Un'opera sorta dall'Adorazione a Gesù Crocifisso

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Vito Moccia

La "nostra" Casa di Carità Arti e Mestieri

Ieri: tra i pionieri della formazione professionale Oggi: tra i primi enti con certificazione di qualità

Pubblichiamo quest'articolo per l'opportunità di dare una breve sintesi sulle finalità e sulle attività della Casa di Carità Arti e Mestieri, per aggiornamento dei nostri lettori, e per informazione di quanti non ne conoscano la storia.

La formazione professionale, per unanime riconoscimento dei sociologi e dei politici, ha un'importanza fondamentale per lo sviluppo del lavoro e dell'occupazione, e pertanto per ogni programmazione politica.

La Casa di Carità Arti e Mestieri, sorta in Torino nel 1920, intuendo questa necessità, si è dedicata alla formazione professionale ritenendola essenziale per la sua missione di educazione e di evangelizzazione, che per essere autentica, non poteva disgiungersi dalla promozione umana.

Anzi il suo progetto educativo pone proprio nella formazione professionale l'elemento base per una piena crescita umana, attraverso i valori evangelici, e facendo acquisire una professionalità che introduca nel mondo del lavoro, con l'abilitazione a svolgere un ruolo.

Il giovane, o più in generale il lavoratore, viene in tal modo a conseguire sicurezze di vita.

Fare acquisire una professionalità, in un clima comunitario, nell'animazione dell'amore di Cristo: questa è la natura e l'obiettivo della Casa di Carità Arti e Mestieri, compendiato nella stessa denominazione dell'Ente.

Tale denominazione "Casa di Carità Arti e Mestieri" non è la risultante di una ricerca di gruppo, ne il suggerimento di un esperto di sociologia del lavoro.

Essa compare nel diario spirituale di Fra Leopoldo M. Musso, un frate francescano, cuoco nel suo convento in Torino, umile e pressoché segregato dal mondo, a parte la fama spirituale dei suoi carismi.

In tale diario, in data 19/11/1919, Fra Leopoldo - che non si era mai occupato di problemi di scuola e di lavoro, ne tanto meno di formazione professionale - annotava questa frase, attribuita a Gesù Crocifisso: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".

In una città ad alto tasso di industrializzazione come Torino, la preparazione al lavoro di giovani maestranze si è posta come esigenza prioritaria e la Casa di Carità si può considerare tra i precursori della formazione professionale.

Da allora i settori di intervento della Casa di Carità si sono sempre più perfezionati ed ampliati: ai metodi tradizionali con le macchine utensili sono subentrate nuove tecnologie, tutte contrassegnate dall'informatica, dal centro di lavoro a controllo numerico alla programmazione dei macchinari e delle procedure di montaggio con P.L.C, ( programmazione logica controllabile ), dai sistemi CAD, CAM e CAT ( di progettazione, lavorazione e controllo ) sino alla formazione a distanza via Internet.

I campi di applicazione della formazione si estendono dai corsi base dopo l'obbligo scolastico alle specializzazioni post diploma e post laurea, alla formazione continua.

I settori di riferimento sono:

- l'industria, con comparti metalmeccanico, elettromeccanico, elettronico, di automazione industriale e di informatica industriale;

- il terziario con comparti di informatica gestionale, conversione monetaria ( Euro ), gestione del territorio;

- l'artigianato con riguardo all'abbigliamento, e ad alcuni settori dell'alimentazione ( panificazione, salumi ), e alla manutenzione degli impianti industriali e domestici;

- il socio assistenziale e turistico alberghiero, con particolari applicazioni alla ristorazione e all'assistenza agli anziani ed inabili;

- l'agricolo, con comparti delle culture e del giardinaggio.

Dai primi corsi nei locali della scuola di S. Pelagia, in via S. Massimo 21 bis a Torino ( nel 1920 circa ) e quelli nel seminterrato della Parrocchia di Nostra Signora della Pace, nel 1926, si è passati alla prima sede invia Feletto 8, acquistata con il generoso concorso degli abitanti del rione.

Attualmente la Casa di Carità Arti e Mestieri ha 12 sedi, indicate in calce, per un totale di 166 corsi convenzionati con le Regioni, che riguardano 3974 allievi.

A questi vanno aggiunti 62 corsi con le Aziende, che coinvolgono 1022 allievi: in tutto 228 corsi per oltre 4996 allievi.

In merito agli sbocchi occupazionali, i risultati sono ottimi, essendo attestati sulla media del 90% dei qualificati. .

Costante attenzione è dedicata alla ricerca, particolarmente nei progetti promossi dal Fondo Sociale Europeo.

Trattasi di iniziative di studio e di applicazione per attività formative a particolari soggetti ( ad esempio giovani a rischio ), o con l'adozione di specifiche metodologie ( ad esempio la formazione a distanza, oppure rapporti di collaborazione tra vari enti di formazione interregionali, internazionali ).

Alcuni progetti sono condotti direttamente dalla Casa di Carità, come quelli Icaro e Perseo, nell'ambito del programma Youthstart per l'occupazione giovanile, in altri si opera come parte collaborante. In totale i progetti attualmente in corso sono 23.

Tra i settori cui si è dedicata da qualche anno la Casa di Carità, vi è quello della formazione professionale ai carcerati.

Non può sfuggire la delicatezza e l'importanza di tale attività, che è un'autentica missione, ed è mirata direttamente alla riabilitazione morale dei condannati, non meno che alla loro formazione professionale.

Le case circondariali in cui opera la Casa di Carità sono attualmente 14, per un totale di 600 allievi, che sono poi seguiti anche dopo la detenzione, sino al pieno inserimento nel lavoro.

Sul piano più generale, la proposta della Casa di Carità è un messaggio per l'animazione della scienza, della tecnologia e del lavoro con il Vangelo della Carità.

Infatti, senza questo, le opere dell'uomo rischiano di essere disumanizzanti e portatrici di morte.

L'apporto culturale della Casa di Carità, mediante l'umanizzazione del lavoro attraverso la carità, contribuisce al superamento di uno dei più nefasti aspetti della nostra epoca, la separazione tra fede e cultura, pur nel rispetto e nella valorizzazione delle reciproche autonomie.

Preparando al lavoro, la Casa di Carità trae proprio da questo una forma di cultura, per la formazione piena della persona.

Gruppo di studio degli allievi della Casa di Carità