Ritiro del gruppo famiglia

B259-A6

Riflessioni sui comandamenti di Dio

Sabato, 9 maggio, al Centro la Salle, ha avuto luogo uno dei ritiri programmati per il Gruppo Famiglia.

Le relazioni sono state svolte da Fr. Egidio, assessore della sede di Torino, il quale ha continuato le sue riflessioni sui comandamenti di Dio, la cui osservanza è espressione dell'amare Dio in tutto e sopra tutto.

Riportiamo stralci dalle tracce di meditazione distribuite ai partecipanti, tratte dal Catechismo della Conferenza episcopale tedesca ( Ed. Paoline ), anche per la loro efficacia come sussidio catechistico.

Amare Dio in tutto

L'uomo ha bisogno di dare un obiettivo alla sua vita e vorrebbe poter vedere nel la propria esistenza e nel mondo intero un senso sul quale consentire.

Chi crede che quel Dio che Gesù chiama Padre ha creato il mondo e gli uomini, sta loro accanto e condurrà a compimento il loro destino, costui vedrà in questo Dio il senso della realtà intera e della sua stessa vita.

Amare Dio vuol dire decidersi per questa fede e decidere di vivere secondo essa: « Non devi avere alcun altro Dio accanto a me » ( Dt 5,7 ).

Amare Dio non è soltanto una faccenda del cuore; amare Dio significa piuttosto orientare la propria vita a lui, agire dietro suo incarico e secondo la sua parola e forgiare il mondo secondo la sua ottica.

In questo modo tutto ciò che il credente fa può diventare espressione del suo legame con Dio.

Questo vuoL dire: amare Dio in tutto e sopra tutto.

Per gli Israeliti tutta la vita era caratterizzata da questo rapporto con Dio.

Nel libro del Deuteronomio si dice del comandamento dell'amore di Dio che queste parole devono essere scritte nel cuore: « Questi precetti che io ti do ti siano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli; ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quanto ti coricherai e quando ti alzerai.

Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno un pendaglio tra gli occhi.

E li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte » ( Dt 6,6-9 ).

Alla domanda dello scriba sul comandamento più importante, Gesù rispose con un passo preso dal Deuteronomio ( Dt 6,4-5 ), che ancor oggi fa parte della preghiera quotidiana dei pii ebrei: Ascolta, Israele.

Il Signore Dio nostro è l'unico Signore.

Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. ( Mc 12,29-30 ).

Il Gruppo famiglia intorno al Crocifisso al Centro La Sulle.

Direttive di Dio: i dieci comandamenti

In molti passi della Bibbia si trovano comandamenti e richieste che sintetizzano ciò che la fede ha riconosciuto come volontà di Dio.

A volte tali comandamenti sono raccolti insieme in elenchi, il più famoso dei quali è costituito dai « Dieci comandamenti » ( Es 34,28 ), che ricorrono due volte nell'Antico Testamento: nel libro dell'Esodo ( Es 20,2-17 ) e nel Deuteronomio ( Dt 5,6-21 ).

Nel Nuovo Testamento si fa riferimento ad essi sotto diversi punti di vista, ad esempio nel discorso della montagna ( Mt 5,21.27 ), nel racconto del giovane ricco ( Mc 10,19 ) e nella lettera ai Romani ( Rm 13,9 ); ma in tutto il Nuovo Testamento non si trova mai un elenco completo dei dieci comandamenti.

I dieci comandamenti hanno un'importanza particolare per giudei e cristiani, i quali vedono in essi le più importanti e vitali direttive di Dio per la condotta del suo popolo raccolte in sintesi.

Per questo i dieci comandamenti fin dai tempi più antichi sono oggetto di insegnamento e di istruzione, come regole di vita dei credenti.

I dieci comandamenti elencano le condizioni fondamentali necessarie per la conservazione del rapporto di comunione tra Dio e il suo popolo.

Essi sono un invito ai credenti a collaborare a quell'azione liberatrice che Dio stesso ha iniziato, di modo che tutti gli uomini, in quanto immagine di Dio, possano avere garantiti i loro diritti e possano vivere come uomini liberi.

La serie dei comandamenti inizia con l'autopresentazione di Dio, che si è rivolto al suo popolo e lo ha liberato.

Poiché è lui il Dio del suo popolo, che ha condotto Israele fuori dalla schiavitù d'Egitto, questi non adorerà altri dèi.

Poiché gli Israeliti devono a Dio la loro liberazione, essi non opprimeranno altri uomini, ma piuttosto difenderanno i diritti dei deboli e degli oppressi.

Il « devi » dei comandamenti quindi è più propriamente un « tu ( non ) ti comporterai ( più ) » come prima, poiché hai fatto esperienza di Dio.

Alcune considerazioni sui comandamenti

Il primo comandamento condanna l'adorazione di false divinità.

Per i cristiani ciò significa l'esigenza di confessare fermamente la propria fede nel Dio vero e liberante e di aver fiducia solo in lui.

Gli dèi falsi e schiavizzanti del nostro tempo si chiamano ad esempio: potere, successo, fama, denaro ed edonismo.

Il secondo comandamento ammonisce dal richiamarsi a Dio in modo errato; là dove nel « nome di Dio » si va contro la vita e la libertà degli uomini, si fa abuso di esso.

Il terzo comandamento esorta gli uomini a non perdersi nell'attivismo; ogni sette giorni l'uomo deve partecipare alla tranquillità creatrice di Dio, trovare tempo per sé e per Dio e lasciarsi rinnovare da Dio, in una nuova creazione.

Il quarto comandamento è un'ammonizione e messa in guardia: un popolo nel quale la giovane generazione non rispetta più i genitori non può avere stabilità.

Il quinto comandamento difende soprattutto quanti non possono difendersi da sé; i cristiani vedono in esso non solo la proibizione ad uccidere, ma anche la richiesta a difendere la vita di tutti, e soprattutto dei deboli, e a creare condizioni di vita adeguate e sane.

Il sesto e il nono comandamento intendono salvaguardare la comunione sponsale tra uomo e donna, l'amore matrimoniale, che dev'essere immagine della fedeltà di Dio, dal pericolo della distruzione proveniente dall'egoismo.

Il settimo e il decimo comandamento sostengono che rapporti sicuri e ordinati riguardanti il possedimento di beni costituiscono una condizione indispensabile per una pacifica convivenza umana.

Dio vuole che gli uomini possano vivere in pace.

Per questo ha donato loro la terra promessa.

Qui non è solo questione di protezione della proprietà.

Chi possiede qualcosa deve regolarsi con coscienza; non la possiede solo per se stesso, ma è obbligato a usarla per il bene degli altri.

L'ottavo comandamento esprime l'esperienza secondo cui nessuna comunità ha stabilità se la libertà e i diritti degli uomini vengono calpestati, e là dove inganno, menzogna e diffidenza distruggono la fiducia.

( dal Catechismo della Conf. Episc. Tedesca, Ed. Paoline )

Una riunione del Gruppo famiglia.