La parola del Papa

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Quest'anno sarà celebrata solennemente la Giornata Mondiale della Gioventù: il 19 Marzo, Domenica delle Palme, in tutte le Chiese locali, e il 19 e 20 Agosto presso il Santuario di Santiago di Compostella, in Spagna, dove il Papa ha invitato la gioventù per un raduno internazionale.

Nell'intenzione del Santo Padre essa dovrà diventare la « Giornata di una nuova, più matura e più profonda scoperta di Cristo » e di un rinvigorito e coraggioso impegno ad annunciare il Redentore agli uomini di tutto il mondo ( v. O.R. 17-12-1988 ).

In questa occasione il Papa ha inviato ai giovani un messaggio assai ricco di contenuto, il cui punto centrale è un invito a cercare Gesù Cristo, a scoprire Gesù Cristo, sfondare su di Lui la propria vita, a portarlo a tutti gli uomini, perché Egli, ed Egli soltanto è la via, la verità e la vita, come affermò Egli stesso, e come scrivono i Vangeli.

Non vuole essere un messaggio nuovo, ma una viva esortazione a tener fissa la mente e il cuore all'essenziale, e richiama alla mente l'aurea opera « Imitazione di Cristo » ( libro II, cap. VII e cap. VIII ) la quale opera sarebbe bene rileggere spesso e di cui i giovani dovrebbero farsi amici, ma un amico con cui ritrovarsi ogni giorno, che infonderebbe in loro la sapienza, in luogo della naturale superficialità spirituale e che insieme alla preghiera li farebbe vittoriosi nelle loro così difficili battaglie.

Anche ai non più giovani, uomini maturi e perfino anziani gioverebbero queste considerazioni: l'uomo vecchio non è mai morto e se la battaglia si attenua in qualche settore si intensifica in un altro.

« Militia est vita hominis super terram ».

Il Signore è assai esigente nella sua legge morale. Però non ci lascia soli e ci fornisce abbondanti mezzi di soccorso.

Chi ha sincera volontà di servirlo ne fa subito l'esperienza: « Aspetta il Signore, agisci virilmente, fatti coraggio e spera nel Signore » ( Sal 27,14 ).

Nei riguardi del Signore non ci può essere distacco tra pensiero e azione: « Chi osserva i miei comandamenti, quello mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e gli manifesterò me stesso ».

Logicamente, allora, chi non osserva i comandamenti non ama e non è amato ne dal Padre, né dal Figlio e la sua mente non può essere illuminata.

È una condizione terribile.

Conosciamo bene la fragilità umana e che è facile cadere.

Ma per chi ha buona volontà è anche abbastanza facile risorgere e resistere.

E la buona volontà è dimostrata dall'uso risoluto dei mezzi.

Vi è poi un'insidia pericolosissima, che è vestita per benino, che dice di non volere alcun male, per carità, ma vuole soltanto regolare il passo alla misura delle nostre gambe corte.

Mica tutti possono essere dei San Francesco.

Non tutti han da essere degli eroi.

Che male facciamo? Lasciateci tirare il fiato.

Ecco. Don Abbondio ragionava proprio così.

Ma guai se tra i giovani si diffondesse una mentalità così.

Sarebbe il fallimento di una generazione, in tutti i campi.

Eppure la società di oggi è tutta un'occasione: parlo delle Nazioni ricche, in Europa ed America.

Il Signore ce ne preservi.

E benedetta la voce del Papa, che si alza è fa brillare davanti ai giovani e a tutti gli uomini gli ideali di vita e di grandezza, non con frasi astratte, ma con un nome, il nome di Gesù, davanti al quale « si pieghi ogni ginocchio, in cielo, in terra e nell'inferno, e ogni lingua confessi che il Signore Gesù è nella gloria del Padre ».

Egli non ha terminato la sua missione e segue con amore tutti i suoi figli e ognuno di essi in qualsiasi condizione, perché Egli è stato mandato dal Padre per la salvezza di tutti, in tutti i tempi.