Fede: un dono da testimoniare con le opere

B299-A2

A conclusione dell'anno pastorale "Redditio Fidei"

- Card. Severino Poletto -

Riportiamo due passi della lettera del 2 dicembre 2007, con cui il Card. Poletto ha introdotto nella nostra comunità diocesana l'anno pastorale della "Redditio Fidei", cioè della "restituzione della fede" alla comunità che ce l'ha comunicata, attraverso una convinta e solenne professione.

Testimoniare la fede è un modo di essere proprio del cristiano, ma che ci interpella in misura speciale come catechisti, dovendo annunciare il catechismo cattolico non solo con la parola, ma soprattutto con l'esempio.

In questo orientamento le esortazioni del nostro Arcivescovo, occasionate dall'anno pastorale, ci sono tuttora di sprone, nella coerenza alla nostra missione, e nel porre la santità come compimento delle nostre opere.

Il Vangelo si diffonde per contagio

La forma più efficace per l'annuncio del Vangelo è l'incontro da persona a persona, nei propri ambienti di vita.

Dice infatti uno dei documenti fondamentali della Chiesa sull'evangelizzazione: "C'è forse, in fondo, una forma diversa di esporre il Vangelo, che trasmettere ad altri la propria esperienza di fede?

Non dovrebbe accadere che l'urgenza di annunziare la Buona Novella a masse di uomini facesse dimenticare questa forma di annuncio mediante la quale la coscienza personale di un uomo è raggiunta, toccata da una parola del tutto straordinaria che egli riceve da un altro. ( Evangelii Nuntiandi n. 46 ).

Il problema di una religiosità ridotta a sentimento è che, non aiutando a vivere la fede come forza che trasforma la realtà, non pone domande, nel confronto a tu per tu, perché le emozioni sono soggettive e ognuno le vive per sé.

La testimonianza profetica della fede, invece, parla di Dio, amando appassionatamente gli altri, come faceva Gesù, perché individua nei legami e nelle relazioni umane il luogo dove la fede si compie: "Da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" ( Gv 13,35 ).

Comunicare la fede cristiana non significa semplicemente presentare una dottrina o, peggio, offrire una teoria.

Essa è essenzialmente adesione ad una Persona, Gesù Cristo, vera fonte di speranza per tutti e annuncio della possibilità di una vita pienamente realizzata.

La qualità delle relazioni che s'instaurano con i fratelli è anche la condizione che permette di "presentare sull'altare l'offerta" ( Mt 5,23 ), l'unica che Dio gradisce, perché in questo modo l'azione liturgica, soprattutto l'Eucaristia, acquista la dignità di vero servizio a Dio, perché è espressione di quel "culto spirituale. che è il sacrificio della nostra vita" ( Rm 12,1-3 ).

Vero compimento della fede è la santità di vita

Le opere della fede non si esauriscono in un'azione sociale, ma devono orientaci ad una vita santa.

La proposta di Cristo deve innanzi tutto essere presentata per la sua bellezza, come forza interiore capace di spostare le montagne, cioè di trasformare il mondo, e come finezza ed eleganza di una vita spirituale di chi nei suoi comportamenti imita la delicatezza dei fiori del campo offrendo il profumo delle sue virtù.

La comunità cristiana è, quindi, il luogo dove ci si aiuta reciprocamente a realizzare un vero cammino di santità secondo la nostra personale vocazione, considerando sempre l'Eucarestia come fonte e culmine di tutta l'azione missionaria.

Siamo chiamati a dare ragione della nostra fede attraverso un rapporto più vero, più profondo e quotidiano con la Parola di Dio, a crescere nella dimensione spirituale attraverso la preghiera e i Sacramenti.

Quello che rende affascinante l'appartenenza a Gesù Cristo è sperimentare che la fede entra nella vita, la rinnova e la raggiunge nella concreta realtà familiare, scolastica, lavorativa, di tempo libero e di servizio.

La Chiesa ha bisogno di un rinnovato soffio dello Spirito che ne rafforzi la dedizione e la speranza per non cadere nella stanchezza, nella mediocrità e nel facile adattamento all'ambiente mondano