Fr. Teodoreto religioso educatore e fondatore

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Fr. Secondino Scaglione

- fedeltà ai doveri quotidiani ( "il terribile quotidiano" )

- F.T. è tradizionalista e al tempo stesso aperto al futuro, dinamico, innovatore

- lasallianità: sviluppa il messaggio del La Salle non limitandosi alla scuola, ma a tutta la vita

Siamo raccolti in questa Casa di Carità, cuore di fr. Teodoreto, innanzitutto per rendere gloria a Dio che ha fatto dono alla Chiesa, ai Fratelli delle Scuole Cristiane, ai Catechisti di questa figura straordinaria di religioso, educatore e fondatore, non ultimo anello della lunga catena dei santi della carità di Torino e del Piemonte.

Non si tratta semplicemente di "ricordare" - il ricordo crea un'emozione che viene e va, non lascia nulla in eredità al presente per il futuro - ma piuttosto "commemorare", non solo nel significato classico di "far memoria" di un personaggio, quanto di far memoria del messaggio e dell'opera di fr. Teodoreto.

In questa circostanza, fr. Teodoreto sarebbe il primo a manifestare il suo stupore nel vederci così numerosi e ci direbbe di non fissare il nostro sguardo su di lui, ma su Colui che egli ha servito, il Dio degli umili, dei poveri, dei lavoratori, dei giovani; il Dio di coloro che si nascondono alla vista degli uomini.

Fr. Teodoreto rappresenta uno degli educatori testimoni di cui giustamente si lamenta la carenza, chiamati a trascinare con il suo messaggio i giovani che intraprendono il loro cammino di protagonisti della storia e si accingono a inserirsi a pieno titolo nel lavoro e nelle vicende della vita.

Ci sono dei santi il cui messaggio sconvolge come folgore e illumina la notte d'ansia, colmandola d'assoluto; altri la cui parola agisce come pioggia sottile che penetra dissetando l'anima con amorevolezza.

Sono i santi samaritani, i santi della carità, i tornitori dell'animo umano, gli educatori per eccellenza.

Fra questi fr. Teodoreto, figura ricca e complessa in cui si fondono con naturalezza apparentemente immediata, ma frutto di intensa applicazione e di autentica immolazione, l'attenzione all'omo e l'attenzione a Dio.

Non c™è momento della sua vita o invito che non attinga ragione e forza da una visione cristiana della realtà, come non c'è invito a Dio che mortifichi la personalità umana.

Sintesi felice che fr. Teodoreto raggiunge grazie a un'intima frequentazione con Cristo Crocifisso e a una visione realistica dei bisogni dei giovani.

Fr. Teodoreto vive in sé il timbro e la sostanza dell'educatore.

Il modello è Cristo, maestro perché aperto all'ascolto, esempio perché testimone, liberatore perché libero, realizzatore dell'uomo per la sua obbedienza perfetta.

Un cammino arduo che esige disciplina e ascesi, uscita da se stessi per un dono senza limiti: questo è l'itinerario dell'educatore realizzato da fr. Teodoreto.

La scheda degli impegni di fr. Teodoreto tra i Fratelli delle Scuole Cristiane è una elencazione monotona di tappe nella stessa città, Torino, quasi sempre nella stessa comunità, Santa Pelagia, nell'opera della ROMI.

La vita del Fratello delle Scuole Cristiane difficilmente conosce in vita i colpi di grancassa e le molle a sorpresa.

Ora, fr. Teodoreto fu tipico come Fratello, anche in questo, assomigliando a tutti gli altri.

Qualche data:

1882 - S. Pelagia: 2 a elementare,

897 - S. Pelagia: Vice Direttore,

1906 - 2 o Noviziato in Belgio.

Dal 1910 al 1950, S. Pelagia: Vice Direttore, Ispettore, Direttore Didattico.

Nel novembre 1937: "in soprannumero" nella Comunità dell'Immacolata dell'Arti e Mestieri.

Dal 1943: incaricato solo dell'Unione Catechisti.

Dal 1946, alla morte, al Collegio San Giuseppe, con incarichi di sorveglianza e sostituzioni.

Oltre 60 anni di vita nella monotonia, senza annoiarsi, senza desiderare altro che compiere la volontà di Dio.

Scendere o salire nella gerarchia della congregazione, per fr. Teodoreto non ha significato: ogni variante non è retrocessione, né diminuzione della personalità e meno ancora una umiliazione di fronte alla platea dei confratelli, degli alunni, delle famiglie.

Questo monotono capitolo del curriculum vitae ci lascia in eredità un prezioso insegnamento.

L'elemento straordinario della sua vita tanto ordinaria, è la fedeltà; una dedizione generosa che per 60 anni non si smentisce mai.

Se fare il proprio dovere professionale è raggiungibile da molti, il farlo perfettamente in tutti i suoi aspetti, anche quando viene meno l'entusiasmo giovanile e il senso di novità, è tutt'altro che semplice.

Lo attestava Pio XI nel proclamare l'eroicità delle virtù di San Benildo, coniando appositamente il 6 gennaio 1928 il motto del "terribile quotidiano", al quale rivendicava il vero eroismo anche più che ai grandi atti di cui raramente si presenta l'occasione e che da soli non bastano a santificare: "Quale forza - dice Pio XI - si richiede anche solo anche solo per difendersi da questo terribile, schiacciante, monotono, asfissiante quotidiano.

