Crociata della sofferenza  

B266-A8

Anno XXXI, lettera n. 117 marzo 1995

Abnegazione e mortificazione

Riflessioni del ven. fr. Teodoreto sullo spirito di sacrificio

Sorelle e fratelli,

continuiamo la pubblicazione di alcuni scritti del ven. fr. Teodoreto, per trame arricchimento spirituale, e per meglio assimilarne gli insegnamenti, nel 40° anniversario della sua morte.

Dopo le riflessioni sulla sofferenza, contenute nelle lettere precedenti, riportiamo alcune considerazioni di fr. Teodoreto sullo spirito di rinuncia e sulla mortificazione, che potremmo considerare come sofferenze volontarie, per cui anche la presente lettera è strettamente intonata all'orientamento della Crociata della sofferenza.

Anche questo scritto è ricavato dai Pensieri a illustrazione delle Regole e Costituzioni del 1949 del l'Unione Catechisti.

1. Rinnegare se stesso e seguire Gesù

« I catechisti devono resistere coraggiosamente alle attrattive dei piaceri, come a grandi impedimenti all'amore di Dio, e sforzarsi di imitare i Santi nella pratica della mortificazione cristiana » ( Regole e Costit. art. 63, 3° ).

Questa regola richiede la rinuncia a tendenze della natura e presenta difficoltà da vincere, ma Gesù ha detto: « Chi vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » ( Mt 16,24 ), e ancora: « Chi vorrà salvare l'anima sua ( cioè seguire le attrattive della natura ) la perderà, e chi perderà l'anima sua per amor mio ( cioè resisterà coraggiosamente alle attrattive della natura per amore di Dio ) la salverà.

Che giova all'uomo di guadagnare tutto il mondo, se poi perde l'anima? » ( Mt 16,24-26 ).

Queste parole di Gesù Cristo sono rivolte a tutti i cristiani e a « fortiori » ad ogni anima religiosa.

Per vocazione noi abbiamo sentito tale chiamata, dobbiamo dunque seguire questa via nonostante le ripugnanze e le apprensioni della natura.

2. Abnegazione cristiana

L'abnegazione è la rinuncia a se stesso, che Gesù Cristo esige come prima condizione da quelli che vogliono seguirlo. Il suo oggetto principale è di rettificare lo spirito e di purificare il cuore.

L'uomo, guidato dall'istinto della natura, riferisce tutto a sé, invece di riferire tutto a Dio, cerca in tutto la propria soddisfazione: l'uomo animale cerca quelle dei sensi, l'uomo ragionevole cerca quelle dello spirito e della volontà.

L'abnegazione distoglie l'uomo da queste ricerche di se stesso, affinché tenda costantemente al fine per cui Dio l'ha creato e prenda il beneplacito di Dio per regola delle sue azioni.

L'abnegazione ha trE gradi principali.

Il primo porta l'uomo a rifiutarsi ogni soddisfazione anche leggermente sregolata.

Per soddisfazioni sregolate non s'intendono in questo caso quelle che sarebbero, propriamente parlando, peccato, ma quelle che sarebbero per lo meno imperfezioni volontarie e acconsentite.

Il secondo grado consiste nel non proporsi in nulla la propria soddisfazione, neppure nelle cose più innocenti e quando si potrebbero fare senza offendere Dio.

Vi sono molte soddisfazioni permesse: la conversazione di un amico, la vista di una campagna e tante altre simili.

L'abnegazione non richiede che uno si privi di tali cose, ma che in esse ricerchi se stesso, e non si conceda che quelle soddisfazioni che sono nell'ordine di Dio e perché sono nell'ordine di Dio.

Il terzo grado consiste nel combattere senza tregua la propria volontà e nell'abbracciare di spirito e di cuore tutto ciò che può far morire in noi la natura.

È la morte dell'uomo vecchio e la vita dell'uomo nuovo, Gesù.

È quest'ultimo grado cui noi dobbiamo aspirare, se vogliamo avere quel principio interno che deve informare tutta la nostra vita, e dare un orientamento generale a tutti i nostri atti la cui applicazione pratica dovrà effettuarsi con discrezione e libertà di spirito.

Questa rinuncia è una liberazione.

Ci innalza su di noi e su tutto il creato.

Questa rinuncia è un guadagno.

Spogliandoci di noi stessi ci arricchisce di Dio.

Questa rinuncia è un amore, che l'amore porta al sacrificio e se ne nutre.

3. Mortificazione

La mortificazione è una seconda condizione che Gesù esige da quelli che vogliono seguirlo.

Dopo aver detto: « rinneghi se stesso », ossia pratichi l'abnegazione, aggiunge: « Prenda la sua croce ».

La mortificazione ci fa eseguire ciò che l'abnegazione ci suggerisce.

Essa combatte la triplice concupiscenza, sia intEriore sia esteriore.

La mortificazione intEriore si confonde quasi con l'abnegazione; se ne distingue però per i violenti sforzi e i combattimenti contro se stesso che essa esige.

