbraio e il 1° marzo 1987 in cui il Papa risponde alla domanda: « Chi sono i laici? ».

Se impegnativa è la risposta, altrettanto chiara ed esauriente è quella che il Santo padre da.

Chi sono i laici? La risposta del Concilio.

Chi sono i Laici?

1) Nel rispondere il Concilio non intende alludere semplicemente a chi non è sacerdote o religioso e religiosa, quasi per ribadire, in forma negativa, che i laici sono coloro che non appartengono a queste categorie. No.

Il Concilio apre una visione nettamente positiva.

Si colloca dal punto di vista del « disegno » di Dio contenuto nella Rivelazione.

E risponde che i Laici, insieme con la Gerarchia, il clero, i Religiosi sono il « Popolo di Dio ».

La costituzione dogmatica « Lumen Gentium », testo fondamentale, dopo aver scandagliato il « mistero della Chiesa » dalla sua origine trinitaria alla sua realtà di « Corpo di Cristo » nelle sue dimensioni spirituale e visibile, tratta ampiamente del « Popolo di Dio ».

É la Chiesa, questo popolo.

Un popolo unito e ordinato.

Non una massa informe, un agglomerato di individui incamminati verso diversi destini.

Un vero popolo.

Cioè una accolta di cristiani e di cristiane, che riconoscono una comune origine della medesima paternità divina, un comune cammino sull'unica strada che è Cristo redentore, una comune mèta nell'incontro definitivo e beatificante con Dio.

2) I Laici sono a tutti gli effetti mEmbri di questo popolo privilegiato, che « costituisce per tutta l'umanità un germe validissimo di unità … è da Cristo assunto per essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra, è inviato a tutto il mondo » ( Lumen Gentium, n. 9 ).

In esso « nessuna ineguaglianza … per riguardo alla stirpe o nazione, alla condizione sociale o al sesso …; comune è la dignità dei mEmbri, comune la grazia dei figli, comune la vocazione alla perfezione » ( Lumen Gentium, n. 32 ).

Come in ogni organismo vivo, nel « Popolo di Dio » c'è - non potrebbe non esservi - diversità di compiti.

Tuttavia « vige una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti » ( Lumen Gentium, n. 32 ).

« Egli è il nostro Dio / noi il popolo del suo pascolo » ( Sal 95,7 ).

La Vergine Maria, aiuto dei cristiani, faccia sì che tutti, e, in questo periodo di preparazione al Sinodo dei Vescovi, specialmente i laici, approfondiscano la consapevolezza della loro vocazione, per essere partecipi a pieno titolo della missione del popolo di Dio.

3) Ancora la domanda: chi sono i Laici?

Ed ecco ancora la risposta che offre il Concilio: « Col nome di Laici si intendono tutti i fedeli … che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti Popolo di Dio … per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano » ( Lumen Gentium, n. 31 ).

Incorporati a Cristo col battesimo: sta qui la realtà misteriosa della dignità di ogni fedele; sta qui la radice della vita nuova, assolutamente originale e gratuita, che il cristiano è chiamato a sviluppare ed a testimoniare.

San Paolo esprime vigorosamente e con rigorosa consequenzialità questo fenomeno soprannaturale, che pone alla radice della personalità un nuovo germe vitale, destinato a trasfigurare tutta l'esistenza mediante il dinamismo della grazia e della libertà: « Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo » ( Gal 3,27 ).

4) Nell'approfondire questa sublime realtà, che abilita ogni Laico ad essere sale della terra e luce del mondo, il Concilio, accogliendo i dati di una tradizione teologica ampiamente affermata, ha sottolineato che il cristiano partecipa al triplice ufficio di Cristo: ufficio sacerdotale, profetico, regale.

I Laici partecipano all'Ufficio sacerdotale, per cui Gesù ha offerto se stesso sulla Croce e si offre continuamente nelle celebrazioni eucaristiche, unendosi a Lui nell'offerta di se stessi e della loro attività.

Le preghiere, le buone opere, il lavoro quotidiano, le sofferenze, la vita familiare, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiuti nello Spirito, diventano sacrifici graditi a Dio per Gesù Cristo.

In quanto partecipi dell'ufficio sacerdotale di Cristo, i Laici sono specificamente chiamati a consacrare il mondo a Dio, « operando santamente dappertutto come adoratori » ( Lumen Gentium, n. 34 ).

La partecipazione all'ufficio profetico di Cristo rende particolarmente idonei ad esercitare « una preziosa azione per l'evangelizzazione del mondo » ( Lumen Gentium, n. 35 ) mediante la parola, la testimonianza, l'apostolato, la seminagione di quella sapienza e di quella speranza, alle quali l'umanità anela, spesso inconsapevolmente nella vita coniugale e familiare - per il fatto che gli sposi sono essi stessi i ministri del matrimonio - i Laici svolgono il loro ruolo profetico ( Lumen Gentium, n. 35 ).

Gesù Cristo è Re soprattutto perché, fattosi obbediente fino alla morte di Croce, è stato esaltato dal Padre e costituito Signore di tutto l'universo.

Ebbene, i fedeli laici partecipano alla sua missione regale sia attraverso la mortificazione per vincere in se stessi il regno del peccato, sia lavorando per far prevalere il regno della verità, della giustizia e della pace, diffondendo ovunque lo spirito del Vangelo.

Essi, conoscendo da vicino il valore della creazione, riconducono ogni cosa alla sua vera finalità anche mediante le attività propriamente secolari, affinché il mondo raggiunga « il suo fine nella giustizia, nella carità e nella pace » ( Lumen Gentium, n. 36 ).

5) La vocazione e la missione dei Laici trovano nel legame col triplice ufficio di Cristo il segreto per la loro costante maturazione.

Cristo è sorgente inesauribile di forza e di luce.

Per avvalorare in tutti i figli ed in tutte le figlie della Chiesa questa certezza, chiediamo l'intervento di Maria con le invocazioni dell'« Angelus ».