Quanta non comune virtù è necessaria per adempiere con non comune esattezza, ma con attenzione, pietà, fervore intimo di spirito, tutto il complesso di cose comuni che riempie la nostra vita quotidiana".

Quante volte le circostanze straordinarie si presentano nella vita?

Ben rare volte: e guai se la santità dovesse essere riservata solo a quelle straordinarie circostanze!

Che cosa farebbe la maggior parte?

Ecco dunque la lezione che questo umile servo di Dio viene a portarci, che cioè non nelle cose straordinarie consiste la santità, ma nelle cose comuni non comunemente adempiute.

Pio XI coniando la lapidaria espressione "terribile quotidiano" compendiava la proposta di santità del La Salle, offerta ai Fratelli.

Il "terribile quotidiano" è il riassunto brillante di quell'adempiere bene i doveri del proprio stato con la mira a Dio", che è il nerbo della spiritualità lasalliana.

E spiega la celebre parola di papa Benedetto XIV, il papa della procedura delle cause dei santi: "Datemi un religioso che ha osservato fedelmente la sua regola e io lo canonizzerò senza miracoli"

Fr. Teodoreto è cultore scrupoloso della regola nello spirito e nelle forme.

È nello stesso tempo tradizionalista e innovatore, aperto al futuro, radicato nel passato, flessibile nelle modalità e rigoroso nella sostanza, tenero ed esigente, sempre pronto a incominciare.

Il difficile mantenimento di questo equilibrio gli ha comportato crisi e dubbi.

Ne risulta un'umanità piena e una fede matura.

È lo stesso equilibrio tra il dinamismo dell'innovare e la fedeltà alle radici che è richiesta anche a noi, oggi, in momenti non meno difficili per la Chiesa, la società, la vita religiosa e per le prospettive educative.

Fr. Teodoreto per la sua compenetrazione dello spirito della sua congregazione, reincarna la missione del La Salle suo fondatore.

Si è sorpresi della lasallianità del suo messaggio e delle sue attuazioni, così da vedere in lui e per mezzo suo, quasi un ritorno provvidenziale alle origini della congregazione dei Fratelli, e come la prima filiazione dinamica di un corpo che in tre secoli di fedeltà raggiunge la realizzazione del tempo adulto, non come apporto complementare o sussidiario, ma come azione di sviluppo che non si limita alla scuola, ma investe tutta la vita.

De La Salle ha fondato le Scuole Cristiane per sottrarre dalla strada i figli dei lavoratori, per offrire loro i mezzi di salvezza, con una proposta cristiana, culturale e sociale per migliorare la loro vita.

Anche fr. Teodoreto va verso i poveri, gli operai, conscio che non è solo per il pane che l'uomo lotta, ma per esigenze più profonde, per il riconoscimento dei suoi ideali umani, la convivenza pacifica, il rispetto, l'amore, la famiglia.

L'uno e l'altro, come dice la Scrittura, sono stati sedotti da Cristo.

L'uno e l'altro trovano nella pratica austera del sacrificio e della penitenza, nell'adorazione della croce, lo strumento di redenzione nuova che li rende idonei:

- al riscatto dei giovani, dei poveri;

- a un apostolato che non è costituito dalla scienza con i suoi apparati tecnici di conquista;

- e nemmeno dal fascino personale,

- ma materiato e configurato a Cristo, a Cristo Crocifisso.

Per questo lato sono condotti a fondare, uno la congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, l'altro l'Istituto secolare del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Non si tratta dell'architettura di un disegno di saggezza umana.

De La Salle, insensibilmente si avvede della vocazione educativa a cui Dio lo chiama: "Dio mi ha condotto di passo in passo, a mia insaputa".

Non diversamente fr. Teodoreto il quale è intento a compiere il suo dovere educativo nella scuola, che gli si rivela esiguo ed è condotto alla realizzazione della sua opera, da una preghiera, l'adorazione che gli si rivela valida perché sprovvista di tutto ciò che è progetto umano.

L'Adorazione a Gesù Crocifisso, avuta in consegna da fra Leopoldo Maria Musso, laico Francescano, è il primo atto del messaggio di realizzazione che muovono o fanno capo a fr. Teodoreto o si riferiscono a lui per la parte importante che ha avuto.

L'Istituto secolare dei Catechisti è il secondo atto del messaggio di opere di fr. Teodoreto che fu tra i primi a capire che la vocazione del laico è la consecratio mundi.

È quanto gli è di più proprio; quanto gli costò 40 anni di fatica e di prove dolorose, fr. Teodoreto ne è il padre poiché lo generò e vi profuse il meglio di sé.

La Casa di Carità è il terzo atto del messaggio di opere che si riferiscono a lui per motivi essenziali, per il suo consiglio e incoraggiamento, per la sua preghiera.

Fr. Teodoreto è religioso educatore e fondatore: non posò mai a moralista, a predicatore, a maestro, pur sedendo in cattedra, ma con sguardo dolcissimo e gesto umile, mostrò per tutta la vita la via che salva.

La mostrerà nell'avvenire ai giovani, ai Catechisti, ai Fratelli, ai laici, e sarà ancora ascoltato.