Necrologi

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Giovanni Fonti

( * 18.4.1911 - + 19.6.1993 ) Funerali

Il geom. Giovanni Fonti, catechista congregato, ha risposto con serenità, anzi con letizia all'incontro con Gesù Crocifisso, e ci ha lasciati dopo alcuni giorni di malattia sopportata con esemplare cristiana fortezza.

La caratteristica della sua vita è stata proprio quella di essere un catechista.

In primo luogo per sua elezione personale.

Ma altresì per appartenere ad una famiglia i cui componenti hanno dedicato la loro vita alla testimonianza, con la parola e con l'esempio, del catechismo cattolico: così i fratelli geom. Francesco e prof. Pietro, pure essi catechisti congregati e tuttora dediti al servizio della Casa di Carità, e così la sorella Giuseppina, che tre anni fa lo ha preceduto nella Casa del Padre.

Mi sia consentita un'impressione personale, perché inquadrata in tale orientamento: conobbi il geom. Giovanni negli anni del dopoguerra, frequentando un corso di animatori per ragazzi, presso il Centro Diocesano.

Egli era docente di pedagogia catechistica.

Subito suscitò in me il lineamento del catechista, perché la dottrina che insegnava non era solo una serie ordinata di principi e di nozioni, ma soprattutto l'espressione di abiti morali e di comportamenti di vita.

Nell'Unione, nelle innumerevoli letture del Vangelo e della Sacra Scrittura da Lui condotte, come pure nei colloqui e nelle discussioni, lasciava sempre questa impronta catechistica, volta a tradurre la dottrina cristiana in testimonianza.

Una delle principali espressioni, anzi potremmo dire l'espressione di questo suo orientamento catechistico, era l'intensa vita di preghiera, che si manifestava in un atteggiamento estremamente sereno, quasi ilare, quale specchio della serenità e della bontà del suo cuore.

Come pure si traduceva in giovialità nei colloqui e nei rapporti con il prossimo.

Da notare come fosse assiduo nelle visite ai malati.

Non ricordo, senza tema di formulare un giudizio di circostanza, di averlo visto una volta alterato, pur tra le preoccupazioni e i grossi problemi che gli derivavano dagli impegni di apostolato, professionali e familiari.

Anche la sua attività imprenditoriale ( nell'industria degli attrezzi ginnici fondata dal padre, in cui si prodigò con i fratelli sino a far raggiungere alla sua azienda notorietà a livello internazionale ) era espressione del suo impegno catechistico, inteso ad animare di spirito cristiano la professionalità nelle attività terrene, segnatamente nei rapporti con i dipendenti.

Dedicò pure molte sue energie alla Casa di Carità, sia nell'insegnamento che nel generoso e proficuo sostegno economico, specialmente nelle necessità.

Era devotissimo alla sua famiglia, al padre Luigi, prematuramente scomparso, alla madre Domenica vissuta quasi centenaria, che con i fratelli assistette premurosamente fino alla fine, alla sorella Giuseppina, che negli ultimi anni era solito accompagnare alle funzioni religiose alla Casa di Carità, ai suoi fratelli catechisti: caso esemplare e singolare di una famiglia unita, non solo nei vincoli di sangue, ma dalla consacrazione religiosa.

Si potrebbe dire che la sua scomparsa è veramente irreparabile per la sua famiglia, per l'Unione, per la Casa di Carità, se non avessimo la convinzione che Egli dal cielo continua ad amarci, ad istruirci e ad operare per noi, sempre ricorrendo, ora più da vicino, al materno aiuto di Maria.

Luigi Bongiovanni

( * 13.11.1963 - + 22.6.1993 )

Luigi Bongiovanni, insegnante ai corsi preserali della Casa di Carità di Grugliasco, in tecnologia e disegno ( dopo essere stato ex allievo del Centro di Torino ), è deceduto nel fiore della giovinezza a seguito di un tragico incidente stradale occorsogli mentre era in servizio come volontario dei Vigili del Fuoco, dopo che il sinistro l'aveva ridotto in fin di vita, e per quasi due anni era rimasto in stato di coma.

Ci colpisce ancora la tragicità dell'evento, pensando al lungo periodo in cui si è protratta una situazione che, pur risultando disperata, dava pur sempre adito alla speranza.

E pensiamo quale deve essere stata la continua sofferenza dei famigliari per tutto questo tempo.

Tuttavia, anche in tale situazione, non sono mancati frutti spirituali: si è venuta a determinare una solidarietà tra gli amici, nel vegliare il caro Luigi, privo di coscienza, ma pur sempre vivo e oggetto di cure, e soprattutto di amore.

E tra questi amici di veglia vi sono stati anche i colleghi insegnanti della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Alcuni barlumi di ripresa avevano fatto sorgere qualche speranza, ma tosto è subentrata la fine.

I suoi funerali sono stati un'autentica apoteosi, non solo per la fittissima presenza di persone e di associazioni - veramente imponente la partecipazione degli Scout, dei Vigili del Fuoco, dei Vigili Urbani di Grugliasco, oltre alle rappresentanze cittadine e di associazioni varie - ma soprattutto per il clima di speranza cristiano che si è determinato, e che ha trasfigurato nella serenità le pur vive note di dolore, soprattutto dei familiari e degli amici.

A giudicare dalla grandiosità delle esequie, la figura morale di Luigi emerge in modo quasi imponente.

Ed in effetti la sua pur breve vita è stata contrassegnata dal servizio per il prossimo ispirato all'amore di Dio.

Noi alla Casa di Carità ne abbiamo tratto proficua esperienza, ed ora sentiamo Luigi spiritualmente vicino, consapevoli che Egli consegue il premio eterno nella Casa del Padre.

Rinnoviamo alla famiglia, in particolare al fratello Marco, insegnante presso la sede di Grugliasco, i nostri più sentiti sentimenti di partecipazione al dolore, ringraziandoli per l'alta testimonianza di fede che essi ci hanno dato in questa durissima e dolorosa prova.