Essa opera sulle passioni, sulla volontà propria, sui sensi inferiori dell'anima e sulle affezioni del cuore.

La mortificazione esterna ha per oggetto i sensi esterni e il corpo, ripudiando tutto ciò che sarebbe ricerca troppo naturale di se stesso, sensualità, comodi, gusti.

Essa trova il suo campo d'azione nell'esercizio della vita dura e laboriosa dell'Unione, nella fedele osservanza delle Regole e Costituzioni e in qualche penitenza afflittiva.

Essa ha trE gradi.

Il primo, obbligatorio per tutti i cristiani, consiste nel non concedersi deliberatamente qualsiasi piacere che si opponga al dovere.

L'immortificazione è la base di tutte le nostre colpe.

Il secondo grado consiste nel rifiutarsi ciò che sarebbe meno perfetto sebbene sia permesso, e suppone maggior fedeltà.

Il terzo fa abbracciare ciò che crocifigge di più la natura, per assicurare maggiormente il trionfo della grazia per amore di Gesù Crocifisso.

In quanto alla pratica della mortificazione, è utilissimo mortificarsi sempre in qualche cosa e anche in tutto, e ciò sarebbe ancora pochissimo per mantenere il dominio dell'anima.

Bisogna evitare gli eccessi.

Se l'abnegazione non ha limiti, la mortificazione deve essere proporzionata non solo alle forze del corpo, dello spirito e della grazia, ma anche a ciò che la ragione, le circostanze, la prudenza cristiana, l'esercizio delle altre virtù e l'esempio di Gesù Cristo insegna e autorizza.

Ognuna di queste condizioni dev'essere considerata e pesata con diligenza per determinare la mortificazione che conviene fare.

Il vero spirito d'amore e di generosità ci porta ad amare Dio più di noi stessi e ad imitare Nostro Signore nella sua vita di povertà, d'umiliazione e di sofferenza.

Per essere il Salvatore del genere umano, Gesù ha voluto esserne la vittima.

Tutti i membri del suo Corpo Mistico devono partecipare al suo sacrificio.

Fr. Teodoreto

Intenzione generale di preghiera

Il Signore Gesù Crocifisso, per intercessione di Maria Immacolata, accolga le nostre sofferenze perché sia riconosciuto il valore e l'inviolabilità della vita umana, secondo gli insegnamenti della recente enciclica « Evangelium vìtae », del sommo Pontefice Giovanni Paolo II.

Intenzioni particolari

Eleviamo la nostra preghiera ed offriamo le nostre sofferenze per:

- le vocazioni sacerdotali, religiose e catechistiche;

- le sedi dell'Unione ed i gruppi di adoratori;

- le necessità della Casa di Carità Arti e Mestieri;

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza e in particolare di F. l. ( Catania ); R. L. B. ( S. Matteo delle Chiaviche ); A. B. ( Mantova ) per la sua famiglia; M. A. e F. ( Palermo ) per la famiglia; B. l. ( Torino ) per Marco, i genitori e tutta la famiglia; V. M. ( Bruere - Cascine Vica ) per sé; A. E. ( Torino ); B. A. ( Mantova ); F. R. ( Cazzo Padovano ); C. C. D. ( Torino ); A. M. ( Napoli ); L. B. ( Mantova ); G. C. ( Schio ); F. C. ( Acireale ) per la conversione del mondo; S. dott. M. ( Mantova ) per i familiari vivi e defunti; G. R. ( Anderà ); P. E. ( Rivoli ); G. G. ( Cuardiasanframondi ); Q. G. ( Torino ); V. M. ( Torino ) per i familiari, con riconoscenza per l'intercessione del ven. fr. Teodoreto.

Preghiere di suffragio

Ricordiamo i defunti dell'Unione Catechisti, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, della Casa di Carità, i benefattori, con specifica menzione per: fr. Antonio ( Giovanni Lovo ), fr. Vittorino ( Franco Ratti ), Padre Francesco O.F.M. Gap., Antonio Sardella ( benefattore ), Giovanni Cibrario Fra ( insegnante alla Casa di Carità ), Caterina Angela Ferrando ( mamma di Mauro Odono, insegnante alla Casa di Carità di Ovada ); Leone T. V. ( Ad Bonaccorsi ) in suffragio; P. e M. P. ( Catania ) in suffragio dei genitori; P. C. ( Catania ) in suffragio di Pellegrino Cesira; V. M. ( Bruere - Cascine Vica ) in suffragio dei parenti defunti; D. M. G. ( Ad Bonaccorsi ) in suffragio di Carme/o Coco; S. L. ( Torino ) in suffragio di Giovanna e Oreste Savio; E. D. ( Torino ) in suffragio di Giuseppe Demeglio; F. M. ( Acireale ) in suffragio del marito; C. M. L. ( Torino ) in suffragio di Silvio Golzio; B. A. ( Mantova ) in suffragio del marito Augusto e di Mons. Angelo Fantoni; V. M. ( Torino ) in suffragio del papa Vincenzo, dello zio Antonio, dei parenti e degli amici.